8 20 38 SIA IL GOVERNO PRODI CHE QUELLO BERLUSCONI, ULTIMAMENTE, SONO ENTRATI IN CRISI ESATTAMENTE A METÀ LEGISLATURA. NOI COSA VOGLIAMO?

Riceviamo e pubblichiamo:

Signor Direttore,

sia il governo Prodi che quello Berlusconi, ultimamente, sono entrati in crisi esattamente a metà legislatura. Eppure ci avevano garantito che il sistema elettorale maggioritario avrebbe prodotto stabilità. Col premio di maggioranza si pensò, magicamente, di trasformare "maggioranze relative" in "maggioranze assolute". E il gioco era fatto! A questo "premio" però non corrispondeva un elettorato reale. E' come in economia, quando manca denaro se si comincia a stampare "carta moneta" fasulla, a cui non corrisponde ricchezza reale, si produce inevitabilmente inflazione. Così con tale alchimia elettorale si sono mandati a Roma parlamentari, frutto del premio di maggioranza, a cui non corrispondeva un popolo reale. Il sistema elettorale maggioritario e bipolare, poi, non era un sistema neutro, ma aveva il precipuo obiettivo di far fuori "il centro", moderato e riformista. Il prodotto di ciò è stato un gran pasticcio e le "ali estreme", da sempre minoritarie, sono diventate all'interno delle coalizioni, il vero ago della bilancia. Diventando delle vere bombe a scoppio ritardato per i rispettivi poli, a cui avrebbero garantito il successo elettorale, ma non una stabile governabilità. In più si è anche tolta la preferenza, ottenendo un parlamento di nominati, acuendo così il distacco dal paese reale e dalla sua gente, la quale ha risposto incrementando il fenomeno, che ritengo comunque deleterio, dell'astensionismo. Una deriva leaderista ed elitaria lontana anni luce dal senso della democrazia che avevano i nostri Padri Costituenti. Ci si è illusi. Ancora una volta. Ricorrente vizio italiano?

Oggi, però, "il re è nudo", è imploso su sè stesso. La telenovela è finita. Questa pseudo-politica non è riuscita neppure a risolvere i propri problemi interni, figuriamoci quelli degli italiani, alle prese con l'attuale drammatico collasso economico ed occupazionale. Il premier imprenditore, il Cavaliere, si è alternato al premier economista, il Professore, eppure l'economia italiana non è mai andata così male. Tutta colpa della globalizzazione? La politica la devono fare i politici. Oggi c'è un vuoto di politica e di partecipazione. I partiti sono collassati, perchè sono stati "vampirizzati" dalle lobby e dal leaderismo, i quali prendono continuamente le loro decisioni al di fuori dei luoghi istituzionali dove queste decisioni dovrebbero essere prese, rendendo così inutile, ad esempio, una qualsiasi tessera di partito. Il partito che dovrebbe essere "ponte" fra la Piazza e il Palazzo. Ma la democrazia non dovrebbe nascere dal basso? C'è quindi una fortissima questione democratica oggi nel Paese, che esige vigilanza se vogliamo che dopo la Seconda Repubblica ce ne sia anche una Terza. La politica la fanno gli uomini e le idee, non le alchimie elettorali. Torniamo con i piedi per terra. Una testa, un voto. I parlamentari devono rappresentare la popolazione e vanno scelti, nominativamente, dalla gente. Poi, non ci sono facili scorciatoie. La democrazia, si sa, è impegnativa. Lo stesso dialogo è impegnativo. In democrazia prima si discute e poi si decide. Nel leaderismo prima si decide e poi si discute.

Noi cosa vogliamo?

Cordiali saluti

Glauco Santi

Glauco Santi
Politica