GASPARI, 'VALTELLINESE AD HONOREM'. E CHI CRITICA, FUORI POSTO 11 7 20 10

Mario Giordano su "Il Giornale" questa volta ha perso una buona occasione volendo differenziarsi da tutti gli altri, d'ogni colore e posizione, che dando la notizia della scomparsa di Remo Gaspari ne hanno positivamente valutato il suo apporto alla comunità nazionale ed abruzzese in particolare. Uno stralcio del suo articolo:

"Certo che siamo ridotti davvero male: ci tocca pure rimpiangere Remo Gaspari. Era «sobrio», dice il Corriere della Sera, era «pulito», sottolinea la Stampa, «Remo Gaspari, politico all'americana» titola addirittura il Manifesto (il Manifesto!), «Portò l'Abruzzo al Nord», celebra il Sole 24 Ore (il Sole 24 Ore!) mentre il quotidiano cattolico Avvenire lo benedice con l'assoluzione finale: «Gaspari, ovvero la politica che mai si fece casta». Una rassegna stampa sontuosa che diventa un atto d'accusa spietato per i nostri politici di oggi: che cosa sono mai diventati se al confronto persino il vecchio «zio Remo» diventa un esempio di sobrietà, pulizia, gestione «all'americana» e soprattutto anticasta?".

La polemica di allora, molto forte, era soprattutto di marca anti-DC. Per quanto riguarda l'Abruzzo si dipinse Gaspari come una sorta di ras non potendo attaccarlo sul piano personale. Le tentarono tutte in epoca tangentopolitana e di via giudiziaria al potere cercando di trovare qualcosa da addebitargli. Era una impresa destinata, come fu, al fallimento (magari tardivamente ma la sua specchiata onestà è stata riconosciuta da tutti). Tutto quello che, cercando e ricercando, riuscirono a mettere insieme fu l'accusa di avere usato indebitamente quando era Ministro della Protezione Civile un elicottero dei Vigili del Fuoco. Ridicolo. Anche tale, significativa, accusa ovviamente svanì come neve al sole..

Illuminante.

La Prima Repubblica è vista oggi come la quintessenza del male, del ladrocinio, di un quadro complessivo satanico. Le giovani generazioni si possono chiedere che razza di gente fossero i loro padri, i loro nonni. Non si è ancora riusciti a leggere la storia 'storicamente', a verificare se quel che si dice e si scrive è realtà vera, o anche lettura della realtà. Eppure basterebbe molto poco. Per fare un solo esempio prendere le statistiche, nella crudezza delle cifre, datando le prime al 1945, le seconde, poniamo, al 1950 e via dicendo. Un Paese derelitto, distrutte le sue fabbriche, le sue ferrovie, le case. In non molti anni è diventato una delle potenze mondiali. Era così 'scassa' dunque la Prima Repubblica?

Si stanno accorgendo in tanti della realtà delle cose, e la nostalgia cresce per questa Prima Repubblica che ha espresso figure significative e che in fatto di onestà non avevano niente da imparare da nessuno. Ce n'erano allora di Gaspari…

Luca Alessandrini

Gratitudine, dove sei?

Luca Alessandrini
Politica