Lunedì 25 febbraio ore 10 ESITO DELLE ELEZIONI E BORSA

Qualcuno aspettava la Borsa con un occhio, questa volta, ai seggi. Pensava al 1994 quando per la prima, e unica, volta si votò in due giorni interi, 27 e 28 marzo, tenendo conto di quanto richiesto dalla comunità ebraica perché il 27 marzo era il giorno della loro Pasqua. Allora vinse, anzi stravinse, Berlusconi ma alla vigilia in realtà non si sapeva come sarebbe andata. Fino a qualche settimana prima per Occhetto la via per Palazzo Chigi sembrava spianata ma poi era intervenuta la novità della discesa in campo di Berlusconi. Il 28 la risposta, a seggi ancora aperti. Stritolato il centro nello scontro, battuti i progressisti, Berlusconi vittorioso, anche se al Senato, solito punto debole, era sotto di due voti. Arrivarono però i quattro senatori del Patto per l'Italia (Popolari, Patto Segni, Repubblicani, liberaldemocratici e indipendenti). Questo il responso finale dopo lo spoglio ma da cosa era emerso lunedì 28 mattina quale sarebbe stato il risultato? C'era ancora la DC nella storica sede di Via Piazzi anche se, per una decisione cervellotica romana aveva cambiato nome riprendendo quello storico di Partito Popolare fondato da Don Sturzo nel 1919. La sede si era riempita anche di persone di altri Partiti dalla sinistra alla destra o di nessun Partito. Chi in gramaglie per la sconfitta e qualcuno invece con la felicità stampata sul volto. Il messaggio, a seggi ancora aperti per tutta la giornata, era venuto dalle borse europee tutte schizzate all'insù. Negli ambienti economico-finanziari infatti allora non si vedeva di buon occhio una possibile vittoria della sinistra (la caduta del muro di Berlino era ancora troppo recente), non si dava credito al centro e la discesa in campo di Berlusconi, con la famosa chiamata ad Arcore dei 60 illustri nomi dell'imprenditoria italiana, veniva considerata novità positiva. Con gli exit poll, novità come quella dei sondaggi, effettuati nella prima giornata era emerso molto chiaro il trend che i voti ancora da esprimersi non avrebbero ormai potuto cambiare, anzi, semmai é stato favorito il salto sul cavallo vincente...

Qualcuno, memore del 1994, attendeva pertanto con una certa curiosità l'apertura stamane delle borse le quali sentono meno, contrariamente a quello che si crede, le turbolenze politiche italiane, ma anche di altri Paesi a cominciare dagli Stati Uniti come hanno dimostrato i corsi di Wall Street i giorni della rielezione di Obama o addirittura quello della notizia di uno stanziamento iperstramiliardario, in dollareim, per salvare le banche.

Detto questo va comunque osservato che qualche rimbalzo, acorché di breve durata, avrebbe potuto esserci.

Nulla. Con un ulteriore, ultimo, aggiornamento delle 11.40 le quotazioni restano sullo "stabile".

Si dovrebbe quindi dedurre che sconvogimenti rispetto le linee di tendenza emerse sul finale della campagna elettorale non dovrebbero essercene. Conferme, magari anche delle incertezze su base regionale dunque'?

Vedremo fra qualche ora.

GdS

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