PRO-MEMORIA AUTOREVOLE PER I CANDIDATI VALTELLINESI ALLA REGIONE

Con le schede per Senato e Camera ce ne consegneranno anche una per la Regione. Per la scelta del Governatore, dopo l'era Formigono durata dal 23 aprile del 1995 sino ad oggi, o meglio sino al 25 febbraio quando uscirà dalle urne il nome del suo successore, che sarà il nono dal 1970. Quelle elezioni, il 7 e 8 giugno, furono le prime per le Regioni a Statuto ordinario - quelle a Statuto speciale c'erano già - che dopo l'istituzione dovettero preparare il necessario, a partire dallo Statuto. Entrando poi nella pienezza dei poteri il successivo 1 aprile. Con il 40,9% dei voti la DC ebbe 36 consiglieri su 80 fra i quali anche un valtellinese, il compianto Aldo Oberti, già Sindaco di Tirano Primo Presidente Piero Bassetti cui seguirono Cesare Golfari, Giuseppe Guzzetti, Bruno Tabacci, Giuseppe Giovenzana, Fiorella Ghilardotti, Paolo Arrigoni (valtellinese), Sco9mparso in corso di mandato Oberti gli subentrò Antonio Muffatti che divenne anche assessore. A lui seguì Giovanni Bordoni e, nella legislatura appena conclusa, Ugo Parolo e Angelo Costanzo. Va aggiunto che in Consiglio Regionale entrò anche Natale Contini, presentato dal PCI, ed eletto, a Sesto San Giovanni.

Conclusa la retrospettiva passiamo ai futuribili che non sono, come pensa qualcuno, cose campate per aria, congetture, ma sono semplicemente i futuri possibili. Il futuro non possibile ma certo, questa volta, é che un consigliere regionale lo avremo, non come due mandati fa quando per metà legislatura fummo orfani, solo dopo le elezioni politiche con il passaggio di alcuni a Roma si liberò il posto anche per noi. Non entriamo nelle valutazioni politiche e relativi futuribili, né seguiamo i sondaggi in base ai quali l'alea risulta vistosa. I vari Istituti sono concordi nel ritenere l'area del non voto in genere intorno al 35% con punte al 40 e una sola al 32. Il grosso é dato dagli astensionisti, con un paio di punti di fans per la scheda bianca e un 10% circa che si dice"indeciso". Per questi meglio sarebbe usare la formula in uso presso la SerenissimaRepubblica di San Marco che ai 'pro' e ai 'contra' metteva insieme i 'non sinceri'. Fra questi l'esperienza suggerisce al minimo due-tre punti di prevalenza del centrodestra rispetto al centrosinistra (e vedremo se, contrariamente al solito, questa volta ci capiterà di sbagliare non loa previsione ma l'analisi, e si sa che le analisi statistiche non hanno colore.

Il non voto in provincia

Ad oggi gli iscritti alle liste elettorali che votano per Camera e regionali (per il Senato votano di meno perché bisogna avere più di 25 anni per votare e più di 40 per candidarsi) sono 145.820, di cui 17.376 nel capoluogo.

Se il trend del non voto fosse quelle odierno in campo nazionale vorrebbe dire che oggi assommano a circa 50.800 i valtellinesi e valchiavennaschi quelli di cui gli scrutinatori dovrebbero fare a meno, 6080 nel capoluogo. Come a dire che in una famiglia di tre persone per almeno uno su tre - statisticamente uno virgola qualcosa - le elezioni sono cosa d'altri. Da tenere conto che le regionali del 2010 erano considerate quasi una formalità, tanto che lo scarto tra Formigoni e il principale competitore, Penati, fu superiore al milione di voti. Questa volta é competizione serrata con Albertini che non recupera certo voti a sinistra, per cui inevitabilmente, sempre che le campagne elettorali siano condotte in modo adeguato, cosa che non sempre succede, la strategia comunicativa dovrebbe proprio orientarsi verso questo ingente bacino di voti facendo diminuire l'area del non voto, a cui peraltro le vicende senesi rischiano di portare qualche alimento.

Ci fermiamo qui, in altra parte del giornale affidando ai candidati un mandato, non nostro, ma frutto di dati.

a.f.

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