LA QUERELA (Aggiornamento del 31.8: decisa invece "azione civile" - ndr) A REPUBBLICA: L'ERRORE DI BERLUSCONI

Tanto tuonò che piovve - E la querela del Premier D'Alema per una vignetta di Forattini? - L'errore - Opportunità

Repubblica seguiva una linea, certamente abbastanza spregiudicata, insistendo sui temi della vita privata - dati gli sviluppi si fa per dire 'privata' - del Presidente del Consiglio probabilmente puntando su quello che spesso succede in questi casi. C'è chi regge e chi invece cede psicologicamente. Ce l'ha fatta. Che poi sia stato Berlusconi a cedere o qualcuno del suo staff non importa. Ed è venuta la querela, probabilmente ciò che qualcuno sperava visto che ha fornito l'occasione per una levata di scudi ad ampio raggio contro "l'intimidazione", in difesa della libertà di stampa e via discorrendo.

E la querela del Premier D'Alema per una vignetta di Forattini?

Lo staff del Premier avrebbe dovuto semplicemente ricordare un precedente illustre, risalente a quasi 10 anni fa quando a Palazzo Chigi a capo del Governo c'era l'on. D'Alema. Ricordare come l'11 ottobre del 1999, sulla prima pagina di Repubblica comparve una vignetta di Forattini con D'Alema che alla scrivania ritocca col bianchetto il dossier Mitrokhin. Il Presidente del Consiglio querelò e chiese molto di più di quello che ha chiesto ora Berlusconi: tre miliardi di lire allora assai di più del milione di oggi chiesto da Berlusconi. E si trattava di una semplice vignetta…

Allora naturalmente giornalisti, intellettuali in SPE e di complemento, sinistra in genere si guardò bene da reagire come invece stanno facendo adesso. Chissà perché?

L'errore

- L'errore non è stata la querela. E' infatti indubbio che le cosiddette '10 domande' formulate e riproposte dal giornale al Premier non sono, come si vorrebbe far credere, semplici interrogativi giornalistici ma sono un dato politico-partitico vero e proprio. Un giornale dunque che fa politica, e non è una novità. Solo che rebus sic stantibus Repubblica non può invocare quella sorte di sinecura che spetta agli operatori dell'informazione. Evidentemente troppo comodo. La querela pertanto consente, in sede terza, di dipanare la questione. In sede terza a ruoli invertiti:è lui ad adire quella giudiziaria nella quale tante volte invece era stato chiamato a rispondere di questo o di quello.

Fans di Silvio e oppositori acerrimi avranno modo di seguire la questione.

- L'errore è stato il chiedere un milione di €uro, sic et simpliciter. Avrebbero dovuto chiedere un €uro, oltre la pubblicazione su Repubblica, il Corriere, La Nuova Sardegna e Il Giornale di Sardegna. In alternativa, il milione ma da destinarsi a qualche Istituzione benefica, a rate mensili da versarsi personalmente però dai condannati, ove lo fossero.

Opportunità

Poi non va dimenticata la questione opportunità.

La moglie di Cesare deve essere considerata al disopra di ogni sospetto. Secondo Plutarco questo disse Cesare per salvare nel processo la moglie che aveva fatto venire ad una festa solo femminile Publio Clodio, suo amante, vestito da donna.

Privilegio o, invece, dovere etico? Siamo per la seconda ipotesi, un paio di secoli fa tradotta nel noto "noblesse oblige", massima ideata dal duca Gaston de Lévis, che richiamava i nobili ad un comportamento coerente con il loro stato, dovendo essi essere di esempio per tutti.

Con tutto il rispetto per il Presidente del Consiglio, fermo restando il totale dissenso con quello che taluni definiscono diritto di cronaca mentre di fatto diventa licenza, il rovistare cioè nel privato e magari in particolare nelle lenzuola, una maggiore prudenza non guasterebbe, anche nelle frequentazioni e nella esposizione pubblica, sia pure spesso 'catturata' da qualcuno senza scrupoli che non manca mai.

Forse il suo staff avrebbe bisogno di registrarsi meglio…

Luca Alfio Alessandrini

PS Occorre un aggiornamento. Lunedì 31 il Presidente del Consiglio ha comunicato che nei confronti di Repubblica non é stata presentata querela bensì é stata decisa invece una "azione civile". Vi si ricorre sempre più. La querela riguarda il penale per cui potrebbe esserci sì diffamazione ma non reato. In tal caso il querelato se la cava. Non succede invece nell'azione civile.

Detto questo per completezza di informazione ai fini delle valutazioni di cui sopra dell'autore non conta affatto che sia azione civile anziché querela. Le valutazioni restano valide (ndr).

Luca Alfio Alessandrini
Politica