PROBLEMA PROVINCE. IL VICEPRESIDENTEDELL'UPI A SONDRIO, QUALCHE RISERVA 12.3.30.A.35

L'incontro di venerdì 23 marzo nella sala della Banca Popolare a Sondrio merita una riflessione. La posizione espressa dal Vicepresidente dell'UPI, e quindi dell'UPI, è, a mio avviso, molto debole, sostanzialmente in posizione di difesa. Sono otto ora le Province piemontesi? Bene, come d'accordo, ne proponiamo solo quattro accorpando. Non che sia sbagliata questa logica ma è l'ultimo punto in fase di arrivo. Si sceglie il terreno della logica istituzionale quando la vicenda è sul puro terreno politico.

Si discute di modifiche mentre l'aria che tira è che questi Enti non servono, e se non servono che senso ha fermarsi a metà strada, riducendone il numero? Via, sia pure in due tempi, prima svuotandole e poi con legge costituzionale facendole sparire.

Né riescono ad avere effetto - non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire -le argomentazioni logiche di tipo operativo, sempre perchè destinate a scontrarsi con il muro del "non servono, dunque via!". Altro se si pone la questione sul metodologico e sullo sperimentale. Con una premessa, di cui non si sente parlare, relativa alle città metropolitane, quelle dove si avrebbero grossi risparmi.

Fra meno di due mesi il Governo...

Fra meno di due mesi scade la delega rilasciata al Governo dal Parlamento (sesto comma dell'art. 23 della legge 42/2009, per adottare entro 36 un decreto legislativo per la loro istituzione. Già questo sarebbe un elemento da inserire nel dibattito politico-istituzionale con la rilevanza del caso.

Poi si spinga perchè a Roma ci si cali nella realtà: cosa vuol dire trasferire competenze e funzioni a Comuni e Regioni? Si proponga una simulazione, tecnico-politica. Un mese di tempo ad apposito Comitato, o comunque un qualsiasi organismo, anche ad esempio un Comitato ristretto della Commissione Affari costituzionali, per fare tre simulazioni: una provincia grossa (le 15 città metropolitane di cui alla legge escluse), una media, una piccola, magari di caratteristiche particolari come ad esempio una interamente montana.

Il problema non è di contentini, di soluzioni riduttive, di azioni difensive - Saitta formalmente ha detto di no a queste dovendosi passare all'attacco con proposte concrete, ma quella piemontese, utile se risultato finale, oggi viene ad avere carattere difensivo oltre a dare ragione agli oppositori ("se arretrano e propongono cose di questo genere vuol dire che avevamo ragione noi a ritenere inutili o quasi questi Enti...!"). Siamo nella logica del palazzo (p minuscola) che si difende dal Palazzo (P maiuscola) che sentendosi minacciato scarica la patata bollente sul capro espiatorio.

a.f.

a.f.
Politica