ANTISEMITISMO? SE NE CORRE IL RISCHIO

L'opinione di ebrei italiani - Sharon, Milosevic e terrorismo: quale differenza? - Per Sharon isolato tutto il mondo ha torto - Sharon: linea di ineccepibile coerenza - La vera posta in gioco: i Territori -



L'OPINIONE DI EBREI ITALIANI

Ebrei italiani, intervistati alla TV durante una manifestazione
alla Sinagoga di Roma hanno denunciato l'avanzata
dell'antisemitismo.

Occorre certo attenzione, perché questo cancro sia combattuto, e
con successo, per il che occorre agire per tempo. Agire per
tempo significa però evitare gli agenti scatenanti del morbo.

Di questi agenti purtroppo nell'aria ce ne sono diversi. Dal
Medio Oriente si stanno diffondendo.

Traversiamo il Mediterraneo e, in modo anche duro se occorre,
visto quale può essere il rischio, analizziamo quanto sta
accadendo in Medio Oriente.


SHARON, MILOSEVIC E TERRORISMO: QUALE  DIFFERENZA?

In premessa la fin ovvia considerazione che sono parimenti
aberranti il terrorismo e l'apologia del terrorismo, che mai ha
giustificazione.

Legittima la repressione, ma c'é modo e modo, e soprattutto
prevenzione perché esasperando si offre occasione di alibi e di
proselitismo.

La motivazione data da Sharon, e ripetuta pari pari ovunque da
qualsiasi israeliano, per le perazioni militari nei Territori
praticamente con tutto l'esercito, é la lotta al terrorismo.

La motivazione data da Milosevic, nell'autodifesa nel corso del
processo a suo carico, per le operazioni militari in Yugoslavia
praticamente con tutto l'esercito, é la lotta al terrorismo.

Nei Balcani certamente vi sono stati eccessi feroci di natura
etnica, ma nelle motivazioni-base dell'avvio della dura
repressione vi sono differenze?

Si analizzi a fondo, con onestà intellettuale, la questione.

C'é, appunto, differenza?


PER SHARON ISOLATO TUTTO IL MONDO HA TORTO


Ricordiamo un commento a Londra: "nebbia sulla Manica, il
continente é isolato". Il detto, peraltro significativo del modo
di sentire inglese, suscita il sorriso. Molto più drammatica, ma
fondamentalmente la stessa, la posizione del Governo israeliano.


Tutto il mondo - ora che anche Bush si é reso conto del rischio
per gli USA di tenere una posizione cara ad alcune lobbies
interne ed esterne al suo Partito -, critica le "operazioni
militari"?

Tutto il mondo sbaglia.

Arafat - anche se per la verità non é uno stinco di santo - é la quintessenza di
tutti i mali, i Palestinesi devono stare buoni nei loro campi,
gli insediamenti dei coloni israeliani nei Territori occupati
debbono continuare, le risoluzioni dell'ONU passate e recenti sono carta straccia.


L'Europa unitariamente decide di inviare una delegazione
rappresentativa per cercare di intavolare un minimo di
trattativa? Ai Ministri degli Esteri europeo Javier Solana e
della Spagna, Paese che per turno ha la Presidenza europea,
Joseph Piqué, recatisi in Israele, viene sbattuta la porta in
faccia. Persino al plenipotenziario americano Zinni viene
inizialmente rifiutato l'incontro con Arafat.

Siamo al punto che persino il principale e fedelissimo alleato
di Israele nello scacchiere, la Turrchia, per bocca del suo
Premier dichiara che Israele sta commettendo un genocidio. Non
l'ha detto Saddam o qualche altro leader arabo estremista, ma il
fedelissimo alleato...


SHARON: LINEA DI INECCEPIBILE COERENZA

In realtà la linea di Sharon é di una ineccepibile coerenza.

Ha cominciato andando sulla spianata delle Moschee, una
colossale provocazione che ha dato il via alla seconda Intifada.
E' andato sostenendo che Arafat non era l'interlocutore e che il
processo di pace avrebbe potuto avere inizio solo il giorno dopo
la messa da parte di Arafat, pur sapendo che non solo il mondo
arabo ma il mondo intero riconosce solo ad Arafat il titolo di
rappresentare i Palestinesi. Fin dai primi attentati,
rivendicati da questa o quella frangia estremista palestinese,
la sua rappresaglia non é stata indirizzata verso Hamas e soci
ma verso l'Autorità Palestinese considerata colpevole di non
evitare gli attentati (abbiamo scritto che a questa stregua
Aznar in Spagna é responsabile degli attentati dei baschi, che
Blair in Gran Bretagna é responsabile di quelli dell'IRA ecc.
ecc.!). E' duramente insorto contro gli USA quando Bush, dopo
l'11 settembre, ha opportunamente voluto che nel fronte
anti-terrorismo mondiale ci fosse anche Arafat, e quando ha per
la prima volta dichiarato la necessità di uno Stato Palestinese.
Ha rischiato la rottura con gli USA, anche se, obtorto collo, ha
dovuto in questo caso presentare le sue scuse.

Ha accentuato le sue rappresaglie contro gli attentati - che
ovviamente, anche in condizioni disperate come sono quelle dei
Palestinesi non trovano non solo giustificazione ma neppure
attenuante alcuna, sia chiaro - esasperando sempre di più la
situazione.

Aveva promesso, in campagna elettorale, sicurezza.

Seminando vento ha raccolto tempesta.

Dicono che ha fallito.

Non ha fallito.

Per lui sicurezza di
Israele vuol dire niente Stato Palestinese e ritorno indietro
rispetto agli accordi di Camp David, La sicurezza, la "sua"
sicurezza anche a costo di una crisi mondiale.

Imperterrito prosegue sulla sua linea. "Mi fermino" - sembra
dire il generale Sharon, come diceva sui campi di battaglia - 
"se ne sono
capaci"...


LA VERA POSTA IN GIOCO: I TERRITORI

Ritiene di avere un alibi di ferro: l'eliminazione del
terrorismo.

Ha il Mossad, servizio segreto che dicono sia il più efficiente
del mondo. E' in condizioni quindi di eliminare i capi e i
nuclei del terrorismo, non con i carri armati e gli elicotteri
ma alla moda di 007, Schiera invece l'esercito.

Sharon ha capito, dopo l'11 settembre, di essere in una spirale
che conduce diretta alla creazione dello Stato Palestinese e
alla restituzione dei Territori, magari con una prima fase -
unica via politicamente agibile - di giurisdizione temporanea
affidata all'ONU..

C'é per lui un solo modo di uscire da questa spirale: creare
le condizioni perché non ci siano le condizioni per la creazione
dello Stato Palestinese.

D'un lato eliminare, o comunque cacciare in un angolo Arafat
sapendo che dietro a lui non ci sono personaggi adeguati per
levatura ed autorevolezza. Dall'altro distruggere
l'articolazione, la struttura, del potenziale Stato, oggi
costituite dall'Autorità Palestinese che ha giurisdizione su
neppure un quinto della Cisgiordania.

I carri armati nulla possono contro i kamikaze che hanno la
possibilità di colpire in ogni momento, anche se le operazioni
militari avessero pieno successo. I carri armati e l'esercito
possono però completare l'opera disarticolando totalmente
l'Autorità, rendendo improbo il compito di creare uno Stato dal
nulla. E intanto i Territori restano israeliani.


RISCHIO ANTISEMITISMO


Nell'ultimo scorcio del secolo, anzi del millennio, la piaga
dell'antisemitismo aveva fortunatamente registrato un forte
regresso nel mondo:

Per Israele é tutto il mondo che sbaglia, solo loro hanno
ragione.

La nostra cultura porta all'esortazione ad una
tessitura andreottiana, ad un certosino lavoro di cucitura, alla
diplomazia parallela visto che quella effettiva é impotente. Non
tutti hanno la nostra cultura. Il pericolo sta nella frase che
si sente dire: "Ma chi siete? il popolo eletto?", anticamera di
fremiti e di sviluppo dell'antisemitismo.

Rischio grave, oltre che posizione eticamente da combattere da
parte di ciascuno di noi. Battaglia persa però se là si continua
a gettare benzina sul fuoco.


RUOLO DEGLI EBREI D'ITALIA, D'EUROPA, DEL MONDO


Ruolo importante hanno gli Ebrei d'Italia, d'Europa, del mondo.

Per Israele chi non é d'accordo é un avversario o comunque é uno
che non capisce niente, troppo amico dei palestinesi.

Siano gli Ebrei sparsi nel mondo a far capire a Tel Aviv che
ragioni e torti non sono da una parte sola, che ci sono diritti
degli uni ma anche diritti degli altri, e che l'Occidente, con USA
e URSS può far capire, eventualmente imporre, a tutto il mondo
arabo di impegnarsi a fondo contro le cellule terroristiche (ed
anche, per obiettività, evitare certe ambiguità tipicamente
arabe da cui lo stesso Arafat non é immune) solo se a Tel Aviv
si entra nell'idea della, giusta, tutela di un popolo, non di un
"popolo eletto" che voglia per diritto divino più diritti di un
altro popolo (che in quella Terra c'era da prima).
a.f.


GdS 8 IV 02

OC-GdS5: Attenzione alle persone anziane. C'è anche qualcuno che attraversa all'improvviso, magari dopo aver guardato verso di noi e visto che l'auto arrivava.

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