BALDONI - LE DUE RAGAZZE - BESLAN

di Gianni Toffali

BALDONI

Una lezione di dignità è arrivata dal governo: nessun commento e
nessuna speculazione sulla morte di Baldoni. Solo
compassionevoli silenzi. Eppure, con tutto il rispetto per il
giornalista ucciso, motivi validi se ne sarebbero trovati. A
tutti sono note le posizioni di Diario (il settimanale per il
quale Baldoni collaborava), un giornale di sinistra che non ha
mai esitato a definire Resistenza il terrorismo islamico
irakeno. Nessuno mette in dubbio che Baldoni fosse un autentico
uomo di pace, ma si può dire altrettanto per i pacifisti
italiani che nemmeno in questa tragica circostanza hanno saputo
inchinarsi con un dignitoso silenzio alla morte e al dolore?
Come sciacalli, anche in questa tragica circostanza hanno
ventilato con immaginifica "perversione" responsabilità
governative per l'omicidio di Baldoni. Chi ama la pace, non la
promuove seminando divisione, disprezzo e odio. In questi due
anni di battaglia contro il terrorismo internazionale (che
ancora qualcuno ideologicamente si ostina a chiamare guerra
d'aggressione), i pacifisti invece di comprendere la storia, di
capire chi siano i nemici della civiltà, i portatori di cultura
di morte, hanno preferito sputare veleno contro il democratico
Occidente. Con il rapimento dei giornalisti francesi, si deve
prendere atto che l'ideologia pacifista è morta e sepolta. La
Francia ha osteggiato il piano americano, ma i terroristi, della
codarda politica dello struzzo d’oltralpe, se ne sono fatti un
baffo! Solo degli allocchi possono sperare che evitando di
guardare in faccia il nemico, questo nemico non esista. Ci si
deve ficcare in testa che chi è disposto ad immolare la propria
vita sull’altare del fanatismo,a nulla importa della vita
altrui. Per i terroristi non esistono amici, o nemici, pacifisti
o "guerrafondai", ma solo carne satanica da macellare nel nome
del loro dio. L'errore insormontabile dell'occidente, è quello
di applicare ai terroristi islamici e ai subdoli regimi che li
sostengono, le proprie griglie interpretative. Checché ne dicano
sedicenti teologi d’accatto, il dio dell’islam, non è il Dio dei
cristiani. Qualcuno dimostri in quale documento stia scritto
questa panzana. Il Papa che ha baciato il Corano, è stato solo
un arrendevole atto di real politik dettato dalla ragion
pratica. Nell’Islam, libertà, giustizia e diritti, assumono
tutt’altro significato rispetto alla cultura occidentale.
Sgozzamenti e omicidi lo testimoniano ogni giorno. L’Occidente
non è ne superiore ne inferiore all'Islam, semplicemente è altra
cosa. Fino a che la vita umana sarà trattata alla stregua di
merce di scambio, il pugno di ferro sarà l'unica risposta
plausibile. L'America di Bush e della Fallaci l'ha capito, in
Italia i gonzi del pacifismo, nonostante i pesci in faccia degli
“amici” terroristi, ancora sventolano bandierine. Se non fosse
tragica, ci sarebbe da sorridere.



IL RAPIMENTO

La saggezza popolare dice che sbagliare è umano,
perseverare diabolico. Che altro pensare dinnanzi al rapimento
delle due ragazze italiane? Evidentemente le lezioni impartite
dai terroristi islamici agli occidentali di buona (o ingenua?)
volontà che si illudevano (e tutt'ora si illudono) di aiutare il
popolo irakeno in nome del “volemose ben” e di una utopica
fratellanza universale, non sono servite a nulla.
“Leggerezze” ideologiche che costano e costeranno care alle
diplomazie occidentali, e un’offerta su un piatto d’argento al
terrorismo che sentitamente ringrazia di cotanta “merce di
scambio” facilmente disponibile sulla piazza del macello
irakeno.


BESLAN, LA FIACCOLATA DI VERONA

Mercoledi 8 Settembre si è svolta a Verona una
fiaccolata per le vittime della tragedia di Beslan. Anche se di
comune accordo si era deciso di non ostentare alcun simbolo di
appartenenza politica o religiosa, la piazza traboccava di
bandiere della pace distribuite dalla Cgil.

Sappiamo che la
perfezione non è di questo mondo e l’appropriazione indebita
delle piazze è un vizietto nazionale, ma ciò che ha stupito è
stato altro. Incredibilmente nessuno dei partecipanti che ha
preso la parola, ha avuto il coraggio di menzionare il
terrorismo islamico. Tutti si sono limitati alla parola
terrorismo, "di stato o individuale" come ha detto l'imam di
Verona. Della matrice islamica nessun riferimento. Suvvia, siamo
onesti, sono gli stessi terroristi a gridarci in faccia il loro
odio nel nome di Allah. E poi tutti i gruppi che rivendicano
stragi e omicidi, portano sigle che si riferiscono all’islam o
che inneggiano alla guerra santa. E' cosi scomodo o poco
politicamente corretto prenderne atto? Come si fa a sostenere
che la componente religiosa non ha nulla da spartire con il
terrorismo? Nessuno è disposto ad immolare la sua vita in nome
di ideologie umane. Si è mai sentito di comunisti, nazisti o
fascisti suicidatisi per la causa del partito o della nazione?
Nessuno mai è stato tanto fesso. Solo la consapevolezza di un
bene superiore (paradiso) può spingere al gesto estremo. Troppo
facile liquidare la questione del terrorismo senza toccare i
tasti scomodi della religione. Perché volenti o nolenti, da
questo brodo di coltura, è scaturito il conflitto in atto.
Gianni Toffali

Gianni.Toffali@inwind.it


GdS 10 IX 2004 - www.gazzettadisondrio.it

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