I

di Alberto Frizziero

Il vantaggio DEI LETTORI di questo giornale

Il vantaggio dei lettori di questo giornale é che tutti gli articoli
pubblicati dal gennaio del 2001 sono consultabili e leggibili in
ogni momento. In particolare tutti quelli scritti prima e
durante la disgraziata guerra in Irak. Disgraziata per le
ragioni che allora eravamo andati esponendo e che, ahimè, hanno
trovato dopo, e continuano a trovare ora, tragica conferma.

Eravamo stati accanitamente contro la guerra, "da amici degli
americani" al contrario di chi era contro perché nemico degli
USA. Sul piano etico per le ragioni allora magistralmente
prodotte da Papa Wojtyla, ancorché inascoltato, che però aveva ottenuto un importante
risultato avendo scongiurato allora il
pericolo di una guerra di religione. Pericolo che si affaccia di
nuovo perché, come avevamo scritto allora, distrutto il potere
di Saddam e del partito Baath inevitabile il beneficiario
dell'eredità, e cioè il  fondamentalismo: dalla padella
nella brace.

Ricordiamo ancora che avevamo drammaticamente tradotto la
situazione evocando la "questione del papiro"
- articolo da leggersi o rileggersi ora, istruttivo - che,
poveraccio, quand'anche completo sotto ogni punto di vista aveva
il difetto ...di non volare! La guerra all'Irak era comunque
decisa, e comunque sarebbe stata fatta, perché così era stato
deciso.


Ci hanno
voluto imbrogliare


Ci hanno voluto imbrogliare con la storia delle armi di
distruzione di massa. Guarda caso questo giornale aveva dato
notizia, sia pure in sintesi, degli armamenti a disposizione
delle forze armate di Saddam, tutto sommato ben poca cosa.
Avevamo anche sottolineato a un certo punto un particolare
rilevante e significativo. Prima di quello che
avrebbe dovuto essere l'assedio di Bagdad il comando USA fece
dismettere ai soldati le pesanti protezioni contro,
appunto, le armi di distruzione di massa. Guardacaso proprio nel
momento in cui, se queste armi fossero esistite, ci sarebbe
stato il maggior pericolo. In realtà non c'erano, e magari anche
lo si sapeva bene...

Questa balla colossale é stata la seconda bufala. La prima era
stata l'asserita necessità di muovere militarmente contro l'Irak per via
del terrorismo. Caduta questa velleitaria e dilettantesca prima
accusa era nata allora la litania delle armi di distruzione di
massa.

In tutto l'Occidente fior di personaggi hanno dato vita a
dibattiti in TV o a profluvi di parole sulla stampa, perorando
la causa della guerra non perché guerrafondai ma per eliminare
questa minaccia pericolosissima per l'umanità. Ricorderemo una
persona conosciuta un tempo, allora era DC, e stimata, come
Gustavo Selva, spesso in TV impegnato nella causa del "delendus
Saddam". Si vedeva che era in buona fede e che ci credeva veramente
che
queste fantomatiche armi ci fossero sul serio, e quindi
nell'indispensabilità del conflitto. Sono stati tantissimi come
lui, imbrogliati a ragion veduta, a diffondere il messaggio
dell'inevitabilità della guerra perché sennò Saddam avrebbe
potuto fare polpette di tutti noi.

Rileggiamo ancora quel che avevamo scritto allora.

I fatti
dimostrano che un modestissimo giornale di periferia come il
nostro aveva previsto come sarebbero andate le cose mentre soloni e strateghi della maggiore potenza mondiale
non solo hanno imbrogliato ma hanno
sbagliato se non tutto quasi tutto.


Una
pagina veramente disastrosa


Una pagina veramente disastrosa per gli Stati Uniti ma, quel che
é peggio, per tutto l'Occidente. C'é però una responsabilità di
fronte alla storia del premier inglese Blair. Non si fosse
dimenticato di essere anche lui in Europa, avesse prima
ragionato un po' di più da questa parte dell'Atlantico avrebbe
reso più prudenti gli USA che da soli non avrebbero potuto
avventurarsi, dilettantisticamente come hanno fatto sbagliando
tutto sul piano psicologico e su quello politico e qualcosa
persino sul piano militare nonostante il rapporto di forza che
avevano di 248 a uno.

L'Europa avrebbe, forse, potuto dire
la sua e così pure l'ONU, allora di fatto umiliata e messa in
condizioni di non esercitare, neppure ora, quel ruolo che
sarebbe stato e ora sarebbe essenziale.


Ritirare
o no i nostri soldati?

In una situazione disastrosa e difficile da qualsiasi parte
la si guardi parte del mondo politico italiano é per il ritiro
dei nostri soldati, e in realtà lo sono anche molti cittadini di
idee politiche diverse.

I favorevoli sostengono che invece i soldati debbono restare
perché la missione é di pace e bisogna aiutare il popolo irakeno
a costruire la democrazia.

 

Perché i 
nostri soldati debbono restare

Non riusciamo a capire perché le cose non vengano chiamate
con il loro nome. I nostri soldati, come quelli di altri
Paesi, debbono restare
, e altri debbono aggiungersi non per
quelle nobili ragioni di cui si parla, e cioè per favorire la
nascita di una democrazia, che oltre a tutto, nei nostri
termini, é lontana dalla cultura di quel popolo.
I nostri soldati, come quelli di altri Paesi, debbono restare
per evitare che, nel caso di abbandono, si instauri un regime
peggio di quello dei talebani.
L'Irak di Saddam era l'unico
Paese arabo laico. Oggi sarebbe destinato, e lasciato a sé, a
diventare il più intransigente Paese confessionale, animato di
sacro furore contro l'Occidente in genere. Altro che Saddam!

Dobbiamo restare e, difficilissimo, cercare di convincere a
mandare loro soldati i Paesi arabi. Un occidentale di fronte a
una moschea, o a un Municipio, o a una scuola é una
provocazione. In quei posti, e altri ancora, occorrono soldati
arabi, quelli che al richiamo del muezzin, si chinano essi pure
a terra guardando in direzione della Mecca, quelli che con la
popolazione locale hanno in comune quello che non hanno gli
americani, e, ora, anche gli occidentali in genere, sempre più
invisi.


Non bisogna
fare i conti senza l'oste


Secondo la saggezza popolare non bisogna fare i conti senza
l'oste. Qualcuno, a cominciare dal Pentagono con i suoi falchi,
ha voluto fare i conti a modo suo. Sarebbe bastata la tavola pitagorica,
quella che abbiamo usato noi, ma nei palazzi del potere
d'oltre Atlantico si é preferito usare i cervelli elettronici,
compresi quelli perfezionatissimi di missili & C.

Vediamo tutti
quanto maggiore fosse l'affidabilità delle tabelline europee...

Secondo il Governo USA doveva essere una guerra di due giorni,
come ha rivelato il Ministro inglese dimessosi per il suo
dissenso con Blair sulla guerra. Avrebbe dovuto esserci una
popolazione festante per la cacciata di Saddam. In pochissimo
tempo le cose avrebbero dovuto andare a posto, compreso il
petrolio da estrarre secondo nuovi contratti, prima essendo
escluse le compagnie americane. C'era chi aveva perfino
preparato per la Casa Bianca un rapporto su come assorbire il
costo della guerra con l'estrazione di petrolio. Ma l'oste?


Si é seminato
odio raccogliendo tempesta


Si é invece seminato odio raccogliendo tempesta persino dagli
sciti, maggioranza in Irak che però doveva sottostare ai sunniti
di Saddam e che avrebbe dovuto essere la forza filo-americana.

Una tempesta che
flagella tutti e che rischia di produrre danni vistosi
all'Occidente, visti i dissensi in Europa, la spaccatura
profondissima nella Lega Araba, la sragionevolezza totale e
reciproca fra israeliani e palestinesi, la debolezza delle
Istituzioni internazionali, la stessa fragilità della politica
rispetto allo strapotere della finanza, l'appannamento dei
valori. E il terrorismo che in questo quadro va a nozze.


Saggia Europa

Forse che si debba ripetere il famoso "O tempora o mores!"?

No. Occorre di più, occorre dire "O tempora, o mores, o homines".

E, stando nella classicità, é d'uopo il ricorso a Diogene e alla
sua lampada. Ne occorrerebbe una potentissima per fare ritrovare
nei Palazzi del potere il buon senso perduto. Quel buon senso di
cui, fra i tantissimi lontani da quei Palazzi, anche questo
nostro modestissimo giornale aveva fatto largo uso nel motivare,
con il Papa, il no alla guerra anche per quello che sarebbe
venuto dopo.

Avere visto giusto non é stato senso profetico, ma
semplicemente buon senso comune definito però con
arroganza da uno sprezzante Rumsfeld "roba da vecchia
Europa". Era "roba non da vecchia ma da saggia Europa", che nei suoi cromosomi ha
certamente meno prurito da dollari, ma storia e tanta cultura, i requisiti
di cui oggi c'é più bisogno (sempre che venga neutralizzato il
ricorrente tarlo delle divisioni...).

Purtroppo si é tirata troppo la corda e oggi prendere il bandolo della
matassa diventerebbe cosa ardua perfino per la "saggia" Europa
quand'anche unita e risoluta.

Purtroppo dovunque si guardi si
vede nero. Compreso "il passaggio di poteri" a giugno a un
Governo irakeno che non avrà legittimazione reale e consenso
effettivo. Compreso l'invocato da molti diretto intervento
dell'ONU che non ci sarà perché non ne esistono le condizioni
concrete.

Compreso infine il ruolo del nostro Paese, un tempo e a lungo in
buoni rapporti con l'intero mondo arabo e oggi invece,
anch'esso, sulla lista nera.
Alberto
Frizziero



GdS 10 IV 2004 - www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
Politica