Gli Italiani nel Mondo negli Statuti Regionali

Posizione innovativa della Regione Lombardia

Nel recente Convegno dell’UNAIE svoltosi a Treviso è stata posta
la questione del rapporto tra Statuti Regionali e Italiani nel
Mondo , al fine di riconoscere a questi ultimi la possibilità di
essere inseriti a pieno titolo nella legislazione regionale come
portatori di diritti politici e civili. Fatto questo che
presuppone l’individuazione di come si intendono definire i
nostri corregionali all’estero, rispetto alle Regioni d’origine.

Una questione nient’affatto oziosa che può determinare una
legislazione assai diversa nell’ambito dell’auspicata
”cittadinanza regionale”, sia in termini di rappresentanza che
di partecipazione ,anche rispetto al tema immigrazione da cui
non si può prescindere .


Oggi le tendenza legislative prevalenti privilegiano un concetto
di cittadinanza collegato allo jus sanguinis che utilizza come
criterio la pura e semplice appartenenza genealogica (e quindi
legato alla discendenza della propria famiglia, emigrata
dall’Italia ).

A titolo esemplificativo il Veneto dichiara nel suo documento
programmatico di legislatura di mirare a costruire una “Veneto
Community”, tra i veneti del Veneto e i milioni di veneti che
abitano nel resto del mondo, mantenendo intatte radici e senso
di appartenenza “ e investendo “prioritariamente sui giovani
oriundi “

Rispetto a tale visione si inserisce quella innovativa della
Regione Lombardia che nel suo “Documento generale sulle
relazioni internazionali”, ispirandosi ai Paesi di influenza
anglosassone fa prevalere un concetto di cittadinanza legato
allo jus loci, o iure soli (attribuita a tutti coloro che
nascono nel territorio).

In esso si dichiarava la possibilità di aderire ad un sistema
culturale, sociale ed economico lombardo senza precluderlo a
tutti quei soggetti che intendevano abbracciare il "modello
Lombardia".


A tal fine si auspicava una legislazione, che pur tenendo in
debita considerazione il carattere di "italicità "dei nostri
migranti, dovesse sorpassare l'appartenenza meramente etnica
"lombarda", rispondendo sempre più alle esigenze di coloro che
desideravano accedere al "Sistema Lombardia" , che si
identificavano nelle istituzioni e negli ideali che hanno
portato all'avanguardia la Regione Lombardia e tutto il suo
sistema (culturale, produttivo ed economico.

Un modello che ben si inserisce sulle nuove necessità,
determinate dalla recente “mobilità italiana nel mondo” formata
da intellettuali e imprenditori che risiedono permanentemente o
temporaneamente all’estero.

A mio avviso,pur con le opportune correzioni ed aggiustamenti
tesi a mantenere un legame con le proprie radici nella terra
d’origine, a fronte di una sempre maggiore integrazione dei
giovani oriundi italiani all’estero ,questa concezione
“lombarda” può essere accolta negli Statuti regionali come
elemento di coesione per una nuova italianità .Una italianità
nella quale accanto ai diritti politici, si possa usufruire di
tutte quelle opportunità sociali e culturali che possono offrire
le Regioni italiane.
Daniele Marconcini (x)

(x)
Presidente
dell’Associazione dei Mantovani nel Mondo (UNAIE)


GdS 20 VII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Daniele Marconcini (x)
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