RUSSIA NELLA NATO. OVVIO

L'equilibrio del terrore - La salvezza dell'umanità dal Giaèppone - Poi reagan, Gorbaciov, il Papa polacco - Dall'URSS alla Russia - La Russia oggi - Putin é tornato alla vocazione europea - Una garanzia



L'EQUILIBRIO DEL TERRORE


La notizia é stata definita storica: la Russia nella NATO.

Per mezzo secolo, o quasi, l’equilibrio mondiale si è fondato
sulle armi, con una definizione che la diceva lunga:
l’equilibrio del terrore.

Di qua la NATO fondata, dopo il fallimento della CED (Comunità
Europea

di Difesa) per il voto contrario della Francia, il 4 aprile 1949
da

Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Gran Bretagna, Islanda,
Italia,

Lusemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, USA. Nel 1952
Grecia e

Turchia, nel 1955 la Repubblica Federale Tedesca, nel 1982 la
Spagna.

(Guerra di Yuguslavia)

Di là della Cortina di Ferro il Patto di Varsavia, alleanza nata
il 14

maggio 1955, che riuniva i Paesi comunisti.(Albania, Bulgaria,


Cecoslovacchia, Polonia, Repubblica Democratica Tedesca,
Romania,

Ungheria, URSS).

LA
SALVEZZA DELL'UMANITA' DAL GIAPPONE


La salvezza dell’umanità è dipesa dal ricordo di Hiroshima e
Nagasakj, le due città polverizzate nel 1945 dalle bombe A che
pure rispetto agli ordigni odierni, erano “robetta”. C’era cioè
la consapevolezza che chi avesse schiacciato i bottoni rossi
avrebbe sì ottenuto la distruzione dell’avversario ma avrebbe
determinato anche la propria. E non solo quella fisica ma, nel
tempo, anche una quasi generale estinzione della vita, umana e
animale, per le conseguenze della radioattività.

Migliaia di missili erano puntati, parte ridotta ancora oggi, su
precisi obiettivi distanti anche 10/15.000 Km con grande
precisione.

URSS e Occidente si misuravano anche militarmente, nei
cosiddetti conflitti regionali, appoggiando questo o quell’altro
contendente.

POI
REAGAN , GORBACIOV, IL PAPA POLACCO
Poi è arrivato Reagan,
che ha impresso al confronto con l’URSS un ritmo serrato, basato
su due opzioni, quella economica e quella militare con lo “scudo
spaziale”, un’avventura che sarebbe stata finanziariamente
difficile anche per gli USA ma che era proibitiva per l’URSS.
Qui intanto il conservatorismo dominante subiva una forte
erosione per effetto d’un lato dell’affermarsi della generazione
che non aveva conosciuto la Rivoluzione d’Ottobre e in
conseguenza delle necessità della popolazione. La crescente
domanda di beni di consumo, a cominciare, per fare un esempio,
dagli elettrodomestici piuttosto che di mille altre cose in
Occidente ormai cosa comune da anni, non poteva essere
soddisfatta da un’organizzazione statale soffocante e che aveva
ancora il suo pilastro nel Grossplan, pianificazione poliennale
che avrebbe dovuto prevedere tutto e che regolarmente faceva
acqua da tute le parti.

La risolutezza di Reagan, seguita poi da Bush padre,
l’avvedutezza di Gorbaciov nonché l’effetto-domino clamoroso del
Papa polacco cambiarono il mondo.

Gorbaciov pagò la sua avvedutezza strategica, Eltsin pilotò la
fase transitoria sino all’affermazione di un Putin che aveva
alle spalle la più completa carriera nelle stanze del potere,
KGB compreso.


DALL'URSS ALLA RUSSIA


L’Unione Sovietica (URSS), circa 300 milioni di abitanti, dei
quali

poco meno della metà russi, si estendeva per 5443900 kmq in
Europa e

per 16831000 kmq in Asia. Comprendeva 15 Repubbliche Federate (e
20

Repubbliche autonome al loro interno): oltre la Russia Armenia,


Azerbaigian, Bielorussia, .Estonia, Lettonia, Georgia,
Kazakistan,

Kirghizistan, Lituania, Moldavia, Tagikistan, Turkmenistan,
Ucraina,

Uzbekistan.

Pur essendo il territorio europeo solo un quarto del totale, il


prevalente dato demografico-etnografico, la storia, la cultura,
la

forza trainante del baricentro politico-economico, cioè
Mosca,fonte di

un potere sempre forte nei secoli, hanno determinato una
condizione

assolutamente egemonica della Russia. E, in effetti,

l’alba della sua storia, la battaglia nei pressi del

fiume Kalka nel 1223, aveva anticipato l’invasione in Russia dei


Tartari. Dopo l’occupazione mongola, a partire dal secolo XIV
venne assumendo

importanza e peso il Ducato di Moscovita sino ad arrivare, nel
1500

con Ivan il Terribile, all’unificazione russa per poi, via via,


arrivare all’annessione di territori sino al Pacifico.

Anche nel campo religioso si affermò – a parte la parentesi
comunista –

il cristianesimo, con al centro il Patriarcato di Mosca.
Sintomatica

l’invasione afgana del 1979, rimasta per anni inspiegata e

inspiegabile. In realtà allora si stava diffondendo il
khomeinismo, e

il punto di attacco era proprio l’Afghanistan confinante con

Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Repubbliche abitate da
musulmani

e quindi esposte al “contagio”. Il khomeinismo era un potenziale


pericolo mortale per l’allora monolite sovietico e l’invasione,
pagata

a caro prezzo in uomini e risorse, fu indispensabile per creare
una

sorta di cintura sanitaria tale da evitare appunto questo
contagio.

LA
RUSSIA OGGI


Poi glassnost e perestrojka fino al 1991, quando c’è stato il
collasso dell’URSS e la Russia è nata come Stato indipendente.

Russia primo fornitore di petrolio – le sue riserve sono un
ventesimo

di tutte quelle mondiali) e tra poco, supenado l’Algeria, anche
di metano dato che le sue riserve sono un quarto di quelle
mondiali) (ora Algeria).

Oggi in Russia c’è l’economia di mercato, una stampa libera, la
Russia è membro del FMI, della Banca mondiale, partnen ufficiale
dell’ l’Unione Europea.

Torniamo alla NATO.

PUTIN E'
TORNATO ALLA VOCAZIONE EUROPEA


Putin è tornato all’antica vocazione europea.

Non dimentichiamo che ad est c’è la Cina, tuttora impegnata a
fornire al 25% della popolazione mondiale – tanti sono i cinesi
– e con il 7% delle terre fertili del mondo, il pane e il lavoro
in una graduale modernizzazione che sta riducendo il gap di
decine di anni che aveva rispetto all’Occidente e alla stessa
Russia.

Incoraggiato in questa scelta da un’oculata politica di alcuni
Paesi, in prima fila l’Italia con una marcia di avvicinamento a
tappe dei diversi campi.

Gli attentati dell’11 settembre hanno accelerato il processo che
nel conflitto jugoslavo qualche tentennamento lo aveva
registrato per via dell’antica e tradizionale amicizia con i
serbi.

UNA
GARANZIA IN PIU' PER I NOSTRI FIGLI


Ora la Russia entra nella NATO. Ci si è affannati a spiegare
“non ancora a pieno titolo”. Inezie. Politicamente c’é.
Operativamente, è naturale, ci vorrà del tempo.

Conta la decisione politica. Contano le prospettive.

La scelta, ovvia conclusione a nostro avviso, va salutata come
un passo avanti per l’intera umanità, come una garanzia in più
per i nostri figli.

Resta, sullo scacchiere mondiale, una migliore definizione del
rapporto dell’Occidente, Russia compresa, con il mondo arabo, ma
di questo parleremo un’altra volta.
***


GdS 18 V 02

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