SANTA RUSSIA Teatro Dubrovka di Mosca - La Cecnia - Oleodotti - Autonomia - Illuminazioni

Teatro Dubrovka di Mosca - La Cecnia - Oleodotti - Autonomia - Illuminazioni


    



Teatro Dubrovka
di Mosca

A molti di noi sono rimaste impresse nella mente le
immagini che ci sono giunte da Mosca, riguardanti la
conclusione di quel drammatico episodio verificatosi
all’interno del Teatro Dubrovka negli ultimi giorni
dello scorso ottobre. 200 sono stati i morti, tra cui
donne e bambini (ma continua a rimanere il dubbio sul
numero esatto delle vittime).

Era un atto di violenza inaudita attuato da terroristi
Cèceni contro il Governo Russo, colpevole, secondo loro,
di non voler concedere l’indipendenza alla loro Patria,
appunto la Cecenia. Questa è la versione ufficiale
fornita dalle Autorità governative agli organi di
informazione mondiali.

Ai più attenti osservatori delle vicende internazionali,
le versioni ufficiali non bastano, anzi, le versioni
ufficiali non fanno altro che alimentare dubbi e
sospetti sull’intera vicenda. Per esempio, era proprio
necessario il sacrificio di tante persone? Erano e sono
chiare a tutti i cittadini Russi le vere ragioni che
inducono il popolo Cèceno a continuare una guerra che
dura da più di dieci anni? ossia dalla caduta del regime
sovietico.

Al pubblico di tutto il mondo, ogni tanto vengono
mostrate le immagini di quella assurda guerra, senza
però aggiungere spiegazioni convincenti sulle sue
origini e sulle sue cause.


LA CECENIA


Per sommi capi è bene precisare che la Cecenia si
colloca nel ricco e martoriato territorio chiamato
Caucaso o Caucasia (un tempo appartenente per intero
all’Unione Sovietica) che per ragioni orografiche e
climatologiche è praticamente diviso in due parti: la
Ciscaucasica e la Transcaucasica (la Ciscaucasia si
trova a Nord-Est della impervia catena montuosa che
attraversa. l’istmo da un mare all’altro, mentre la
Transcaucasia si trova a sud-ovest

La prima comprende i territori delle Repubbliche
autonome del Daghestan, di Cabardino-Balkaria, dell’Ossezia
settentrianale, della Cecenia, delle provincie autonome
di Krasnodar, di Stavropol, e di Karasajevo-Cerkessia,
ora appartiene alla nuova Federazione Russa; mentre
la seconda  comprende la Georgia, l’Armenia e
l’Azerbaigian, dopo lo smembramento dell’Unione
Sovietica sono ridiventati stati autonomi.

E’ risaputo che quella regione è molto ricca di
petrolio; risorsa che purtroppo è fonte di conflitti
alimentati dalla cupidigia del possesso, sia da parte di
coloro che desiderano avere libertà e opportunità di
accesso ai giacimenti (Russia e Occidente), e sia anche
dagli stati e dai popoli autoctoni che desiderano trarne
il maggiore vantaggio possibile per soddisfare i propri
bisogni.



oLEODOTTI


La Cecenia che si trova collocata proprio nella parte
più stretta dell’istmo che divide i due mari (circa 200
Kilometri), si vede attraversare il proprio territorio
da oleodotti, che collegano il Mar Caspio con il Mar
Nero (dove passa, o dovrà passare, il petrolio
proveniente dall’Iran, dal Kazakistan e dal
Turkmenistan) e si vede succhiare il petrolio dai propri
pozzi di produzione senza essere partecipe diretta di
quella grande ricchezza che , secondo il popolo Cèceno,
gli viene scippata senza contropartite dalla Grande
Madre Russia (occorre specificare che la Federazione
Russa comprende 12 repubbliche, tra cui la Cecenia).

Da qui, la ribellione e la richiesta di “autonomia”
(avanzata ancora prima che Stalin incorporasse la
Caucasia nell’Unione Sovietica), che il Presidente Sig.
Putin non vuole assolutamente concedere.

Si capisce, il petrolio è una risorsa che fa gola a
tutti coloro che lo possiedono nel proprio sottosuolo,
ma tra questo assunto e mettere a repentaglio costante
la vita delle persone ce ne corre.

IL Presidente Russo Vladimir Putin, prima o poi dovrà
risolvere il problema posto dalla Cecenia, altrimenti
nessuno capirà più la sua resistenza a negoziare un
trattato di pacificazione democratica con quella
repubblica. Né servirà per molto ancora accattivarsi le
simpatie dell’occidente attraverso la alleanza con il
presidente degli Stati Uniti Bush, per la lotta contro
il terrorismo.


AUTONOMIA


IL terrorismo Cèceno (di questo ne sono sicuri in tanti
e io con loro) cesserà il giorno i cui quel popolo avrà
realizzato il suo obiettivo: “l’autonomia”. Si pensi che
la Cecenia, con i suoi 1.193.000 abitanti, rappresenta
meno di un centesimo degli abitanti della Federazione
Russa, che ne conta 145 milioni.

Per fare un esempio: la proporzione Cecenia - Russia è
meno della metà di quella che rappresentò a suo tempo la
proporzione tra il Trentino Alto Adige e Italia: una
bazzecola.

E a questo proposito, visto che il nostro Presidente del
Consiglio non perde occasione per ostentare la sua
amicizia con il Sig. Putin, sarebbe interessante che,
assieme ad altri interessi forse meno nobili, lo
aiutasse a risolvere “il problema Cecenia”, per esempio
suggerendogli, se la conosce, la via seguita in quella
occasione dagli “statisti Italiani”.

Certo, la Russia non è l’Italia: ne sono consapevole. Ma
sentiamo cosa scrive un noto studioso e massimo esperto
di problemi geopolitici e autore della rivista Russia
insight, Ivanov Torbakev: ”Dopo la disfatta dell’Unione
Sovietica la Russia è incerta della propria identità e
sul proprio ruolo nel mondo. La Russia si è trovata in
profonda crisi nel suo complesso militare e industriale
e la sua sopravvivenza dipende essenzialmente
dall’export di armi. Le forze armate sono demoralizzate
e sotto equipaggiate; in questo scenario l’interminabile
guerra contro la Cecenia assorbe circa il dieci per
cento delle risorse militari complessive e il governo di
Mosca si è venuto a trovare in un contesto in cui una
vittoria sembra impossibile, ma una sconfitta sarebbe
inaccettabile. La Russia è un mosaico di gruppi etnici,
nazionali e religiosi, che in passato furono tenuti
assieme e conquistati con l’uso della forza. Queste
popolazioni e etnie vivono quotidianamente una
condizione economica disperata e la repressione militare
dei vari governi e

dei vari movimenti indipendentisti, per la Russia non
può essere una scelta realisticamente percorribile.”

illuminazioni

Dopo queste affermazioni viene da dire : “che Dio
illumini il Sig. Putin, che egli possa incontrare sul
suo difficile percorso un coro di amici sinceri che lo
consiglino nel migliore dei modi e lo aiutino a condurre
la Russia verso un futuro fatto di giustizia, di pace,
di tolleranza e di comprensione, valori fondanti di ogni
libera democrazia.

Altre strade o eventuali scorciatoie e men che meno le
contrapposizioni violente (la guerra), non potranno che
aggravare la situazione già di per se difficile; gli
effetti della quale (situazione) alla lunga
inevitabilmente ricadrebbero anche su di noi, popoli
occidentali.

C’è anche da sperare che la medesima illuminazione
Divina ricada sul Presidente Bush. Che allontani da lui
l’idea della “guerra preventiva”, e lo aiuti a
discernere tra incentivare la produzione di armi sempre
più sofisticate, e la ricostruzione della flotta delle
navi petroliere, affinchè siano scongiurati il più
possibile gli incidenti come quello che ha colpito le
coste della Galizia.

E’ terrorismo anche quello di far viaggiare per gli
oceani (a scopo di lucro) carrette vetuste come la
“Prestige” che causano disastri ecologici immani e forse
irreversibili.

Valerio Delle Grave


GdS 28 XI 02 -
www.gazzettadisondrio.it

Valerio Delle Grave
Politica