LO STILE DI VITA

DIBATTITO

Le persone assennate hanno detto che Francia e Olanda hanno
sbagliato a sospendere il Trattato di Schengen, seppure per un
tempo limitato.

Le persone assennate, che non sono necessariamente
identificabili coi nostrani politici di mestiere, dicono che più
che un atto amministrativo è un segnale politico di debolezza di
fronte agli attacchi del terrorismo. Io sono d’accordo con
queste persone di buon senso, e cercherò di spiegare perché.

Tutti abbiamo seguito attraverso i Media, lo svolgersi del
summit G8 (i cosiddetti 8 personaggi più importanti della terra)
che si sono incontrati nelle vicinanze di Edimburgo (Scozia) per
decidere sulle sorti del mondo.

Sempre attraverso i Media, e in contemporanea, abbiamo seguito
le vicende drammatiche degli attacchi terroristici nel cuore di
Londra: uno spettacolo terribile e orribile!

Abbiamo ammirato la tempestività e la fredda determinazione del
Presidente Tony Blair nel precipitarsi a Londra a confortare i
sudditi di sua Maestà e nel ritornare immediatamente al suo
posto nell’ambito del Summit per continuare il discorso
interrotto.

Le persone di buon senso sono rimaste però deluse dalle
dichiarazioni di alcuni maggiorenti, all’indomani degli
attentati e anche in relazione ai temi affrontati e discussi nel
summit.

Guerra al terrorismo; annientamento degli avversari; unità
contro il terrorismo internazionale; eccetera, eccetera. Tutte
affermazioni condivisibili, tranne il modo con cui vorrebbero
tradurle in pratica.

Abbiamo sentito Blair, Bush e anche Elisabetta II un paio di
giorni dopo, ribadire che: “il nostro stile di vita non è in
discussione” (the British Way of life is not under discussion).

Ecco, il messaggio è stato molto chiaro (vero stile inglese):”
il nostro stile di vita non è in discussione” (come dire: Dio ce
l’ha dato e guai a chi lo tocca!).

Non è un problema di scontro di civiltà, non di culture: il
problema obiettivo dei terroristi è lo “stile di vita”; che
inglesi e americani hanno dichiarato in modo inequivocabile
essere: “intoccabile e non discutile”.

A me è parso, e pare tuttora, un modo ancora sbagliato di
affrontare un problema drammatico e serio come il terrorismo
islamico (nuova definizione non mia).

Se questi innamorati dei carri armati pensano di sconfiggere il
terrorismo con le guerre o con misure restrittive delle libertà
economiche e personali, pensano male e pensano al peggio.

Anche in casa nostra abbiamo delle gatte da pelare. Ormai non è
più il caso di chiederci “SE” i terroristi ci attaccheranno ma
“QUANDO” attaccheranno. Bisogna ricordare a chi è disattento che
l’Italia è diventata, dopo gli USA e l’Inghilterra, la terza
potenza militare presente in Iraq.

Quindi, quando attaccheranno che stile assumeremo? Quello delle
castronate leghiste che abbiamo sentito in questi giorni? Quello
delle interminabili liti tra partiti e fazioni politiche? Quello
delle polemiche infinite tra pacifisti e pacificatori?

Per tornare al “buon senso”, davvero pensiamo o siamo convinti
che migliaia di terroristi siano disposti a uccidere e a morire
loro stessi (kamikaze) per problemi di “cultura”? o per il gusto
di sconfiggere la nostra civiltà? Mi pare poco credibile l’idea
che migliaia di soldati americani, britannici e italiani siano
da anni in Iraq per un problema di cultura o di civiltà.

Sono altri gli obiettivi e gli interessi in gioco! Lo “stile di
vita” occidentale, dichiarato intoccabile e indiscutibile da
americani e britannici (e comunque anche da noi) comporta alti
costi: di materie prime, risorse naturali, umane, finanziarie,
tecnologiche, che in larga misura si trovano o si producono in
quei luoghi e che fino ad oggi sono state prelevate a costi
irrisori, quando non addirittura rapinate. Ma davvero crediamo
che questo stile di vita possa durare all’infinito così com’è
senza chiederci qualche inversione di rotta?

Un’ultima domanda: fino a quando saremo disponibili a sopportare
questo clima di paura, di violenza e di morte sempre in agguato?
E poi, ne vale la pena?

Valerio Dalle Grave

Valeriodallegrave@virgilio.it


GdS 20 VII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Valerio Dalle Grave
Politica