LA CORTE SUPREMA AMERICANA E LA DIGNITÀ DEI DETENUTI 11 5 30 03
"Un carcerato muore senza nessuna ragione ogni sei o sette giorni per mancanza di strutture" in California. Lo ha dichiarato il giudice della Corte Suprema americana John Anthony M. Kennedy nella sua recente decisione per la maggioranza (5-4) che include anche l'ordine di sfollare le carceri o costruire altre celle nei prossimi due anni.
Scrivendo per la minoranza, invece, il giudice Antonin Scalia ha indicato che si tratta "dell'ingiunzione più radicale emessa da un tribunale in tutta la storia degli Stati Uniti". Secondo il giudice italoamericano, la decisione causerà un forte aumento alla criminalità.
Gli altri quattro giudici della maggioranza, Stephen Breyer, Ruth Bader Ginsburg, Elena Kagan e Sonia Sotomayor, hanno ribattuto che le condizioni malsane delle carceri in California sono contrarie alla "dignità umana".
Le carceri in California sono state costruite con una capienza di 80.000 detenuti ma negli ultimi anni il numero è aumentato fino a raggiungere le 160.000 unità. Recentemente il numero è sceso a poco più di 143.000, cifra troppo alta per la Corte Suprema.
Perché troppi carcerati in California? Due sono le ragioni principali. Da una parte l'incapacità dello Stato di costruire abbastanza prigioni date le ristrettezze di fondi soprattutto negli ultimi anni. L'altra verte sulle leggi approvate mediante referendum che impongono l'imprigionamento a volte per reati minori. La three-strike law, (tre volte e sei eliminato) impone l'ergastolo alla terza condanna anche se il terzo dei tre reati consiste di un atto illegale di minore importanza.
La Corte Suprema ha imposto il limite di due anni per risolvere la situazione in California. Il nuovo governatore Jerry Brown al momento è alle prese con la questione del bilancio che prevedeva un deficit di 26 miliardi di dollari. La metà è stato eliminato con tagli e Brown voleva colmare il resto con l'estensione alle tasse approvate dall'ex governatore Arnold Schwarzenegger. La minoranza repubblicana alle camere statali gli ha però sbarrato la strada. Poi, la ripresa economica ha migliorato un po' la situazione delle casse del tesoro. Sembra che il buco al deficit sia sceso ai nove miliardi. Ciò darebbe ragione ai repubblicani che le tasse non sono necessarie, continuando a sperare alla continua ripresa.
La questione delle carceri sovraffollate rafforza la mano di Brown per aumentare le tasse anche se, come si sa, la Corte Suprema non ha un esercito per imporre il suo volere.
Il danno morale però è stato fatto. La California, lo Stato-nazione della costa del Pacifico con 38 milioni di abitanti e settima potenza economica mondiale, non riesce a trovare i fondi per bilanciare le risorse. Il problema principale è politico dato che qualsiasi aumento alle tasse deve essere approvato dai due terzi della legislatura. Questa situazione dà un potere estremo al partito di minoranza che in questo caso è il Partito Repubblicano, specialmente quando il governatore non riesce a trovare i quattro voti repubblicani necessari per affrontare le questioni fiscali.
Una soluzione parziale per Brown è di trasferire gruppi di carcerati dalle prigioni statali a quelle delle contee che farebbe risparmiare soldi e potrebbe migliorare la situazione. Ma quest'idea non risolverà totalmente il dilemma.
Brown continuerà a spingere per l'estensione delle tasse o cercherà di "ricattare" i repubblicani con l'idea di svuotare le carceri, creando il panico per i repubblicani che sempre insistono sulla mano dura con i criminali. Se questa sarà la strada intrapresa si potrebbe "vendere" ai cittadini dato che la criminalità negli Stati Uniti negli ultimi anni è diminuita secondo i dati ufficiali recenti della FBI. Ecco come spiega il miglioramento il giudice della Corte Suprema Samuel Alito Jr., il quale ha votato contro. Per essere sicuri, bisogna dunque spendere soldi.
Alla fine però la Corte Suprema americana con questa decisione ha affermato che i diritti della dignità umana non finiscono con l'incarcerazione. Anche i detenuti rimangono esseri umani che dovrebbero riabilitarsi per rientrare nella società una volta pagato il giusto prezzo per il loro reato. Trattandoli senza i dovuti diritti umani non farà altro che aumentare la criminalità una volta i detenuti saranno fuori e tutti continueremo a pagare i quarantaquattromila dollari annui necessari per mantenere un detenuto in prigione.
Domenico Maceri (x)
(x) dmaceri@gmail.com, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic
Publications.