IRAN. E CHIAMALA SE VUOI, REPRESSIONE

L'Iran sta vivendo proprio un periodo oscuro. Mai nella storia islamica si è parlato dell'integralismo sciita. Sia per l'esempio dato dall'Imam Ali (genero del Profeta Mohammad e primo Imam degli sciiti), sia per l'influenza della cultura iraniana cui dopo la conquista degli arabi preferì assorbire lo sciismo per la sua opposizione ai dogmi dei califfi dell'epoca. Ma a quanto pare da quando comandano i pasdaran filo- integralisti, per prima cosa è stata tappato la bocca alla verità. L'unica voce autonoma dei riformatori, Sharq, è stata chiusa ultimamente. Da due anni, con l'inizio della bella stagione, è stata immediatamente limitata la libertà delle donne, che rischiano di essere arrestate dalla "guida islamica" della polizia iraniana. Ma non solo donne, anche i maschi in giro con camicette strette e capelli all'occidentale hanno rischiato la multa e il carcere. I giovani iraniani, più di due terzi della popolazione del Paese, vengono repressi con tutti i mezzi possibili. Sono definite anche le loro scelte per divertirsi. Dai promotori del piano di sicurezza è stato attuato un filtro del portale web persianblog che aveva visto nascere dei talenti che non a caso protestavano contro il sistema corrotto del Paese. Insomma, un moderno Medioevo all'iraniana, solo che invece dei roghi esistono torture fisiche, lunghi anni di carcere ed addirittura impiccagione. Quest'ultima è la cattiva sorte di più di 150 iraniani nel 2007, e si dice che sia ancora lunga la lista delle esecuzioni. Gli ultrateocratici del regime iraniano scelgono la sentenza di morte per ogni tipo di crimine, che sia assassinio, traffico di droghe, stupro o protesta contro la corruzione del governo. Un palese abuso delle leggi religiose esattamente come avveniva nell'età buia occidentale (prima della Riforma e dell'Illuminismo).

Definizioni e religione. Nel Corano ci sono chiari riferimenti per la pena che spetta agli assassini, adulteri e ladri, che purtroppo non ha niente a che vedere con la legislazione iraniana. Per alcuni esponenti religiosi iraniani della diaspora, o rinchiusi nella città di Qom, le pene islamiche vanno applicate in una società dove non ci sia povertà e miseria, e dove tutti i ceti della società possano godere il minimo di benessere. Oltretutto, secondo loro, le mosse del governo musulmano devono corrispondere ai canoni islamici.

Secondo il Corano, nel contrappasso, c'è la possibilità di vita. Anche se lo stesso libro sacro raccomanda i fedeli ad essere indulgenti : Se sopporterete con pazienza, ciò sarà [ancora] meglio per coloro che sono stati pazienti (XVI Sura, 126). Non é una novità in materia religiosa. Quella islamica è esattamente la stessa legge divina riportata nella Bibbia:

Facemmo scendere la Torâh, fonte di guida e di luce. Con essa giudicavano tra i giudei, i profeti sottomessi ad Allah, e i rabbini e i dottori: [giudicavano] in base a quella parte dei precetti di Allah che era stata loro affidata e della quale erano testimoni. Non temete gli uomini, ma temete Me. E non svendete a vil prezzo i segni Miei. Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono i miscredenti. Per loro [giudei e cristiani] prescrivemmo vita per vita, occhio per occhio, naso per naso, orecchio per orecchio, dente per dente e il contrappasso per le ferite. Quanto a colui che vi rinuncia per amor di Allah, varrà per lui come espiazione. Coloro che non giudicano secondo quello che Allah ha fatto scendere, questi sono gli ingiusti (IV Sura, 44-45).

Popoli e governi. I realistici iraniani, però, non esitano a manipolare la legge divina per portare avanti le politiche della repressione soprattutto contro gli oppositori. L'opinione pubblica iraniana, sembra che condivida il piano di sicurezza stabilito dal governo, perché garantisce la loro incolumità a condizione che siano solo i malviventi a pagare con la vita le violenze commesse. Anche se, secondo i sociologi iraniani, questa maratona delle esecuzioni capitali non potrà avere un effetto duraturo e prima o poi istigherà alle azioni di vendetta e ritorsioni sia contro il popolo che lo stesso governo (di fatto, ciò che è successo e succederà dopo le impastoiate elezioni, ancora non si capisce come andrà a finire).

Indifferente alle critiche interne e sordo alle voci di protesta che arrivano dall'estero, l'Iran di Ahmadinejad è deciso a ripercorrere le orme di un medioevo buio.

Un documento sulla repressione in Iran

Il regime clericale è al potere in Iran da 28 anni. Difficilmente ha passato un solo giorno senza reprimere la popolazione.

Questa dittatura teocratica è sopravvissuta grazie a questa repressione diffusa.

La verità è che il regime del velayate- faghih, cioè l'assoluta dittatura religiosa fu imposta alla popolazione iraniana in una congiuntura molto particolare della sua storia. A causa del suo carattere medievale e arretrato, questo regime non può e non risponderà ai desideri e ai bisogni della popolazione iraniana.

Per questo motivo da un lato ha iniziato a reprimere la popolazione e le forze politiche democratiche che sostenevano la libertà, la democrazia e il benessere economico. E dall'altra parte con la politica di istigare la rivoluzione islamica, le crisi e la guerra e il terrore negli altri paesi hanno impedito all'insieme delle forze sociali di esprimersi liberamente. In questa

maniera, l'esportazione della crisi e del terrorismo è da una parte la forza motrice della repressione interna e dall'altra un pezzo essenziale della diffusissima repressione della popolazione.

La repressione del regime clericale si applica genericamente a tutti, come la repressione delle donne e di particolari gruppi dissidenti come il MEK. Una panoramica statistica della repressione in Iran può descrivere in qualche modo la vera natura del regime.

- 120,000 esecuzioni politiche

- 500,000 casi di prigionieri politici e di torture

- il massacro di 30.000 prigionieri politici solo in pochi mesi dell'estate del 1988

- l' utilizzo di 174 tipi di tortura contro i prigionieri politici

- 450 casi di terrorismo al di fuori dell'Iran dove 220 obiettivi erano dissidenti iraniani e il resto erano stranieri

- l'arresto di più di 700.000 persone all'anno in tempi recenti e l'arresto per un totale di otto milioni di persone durante il governo di questo regime

- migliaia di casi di esecuzioni per impiccagione pubblica

-. L'uso pubblico di torture fisiche di stampo medievale come la lapidazione, l'amputazione di braccia e gambe, l'estrazione di occhi, la decapitazione, le frustate;

- la discriminazione contro le donne in tutti i campi

- la repressione delle minoranze religiose e etniche

-. La chiusura di 133 giornali e riviste durante Khatami, il cosiddetto moderato. Centinaia di nuovi media sono stati chiusi o sospesi dall'inizio di questo regime (anche la stessa rivista di Faezeh Hashemi, la figlia potentissima di Rafjaini

-. L'istituzione di 25 organi direttamente coinvolti nella repressione della popolazione.

- l'aumento del numero dei suicidi e di casi di persone che si sono date fuoco specialmente tra le donne che sono sottoposte ad enormi pressioni sociali e politiche che sconfinano spesso nella depressione.

Le seguenti statistiche rivelano altri danni a lungo termine con effetti indiretti durante il regno di un regime brutale in Iran:

- morte o menomazione di due milioni di persone nella guerra Iran- Iraq.

- Più di un miliardo di dollari di danni economici durante la guerra Iran- Iraq

- Il 70% delle persone iraniane vivono al di sotto della soglia di povertà. Come esempio durante la recente dimostrazione degli insegnanti che ha interessato tutto il paese, è stato dichiarato che 700.000 insegnanti iraniani vivono al di sotto della soglia di povertà.

- 7 milioni di drogati.

- Importazione e distribuzione di 12 miliardi di dollari di beni di contrabbando.

Questo è solo l'ammontare di beni importati nel paese in un anno dalle guardie rivoluzionarie tramite l'utilizzo di porti non governativi.

Il regime clericale mantiene il record per le esecuzioni politiche nella seconda metà del 20 secolo.

In effetti, in confronto con la sua popolazione l'Iran è al primo posto nelle esecuzioni annuali.

Tenendo presenti queste statistiche, per capire meglio la persecuzione politica nel regime dei mullah, lasciatemi fare alcuni esempi specifici. Un migliaio di persone furono arrestate dopo una manifestazione pacifica il 20 giugno del 1981 che si trasformò in un bagno di sangue per ordine diretto di Khomeini. Due giorni dopo il giornale Etela'at pubblicò 12 foto di giovani ragazze annunciando la loro esecuzione e il fatto che avevano rifiutato di rivelare la loro identità prima

dell'esecuzione. Il giornale esortava i genitori a presentarsi alla prigione di Evin e a identificare i corpi delle figlie.

Montazeri che era stato scelto come successore di Khomeini, scrisse molte lettere a Khomeini nel 1988 e si oppose al gran numero di prigionieri politici dei Mujahedin. Khomeini lo rinnegò come successore a causa della sua opposizione.

Montazeri nella sua lettera aveva lanciato il seguente avvertimento : "l'esecuzione di migliaia di persone in pochi giorni" non arrecherà alcun vantaggio al regime. Egli richiedeva anche che smettessero di condannare a morte le donne incinte.

In un decreto, Khomeini ha chiaramente ordinato di prelevare il sangue dei prigionieri politici alla vigilia della loro esecuzione e di usarlo per le Guardie Rivoluzionarie.

In seguito Khomeini emise un decreto, nel 1988, con il quale ordinava l'uccisione di tutti i prigionieri Mujahedin; suo figlio Ahmad gli pose una serie di domande alle quali egli rispose : "il mio obiettivo quando ho emanato il decreto di condannare tutti i prigionieri politici era "l'eliminare immediatamente tutti i nemici dell'Islam"

Questo trend continua ancora. Lo scorso mese la Corte Suprema del regime ha assolto 5 miliziani basij (l'organo repressivo nelle aziende, nelle fabbriche, nelle scuole, nei quartieri, etc.) che avevano brutalmente seppellito vive cinque persone a Kerman. La ragione per l'assoluzione è stata che le persone uccise erano corrotte dal punto di vista morale.

A Shiraz quattro anni fa la Corte Rivoluzionaria emanò il verdetto di amputare il braccio destro e la gamba sinistra di 4 persone.

Precisamente a causa dei questi documenti e le testimonianze dei funzionari della Resistenza Iraniana questo regime è stato condannato 53 volte dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dalla Commissione dei Diritti Umani. Uno dei documenti è un libro che contiene i nomi di 20.000 condannati a morte in Iran per accuse politiche.

La repressione delle donne è diffusa. La discriminazione sessuale è il pilastro della repressione nella dittatura teocratica al potere in Iran. Oltre all'esecuzione di decine di migliaia di donne, incluse donne incinte e adolescenti per motivi politici, questa repressione si applica anche al pubblico in generale. Questo è quello a cui stiamo assistendo in questi giorni per le strade delle città iraniane.

Il Mullah Eje'ei il ministro dell'informazione del regime iraniano ha ufficialmente annunciato che il fenomeno delle donne "mal velate" porterà alla caduta del regime. Hanno mobilitato tutti gli organi di repressione, le forze di polizia e le Guardie Rivoluzionarie per reprimere le donne nel nostro paese.

Il regime ha esportato la repressione al vicino Iraq. Le guardie rivoluzionarie del regime e i suoi mercenari hanno brutalmente assassinato decine di centinaia di personalità iraniane, donne, ingegneri, professori universitari e funzionari.

Questi atti di violenza stanno proseguendo (purtroppo, grazie ai vari network stranieri assistiamo a tali barbarie).

Tale è la ragione per cui noi, in quanto Resistenza Iraniana, ci appelliamo a tutte le organizzazioni umanitarie internazionali perché si oppongano agli atti criminali così diffusi. Il fatto è che il regime non appartiene al ventunesimo secolo. Per anni la popolazione iraniana e la sua resistenza sono stati pronti a ripulire la loro storia dalla macchia scura e a favorire un Iran democratico e libero che si fondi sulla dichiarazione dei diritti umani.

Purtroppo invece di assistere la popolazione iraniana per stabilire la democrazia nel suo paese, i paesi europei per meri interessi finanziari hanno frenato le attività della Resistenza Iraniana inserendola nella lista terroristica. Hanno praticamente aperto la strada perché il regime aumentasse la repressione della popolazione e ha bloccato la via di un cambiamento democratico in Iran.

Per far finire le catastrofi la sentenza della Corte Europea che rimuove il MEK dalla lista terroristica deve essere rispettata e la Resistenza del Popolo Iraniano deve essere sostenuta nella sua lotta per l'instaurazione della democrazia nella sua terra madre (Cfr.: Dr. Sanabargh Zahedi , Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana - Commissione degli Affari Esteri, http://www.ncr-iran.org/it Powered by Joomla! Generated: 23 June, 2009, 08:32).

E se non bastasse…

Il Wall Street Journal ha rivelato che, grazie alla tecnologia acquistata in Occidente, l'Iran è in grado di censurare e controllare l'uso di Internet. Sempre secondo il quotidiano, Teheran ha creato «un centro di monitoraggio» con l'assistenza di una joint venture formata dalla tedesca Siemens e dalla finlandese Nokia. Però tramite Twitter, i network sociali e i telefonini, gli oppositori iraniani hanno potuto rivelare quanto stava avvenendo nelle strade. Dopo il 2001, gli iraniani hanno fatto di tutto per acquisire materiale sofisticato necessario per tenere d'occhio dissidenti ed eventuali agenti stranieri. Microspie, apparati per le intercettazioni telefoniche e radio, know how per la bonifica di ambienti sono stati i principali prodotti da acquistare. Ovviamente, la maggior parte della tecnologia giunge dai Paesi occidentali , tra cui c'è anche l'Italia. Una collaborazione favorita dalla particolare situazione strategica creatisi con l'invio di nostri contingenti in Afghanistan, Iraq e Libano sud. Aree dove i servizi segreti iraniani hanno una certa influenza potendo contare su rapporti con formazioni armate locali. E allora in cambio di un occhio di riguardo e di un'eventuale protezione, Teheran ha chiesto «un piccolo favore». Così è arrivata la tecnologia per le intercettazioni e, sembra, un'assistenza nel training della Vevak, la polizia segreta degli ayatollah (Cfr. quotidiani italiani del 23 giugno 2009).

Adesso all'orizzonte potrebbe profilarsi una sanguinosa 'pulizia etnica'.

e c'è da chiedersi con grande preoccupazione cosa accadrà. Il movimento di giovani alla ricerca di una società meno oppressiva e più laica non possiede l'esperienza per resistere alla repressione dei "Guardiani della rivoluzione" e delle milizie paramilitari che appoggiano il governo ed anche la posizione degli alti gradi dell'esercito non lascia trapelare un cedimento dell'asse al potere. Le organizzazioni per i diritti civili e per la difesa delle libertà personali dovranno essere più che cauti, perchè arresti, sparizioni e torture (una tragica abitudine in Iran) potrebbero diventare l'incubo delle prossime settimane. In Occidente si crede che l'enorme vitalità in internet dei ragazzi in verde sia in grado di scuotere il consolidato regime iraniano, ma ciò sarà da verificare nel prossimo futuro. La base elettorale del governo è nelle campagne, fuori dai centri più grandi, ed è composta in gran parte da persone che mai hanno visto un computer, mentre la "resistenza" all'accerchiamento esterno è fortissima, forgiata in anni ed anni di guerra e di reazioni alle durissime pressioni americane.

Chi vivrà, vedrà. Anzi i nostri voti augurali sono indirizzati a tutta la gioventù iraniana affinché anche gli intellettuali "riformisti" del loro Paese che si sono rifugiati in Occidente appoggino le loro oneste richieste ed infondano nei loro cuori la speranza di poter liberamente scegliere ed esprimersi secondo coscienza. Ma, siamo sinceri: 500 anni da ricuperare sono tanti.

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
Politica