Il golpe, PD Milano, sacrifica Molteni e rende un malservizio alla Valle

I dettagli di una infausta vicenda. Forse così perso un consigliere regionale

L'otto febbraio così concludevamo un nostro scritto “perchè questa ingratitudine del partito (il PD ndr) nei confronti di Molteni?  Non entriamo in casa, politica, d'altri ovunque collocati. Certo una battuta è ineludibile anche per i risvolti umani oltre che politici ed anche per l'intervento che c'è stato da parte di Angelo Costanzo già segretario provinciale e consigliere regionale
L'interrogativo riguarda il PD provinciale, quello sondriese visto che il problema riguardava il suo Sindaco, il gruppo consiliare di maggioranza in Comune.
Forse non basta stendere un velo...”.
Lasciato passare per correttezza il periodo elettorale e per opportunità quello pasquale riprendiamo l'argomento come da impegno allora assunto con i lettori perchè resti traccia di una non esaltante vicenda.

Il valzer della candidatura
Ricapitoliamo partendo dai primordi. Il centrosinistra candida per la Regione il Sindaco di Bergamo, Gori, collega nell'ANCI del Sindaco di Sondrio Molteni.
Viene per la seconda volta in provincia e comunica che nel suo “listino” c'é Molteni. Va oltre perchè in una sua dichiarazione in TV fa pensare che voglia, se vincente, avvalersi di una sua collaborazione stretta.
Passano 48 ore e nel listino suo neanche l'ombra di Molteni. C'è in sua vece il Sindaco di Grosotto Patelli con la sindachessa di Novate Mariuccia Copes. La nuova legge vuole così, un maschio quindi e una femmina.

Il primo commento
Sintetizziamo subito sul giornale la situazione con un termine che, anche se non abituale nei titoli di giornale, rende bene la situazione: “Vaccata”. Da tenere conto infatti che Molteni è stato per 20 anni Sindaco, non solo ma unica significativa presenza in Lombardia di quel che era restato della sinistra. Una sberla, anzi uno sberlone in faccia non se lo meritava proprio e sono in molti a ritrovarsi in questo giudizio, alcuni avversari compresi.
La sua esclusione certamente è grave ma ancor più grave viene ad essere la posizione del candidato alla Presidenza della Regione. A Sondrio non aveva assolutamente comunicato la candidatura di Patelli – che sarà vittima come si vedrà  - ma, assolutamente aveva indicato Molteni senza la minima esitazione.
La lista era la sua. Non é credibile pensare che a Sondrio abbia detto una cosa consapevole che però poi a Milano sarebbe stata smentita.
Diciamo dunque che qualcun altro ha deciso e che a Gori è stata lasciata solo la facoltà di obbedire Doppia figura di Re Travicello, doppia perchè si trattava addirittura del “listino” del Presidente impossibilitato quindi a dir la sua persino nella lista che porta il suo nome diretto.

Clamoroso
Collochiamoci in quei giorni.
Girano in valle sussurrati tentativi di giustificazione.
-   Il primo è ridicolo. Corre voce che qualcuno si sia scusato dicendo che la loro candidatura era arrivata laggiù prima di quella di Molteni. Sistema nuovissimo: candidature scelte in base al cronometro!
-   Il ridicolo è evidente ed allora arriva un secondo tentativo. Siccome la candidata femmina era già stata scelta - voce - dicesse lei chi sceglieva come compagno fra Patelli o Molteni. Saremmo, se vera, anzi se vere entrambe le ragioni, alla fantapolitica. Saremmo lieti di ospitare contributi di chi abbia notizie, e non voci, di conferma o di smentita
-   Altra voce infine vorrebbe che siano andati a Milano 'Sindaci'. Fosse così sarebbe giusto, comunque auspicabile, che venisse messa fuori la faccia senza vergogna dicendo ai valtellinesi, in primis a chi è di Sondrio, le motivazioni di chi era a Milano a ribaltare le candidature.

Questione non politico-partitica
Poi sarebbe utile sapere a che titolo e con quale mandato, ma non andiamo su questa via dato che esula dalla nostra linea non politico-partitica.

Questione interessante il capoluogo
Come scritto a suo tempo, a parte le considerazioni etiche, ci sono dispiaciute le conseguenze per il capoluogo. Sondrio è in seria crisi ma anche istituzionalmente risulta impoverito, come da esempio che segue.  Fino a non molti anni fa dei circa 45 posti chiave in provincia, non solo politici, oltre 40 erano occupati da sondriesi e sondraschi. Oggi non si arriva a 10. Molteni avrebbe aiutato risultando utile il legame diretto con Milano, d'intesa con quelli del centrodestra (s'è visto come in certi interventi quello che occorre è marciare compatti. Basta pensare alla SS38), Con tutto rispetto, dato che abbiamo dato a Patelli ampio spazio, certamente di più, assai di più Molteni, per curriculum, per esperienza, per conoscenza, per autorevolezza,

Le reazioni politiche PD in provincia
Appena conosciuta la “vaccata” subito ci sono state le reazioni che la vicenda ovviamente richiedeva.
-   La segreteria provinciale del PD ha immediatamente convocato gli organi chiamando a raccolta i dirigenti del PD, i sindaci e quanti, del PD, hanno responsabilità istituzionali. Comprensibili le manifestazioni di solidarietà a Molteni  ma qui evidentemente ci si doveva muovere sul terreno politico e quindi era l'intero PD ad approvare un idoneo, e duro, documento da affidare al segretario provinciale per portarlo con urgenza a Milano.
-   Analogo passo ovviamente della segreteria cittadina con una raccolta di firme degli iscritti e dei simpatizzanti.
-   Per l'importante ruolo istituzionale dura – ovvio – reazione dei Gruppi consiliari della maggioranza nel Comune di Sondrio con le iniziative ad hoc anche con una “calata politica” su Milano per non considerare chiusa questa funesta e amara vicenda. Di doveroso rilievo l'invito del capogruppo stando sul terreno istituzionale, all'ex Presidente del Consiglio Letta a venire a Sondrio a presiedere apposito convegno.

(Questa sarebbe stata logica politica. No. Invece si tratta di fantapolitica. In realtà nulla di tutto questo è avvenuto regnando Sua Maestà il Silenzio. Come ha puntualizzato Angelo Costanzo silenzio ovunque e in tale misura da indurre a considerare dilettanti i monaci certosini, quelli della clausura e che non parlano mai. Come se a Milano non fosse successo nulla. Non andiamo oltre perchè in fin dei conti sarebbero cose interne al PD, con il triste revival della vicenda Premier Letta).
Se ne parliamo è per quello che è venuto dopo e che non riguarda solo il PD ma va ben oltre.

Il voto del 4 marzo. Forti a Milano, evanescenti in Valle
I risultati elettorali hanno lasciato di stucco. Se qualcuno pensava che l'operazione killeraggio avesse nobili motivazioni, ad esempio di rinnovamento e di “largo ai giovani” era - dice il responso delle urne – un illuso. Fosse stato questo il motore dell'operazione la campagna elettorale avrebbe dovuto essere conseguente con un grande appoggio al candidato prescelto per prendere il posto di quello scelto da Gori, cioè Molteni. I protagonisti, tuttora non ben noti, hanno dimostrato a Milano di essere fortissimi col e nel Partito e con il candidato alla Presidenza della Regione, relegato a comprimario. Sono però pressochè spariti in campagna elettorale visto che i voti non sono arrivati. Vittima conseguente il candidato, Sindaco di Grosotto, a cui è toccato fare una figura non certo meritata in quanto, si può dire, usato (In tutta la provincia ha avuto un numero di preferenze che il dr. Molteni avrebbe conseguito soltanto considerando il capoluogo. Non solo. Si sa che se usate nel modo giusto fanno da traino al voto politico come ripetutamente dimostrato in Valtellina).

Un malservizio reso alla Valle
Non siamo più nel solo recinto del PD ma siamo a tutto campo. Un'analisi non superficiale del voto regionale e nazionale, della posizione del PD e dei suoi uomini e donne, della consistenza del Partito Comune per Comune, delle settimane precedenti, dei dati delle altre circoscrizioni, dell'esito, ad esempio, di Bergamo, della quota di ascendenza personale portano alla conclusione che, partendo col piede giusto, il dr. Molteni avrebbe potuto essere in Regione dove lo avrebbe atteso una qualche responsabilità, maggiore vincendo le elezioni, minore il caso di sconfitta. Il dato provinciale dell'analisi è nostro e completo. Non del tutto quello regionale per aver raccolto valutazioni altrove. Le cose, comunque non cambierebbero e se occorre approfondiremo ulteriormente.
In ogni caso non solo una situazione eustorgica nel PD ma un malservizio reso alla Valle come lo era stato per il Paese con la cinica estromissione di Letta.

Conclusione
La tirino i lettori. Se qualcuno avesse da dire la sua non cerchi di sviare o di sorvolare. Ci scriva, ovviamente pubblicheremo.
GdS

 

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