Senato. L'ultima 'bizzarria' di Matteo Renzi

 

Una premessa metodologica in due tempi:
1- Un'idea non è buona solo perchè l'ha avuta Matteo Renzi
2- Qualsiasi idea, perfino se di Matteo Renzi, può essere buona o non buona

C'è poi l'aspetto simpatia. Non si può non subire in qualche misura il fascino di Matteo Renzi, lontanissimo nel modo di porsi, di esprimersi, di colloquiare dalle figure abituali dei politici non importa di qual colore. E questo vale sia per chi ne segue le orme e per chi invece si trova su diverso versante partitico. Ciò detto andiamo oltre.

Una premessa caratteriale in due fasi:
1- Il boy scout. Si è anche scherzato su questo aspetto di Renzi. Abbiamo visto le sue foto in divisa. Quanto basta insomma per ritrovarlo scout nel momento in cui arriva in Comune in bicicletta  ma anche nei momenti seri. Si sbagliano in tanti a considerare questo come una nota di colore e basta. Si pensi infatti ai principi del fondatore dello scoutismo Baden Powell. Non c'è soltanto l'abituarsi a fare di tutto (abilità manuale), a vivere in circostanze difficili, - come gli scout di Sondrio che al campo si attrezzavano la capanna sugli alberi – temprandosi all'aperto (salute e forza fisica) ma ci sono come pilastri fondamentali la formazione del carattere e il servizio al prossimo. In Italia si aggiunge, per la maggior parte dei movimenti scoutistici, la formazione cattolica.
2- L'espressione, sempre protesa in avanti, sempre col sorriso, sempre accattivante, sempre incline all'ottimismo, sempre con l'eloquio dell'uomo della strada lontanissimo dal politichese. Un'immagine molto simile a quella dei giovani che con stesso spirito, con stesso entusiasmo si accingevano ad entrare nella DC cominciando dal suo movimento giovanile che, per fare un solo esempio visto che di questi aspetti gli storici hanno perso conoscenza, riuniva ogni venerdì al Circolo ACLI di Via Caimi in Sondrio, di fronte alla libreria 60 – 70 giovani per parlare di politica, per, discutendone, crescere ed essere pronti un domani a servire la comunità. Nel tempo s'è perso non solo l'uso ma addirittura il ricordo di queste cose. É rimasto, inattaccabile, nei cromosomi e probabilmente anche in quelli di Matteo Renzi.
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Perchè questa lunghissima premessa? Per chiarire che quanto verrà dopo è frutto di valutazioni obiettive nelle quali non c'è il minimo aspetto critico per ragion politica, anzi partitica, di schieramento ma che riflettono esclusivamente i contenuti, la sostanza delle cose.

Il Senato secondo Renzi
Il punto di partenza è quello che tutti dicono da tempo immemorabile. Quello che però regolarmente evoca la scena de La Forza del destino in cui Petrosilla, Carlo e Coro cantano 'partiam partiam' ma intanto si guardano bene dall'andarsene.... Tutti cioè dicono che non ha senso che due Camere facciano lo stesso lavoro allungando i tempi e complicando l'iter delle leggi ma finora nessuno 'è partito'. Di qui la proposta di Renzi di Senato come Camera delle autonomie. Di qui la proposta che il nuovo Senato  non voti il bilancio, non dia la fiducia ma concorra all’elezione del Presidente della Repubblica e dei rappresentanti europei.
Quanto alla composizione taglio netto: da 315 senatori di oggi (più 5 a vita) a 150 così ripartiti: 108 Sindaci dei 108 capoluoghi di provincia (...ma se Le Province le vuol sopprimere...!?!), 21 Presidenti delle Regioni e 21 persone della società civile di nomina da parte del Presidente.
Bizzarria.
La voce è suggestiva e può colpire la pubblica opinione. Dimezzo il Senato e risparmio 1 miliardo (chi ha fatto i conti parla di 490 milioni) anche perchè i nuovi senatori lo dovrebbero fare a titolo gratuito.
Obiezioni in serie.
La prima è che non basta dire i titoli. Visto che un Senato resta e che non deve più occuparsi di quello di cui si è occupato fino a adesso Renzi dovrebbe dirci che cosa dovrà fare quello nuovo. Non solo ma anche quali meccanismi inserire a garanzia di piena correttezza di un percorso legislativo limitato ad una sola Camera.
C'è poi un migliaio ed oltre di persone gran parte delle quali oggi impegnata nei processi legislativi, direttamente o indirettamente. 829 quelli a libro paga (per 15+1 mensilità e cifre non condivisibili). Che ne facciamo? Oltre al Segretario Generale ci sono (fra partentesi le donne):
Consiglieri parlamentari 109 (35)
Stenografi parlamentari 43 (28)
Coadiutori parlamentari 299 (242)
Assistenti parlamentari 232 (31)
Totale 829 (410) rispetto ai 1551 della Camera.
Nessuno, o quasi, ne parla ma i malumori – eufemismo! - sono fortissimi, e da mettere in conto.

- La bizzarria plurima e culturalmente orfana, anzi frutto di analfabetismo culturale per la semplice ragione che nessun politico, nessun accademico, nessun costituzionalista ha mai elaborato qualcosa di sia pur di massima lontanamente simile a questa nuova proposta. In secondo luogo se il punto di partenza è la semplificazione, con il risparmio collegato il titolo non basta. Occorre quantomeno un canovaccio di prima elaborazione che porti al titolo come conseguenza e che dia un primo abbozzzo del mosaico destinato a subentrare al precedente. In realtà Marco Bardazzi sulla Stampa ha ricordato come Renzi si sia fatto influenzare da Benjamin Barber professore della City University di New York, con alle spalle consulenze per Sindaci di grandi metropoli, che non crede ai Governi centrali ma ai Sindaci al punto di proclamare che il suo sogno è il Parlamento mondiale dei Sindaci!
Gli americani sono adattissimi al detto che vuole il mondo bello in quanto vario. Essi infatti, a fronte di grandi cervelli – spesso di origine europea – ogni tanto di propinano personaggi, e sistemi, che eufemisticamente sono da definire 'strani'. Non è un delitto, per carità, ma forse potrebbge cominciare ad esserlo il dar loro retta...

E veniamo al colmo dei colmi. 150 i senatori.
- Cominciamo a dire che sono nate polemiche per i cinque senatori a vita scelti da Napolitano, pensiamo cosa succederebbe per i 21 scelti e i 21.000, almeno, lasciati fuori della porta. Giusto per ragione dialettica avrebbe avuto un senso che la proposta almeno a titolo indicativo, avesse previsto i Presidenti dell'Accademia dei Lincei, dell'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere (che non è 'lombardo' ma di livello internazionale, fra i soci persino Napoleone!), dell'Accademia della Crusca, dell'Accademia dei Georgofili, del CNR, della Fondazione Cini e via dicendo. In realtà è la stessa ossatura dei 21 che non ha adeguato supporto.
- 21 Presidenti di Regione. Rispondano loro. Tranne quelli al di là dello Stelvio che possono permettersi tutto visto che le leggi se le fanno in casa e che di soldi ne hanno, in proporzione, 10 volte quelli che toccano a noi, sempre pro-capite, li vediamo un po' in difficoltà a spingersi a Roma per aggiungere alle 2000 cose da fare ogni giorno anche quelle del moderno laticlavio.
- 108 Sindaci. Un suo concittadino illustre, San Filippo Neri, è uno dei pochi Santi, - e quindi non soltanto come si crede, Sant'Antonio da Padova -, cui è stato riconosciuto il dono dell'ubicuità. Ecco dunque la presumibile ragione per cui Renzi ha tirato fuori dal cassetto la proposta che 108 senatori siano i 108 Sindaci di capoluogo. Non c'è altra spiegazione. Oggi infatti il Sindaco di un capoluogo dopo la normale attività amministrativa deve essere anche Autorità Sanitaria, deve essere Autorità di Protezione Civile, deve essere Presidente dell'Assemblea dei Sindaci (sanità), deve essere in altri organismi tipo il Comitato per l'Ordine e la sicurezza pubblica o altri di carattere regionale. Visto che Renzi, plagiato dal prof. Barber, non vuole le Province, il Sindaco del Comune capoluogo con la loro soppressione si trova gravato di ulteriori oneri. Addirittura Sindaco delle aree metropolitane è stabilito che lo faccia il Sindaco del capoluogo. A questo punto  arriva il laticlavio!
A questo punto arriva anche l'impegno di senatore. Come la mettiamo con i grandi urli che abbiamo udito, giustamente, nello scoprire la pluralità di incarichi? Da un lato faccia feroce, dall'altra ne cumuliamo a più non possono sulle spalle dei Sindaci.

- Gratis.
Ora una ultima considerazione sulla storia degli incarichi da svolgersi gratuitamente. La complessità della società e dell'amministrazione pubblica è tale che oggi, salvo indolenza e menefreghismo, anche per gli incarichi minori gli amministratori debbano dedicare ore al giorno.
Chi le ha? Non molte categorie di persone: O RICCHI O PENSIONATI. Poi ci può essere chi ha uno stipendio sicuro e il suo datore di lavoro gli consente di dedicare tutto il tempo che vuole al suo incarico pubblico. Ma a che pro? E' possibile che esista ancora, da qualche parte, un mecenate, pubblico benefattore, ma abbiamo il dubbio che l'Italia ne sia piena. Quindi se paga uno stipendio, si suppone adeguato, è perchè forse pensa di ottenerne un vantaggio. Anche indiretto, senza cioè aspetti di corruttela (poi magari ci saranno in altri casi anche quelli).
Se si devono chiamare le cose con il loro nome si tratta di demagogia anche perchè dire 'gratis' è facile, molto più facile rispetto all'andare oggi da tutti quelli che siedono in succose poltrone magari lontane dai riflettori ma tutte di derivazione pubblica e dire loro che i loro emolumenti debbono essere d'ora in poi, la metà, un quarto, in certi casi un decimo e più dal momento che dopo il taglio l'appannaggio sarebbe ancora soddisfacente....

O tempora
O tempora o mores (via Senatus), qui legit haec intellegit?

a.f.

Politica