SANITÀ USA: VERSO IL SOCIALISMO?

L'assicurazione medica costa troppo ed ecco perché molti dei 47 milioni di americani senza diritto alla sanità usano il pronto soccorso "e ottengono cure gratis" dato che per legge non possono essere rifiutati. Ecco come Mitt Romney, candidato repubblicano alla presidenza, ha spiegato il dilemma dei problemi sanitari negli Stati Uniti.

Per Romney si tratta dunque di costringere tutti a comprare l'assicurazione medica invece di creare un sistema che conduca ad un programma governativo, vedi socialismo. Romney non faceva altro che ripetere ciò che tutti i repubblicani continuano ad affermare. Ciononostante il sistema sanitario del governo già esiste negli Stati Uniti. Si chiama Medicare e serve 43 milioni di americani di età superiore a 65 anni. Inoltre c'è anche il programma Medicaid che offre sanità ai poveri. E da non dimenticare il Department of Veterans Affairs che offre servizi di sanità ai veterani e i loro dipendenti.

Quando i repubblicani strillano dunque contro il socialismo e specialmente i programmi sanitari stile europeo dimenticano che una parte non insignificante degli americani usufruisce già di sistemi governativi.

La filosofia repubblicana che spinge sempre sul valore dell'iniziativa privata vorrebbe naturalmente eliminare o almeno ridurre questi programmi sociali. Ed ecco ciò che George Bush vuole fare con la sua proposta del nuovo bilancio. Per cercare di ridurre il deficit Bush ha proposto tagli ingenti al Medicare e Medicaid. Secondo il presidente i costi attuali di questi programmi non si possono sostenere.

Dove vanno i fondi del governo federale? Naturalmente la guerra in Iraq assorbe una buona parte del bilancio.

Il costo della guerra in Iraq è di più di 100 miliardi all'anno, secondo il Congressional Budget Office.

I tagli al Medicare e Medicaid proposti da Bush risparmierebbero 6 miliardi di dollari l'anno prossimo e 91 miliardi fra il 2009 e il 2013. Per quanto riguarda il Medicaid i risparmi ammonterebbero a 1,2 miliardi l'anno prossimo e quasi 14 miliardi per i prossimi cinque anni. Il ritiro delle truppe dall'Iraq coprirebbe facilmente i tagli di Bush al Medicare e Medicaid.

Durante l'amministrazione di Clinton il Paese aveva creato un surplus ma da quando Bush è al potere i deficit sono diventati stratosferici. In parte ciò è dovuto alla guerra ma naturalmente anche ai tagli alle tasse apportati dai repubblicani che hanno beneficiato per la maggior parte i benestanti.

Tutto entra nella filosofia del GOP di tasse sempre più basse e tagli ai servizi sociali con l'idea che ogni cittadino deve provvedere da se mediante i servizi dell'iniziativa privata. L'ideologia repubblicana in effetti lascia il consumatore alla mercè della cupidigia dei poteri corporativi avendo dipinto i programmi governativi come cammino al male del socialismo. Come ripeteva spesso Ronald Reagan, il governo è il problema, non la soluzione.

Il Gipper si sbagliava malgrado la sua popolarità che seduceva anche molti poveri a votare per lui contro i loro propri interessi.

George Bush ha continuato su quella strada di cantare le lodi del privato ed ha cercato di privatizzare il Social Security offrendo l'idea come soluzione al sistema. Sfortunatamente per lui gli americani si sono resi conto che il privato non è la soluzione e lo hanno rifiutato. Il fatto che alcuni anziani devono scegliere fra cibo o medicine ha aperto gli occhi a tutti sulla cupidigia delle aziende farmaceutiche. Inoltre considerando il costo delle medicine molto più basso in Canada ed in altri paesi ha dimostrato che il sistema socialista funziona. Ecco perché il 65% degli americani è ora favorevole a un sistema di sanità universale stile Medicare mentre solo il 35% crede che bisogna insistere sul sistema di assicurazione privata.

Barack Obama e Hillary Clinton, i due candidati ancora in lizza alla nomina del Partito Democratico, hanno fatto proposte che non amplierebbero il sistema di sanità governativo ma farebbero qualche passo per ridurre il numero di persone senza assicurazione. Mi si tratta di continuare ad insistere sull'iniziativa privata. Per un sistema di sanità stile Canada o Europa ci vorrà un crisi molto più seria per convincere tutti a vedere la salute come diritto umano invece di fonte di profitti corporativi.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

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