I TRE PILASTRI DELLA DEMOCRAZIA AMERICANA. MA CI SARA' UN OBAMA ITALIANO?

E splendida la dichiarazione di Mc Cain dopo la vittoria di Obama?

Gli Stati Uniti vivono un sogno, e noi con loro: quello di un mondo che cancella secoli di discriminazione razziale, della superpotenza che distrugge le vergogne di Guantanamo e di Abu Ghraib e ridiventa il campione della libertà, della democrazia vera che entusiasma milioni di giovani e realizza un cambiamento radicale.

Ma c'è una domanda che dobbiamo porci: ci sarà un Obama italiano? Possiamo realisticamente spe rare, anche da noi, in una ventata di novità, di ottimismo, di fiducia? Rispondo di sì: ne sono convinto. La società italiana, oggi apatica e spenta, ha improvvise capacità di mobilitazione, è capace di imprevisti colpi di schiena, come si dice. Ma solo a una condizione, che oggi non esiste: quella di regole che mettano veramente in mano ai cittadini la possibilità di scegliere, di decidere; e quindi di un sistema che non metta tutto il potere in mano all'establishment, (o alla casta dice qualcuno), ma dia spazio agli elettori, alle spinte reali della società.

La democrazia americana ha tre pilastri: l'elezione diretta di chi governa, (a tutti i livelli, Presidente, Governatore, sindaco); il maggioritario per il Congresso e i parlamenti dei singoli Stati; le primarie per la scelta dei candidati. Ebbene, senza queste regole auree, e vorrei dire soprattutto senza le primarie, non avremmo conosciuto questi giorni. Anche lì c'è un establishment, anche l'America la le sue caste. E gli establishment avevano i candidati pronti, erano Hilary Clinton per i democratici e Giuliani (o qualcun altro) per i repubblicani. Se dopo mesi di battaglie sono venuti fuori due outsider, se tra i democratici ha sfondato un concentrato di novità come Obama, è perché i cittadini, andando a votare alla primarie contro capi e capetti di partito, hanno scelto candidati loro. E' perché insomma la democrazia lì entra sino alle scelte più profonde, può rompere i muri di gomma più resistenti e far saltare gli organigrammi più potenti. La democrazia è una grande avventura: ci può riservare scelte sbagliate, anche tragiche, ma ci permette svolte meravigliose.

Non è vero che l'Italia sia condannata alla corruzione, all'intrallazzo, a sonnecchiare nella mediocrità. Lo è se accetta quell'impasto di autocrazia e di intrallazzo (liste bloccate, congressi fasulli, primarie finte) che oggi governa la cosa pubblica. Il modo di far nascere un nostro Obama c'è ed è quello di portare anche da noi la democrazia americana, ossia le primarie, il maggioritario, il presidenzialismo.

Un pezzo di questa strada l'abbiamo già fatto con i referendum degli anni '90. Anche allora l'esempio americano fu determinante. Mentre partiva il primo referendum si votò contemporaneamente per il sindaco di Roma e per quello di New York. La sera stessa i newyorkesi seppero chi era il loro sindaco, che naturalmente era l'uomo che aveva avuto più voti. I romani conobbero il sindaco solo dopo tre mesi di estenuanti trattative tra i partiti, e venne nominato non il più votato, ma il più gradito alle segreterie dei partiti, che naturalmente dopo un anno venne fatto fuori. Ma da quando con i referendum abbiamo imposto l'elezione diretta del sindaco questi spettacoli non li vediamo più. Anche noi adesso eleggiamo direttamente il sindaco e il governatore; anche da noi entra in carica, e vi rimane, l'uomo che i cittadini hanno scelto direttamente. Sembrava impossibile, eppu re un pezzo d'America lo abbiamo già importato. Possiamo fare anche il resto: "we can", come ha detto Obama.

Via il pessimismo, via la rassegnazione: dipende da noi. Abbiamo gli strumenti? Intanto uno ce l'abbiamo, ed è il referendum elettorale, che ha già aiutato a spazzar via un po' di partitini fasulli e che, se lo vinciamo, ci dà il bipartitismo, proprio come in America. Non basta, lo so, ci vogliono le primarie. Ma un altro passo lo possiamo fare, e sarebbe un passo enorme, ve lo assicuro. E poi, credetemi, se il treno si mette in moto, di strumenti ne troviamo a bizzeffe.

Mario Segni

PS Le primarie americane ci hanno regalato un altro notevole personaggio che è Mc Cain. Avete letto la sua dichiarazione dopo la vittoria di Obama? Splendida

Mario Segni
Politica