Renzi, rullo compressore. L'ora dei 43enni: Letta, Alfano, Salvini. Stop per gli altri

A Renzi due elettori su tre. A Cuperlo, sostenuto fra gli altri da pezzi da novanta quali Dalema e Bersani, a sorpresa, negativa, meno di un elettore su cinque, Civati convince un elettore su sette, più del previsto dimostrando che i sondaggi hanno veramente da esser presi con le pinze. Quel due elettori su tre politicamente vale più del dato che la percentuale, o il rapporto, indica in quanto è un 'due su tre' non sul milione e mezzo di votanti ipotizzato alla vigilia come soglia minima per la legittimazione politica dello scontato successo del Sindaco di Firenze e neppure sui 2 milioni sperati ma su un numero totale che ha riagguantato quello della sfida tra Bersani e Franceschini quando il clima era abbastanza euforico e i dispiaceri maggiori per il PD dovevano ancora venire. Significativo il risultato nelle regioni cosiddette rosse dove in teoria si poteva pensare ad un revival su Cuperlo. Nell'Emilia di Bersani vanno al Sindaco di Firenze più di sette elettori su 10. In Umbria tre su quattro. Quasi quattro su cinque in Toscana. Nella regione in cui va peggio, la Sardegna, supera comunque il 55%
– A Sondrio si è sul dato nazionale salvo la sorpresa Civati che supera Cuperlo:
SONDRIO: Renzi 67,2%, Civati 18,1%, Cuperlo 14,7%

– In Lombardia il refrain cambia solo per Civati che aveva rispetto a Cuperlo il vantaggio di correre in casa. Renzi dove va male (si fa per dire) è solo a Monza dove si ferma al 57,3% scontando il successone locale di Civati che arriva al 32,7%. Picco positivo invece a Mantova con il 73%. Detto di Civati il picco per Cuperlo è il 17,8% a Cremona, come da tabella che segue.
BERGAMO: Renzi 68%, Cuperlo 17%, Civati 15%
BRESCIA: Renzi 70,6%, Civati 15%, Cuperlo 14,1%
COMO: Renzi 65,5%, Civati 19,5%, Cuperlo 11%
CREMONA: Renzi 67,2%, Cuperlo 17,8%, Civati 15%
LECCO: Renzi 68,6%, Civati 17,1%, Cuperlo 14%
LODI: Renzi 68,2%, Cuperlo 17,4%, Civati 14,4%
MANTOVA: Renzi 73%, Cuperlo 13,5%, Civati 13,5%
MILANO: Renzi 63,2%, Civati 21 %, Cuperlo 15,8%
MONZA: Renzi 57,3%, Civati 32,7%, Cuperlo 10%
PAVIA: Renzi 68,4%, Cuperlo 16%, Civati 15,4%
VARESE: Renzi 69%, Civati 17%, Cuperlo 14%

Interpretando il risultato: un'immagine che si addice a Renzi: rullo compressore

E poi Letta, Alfano, Salvini e il confronto con gli altri
Lettura anagrafica delle ultime vicende politiche da qualche mese a questa parte. Renzi nel giorno del suo volo al di sopra di ogni previsione risultava avere 38 anni 10 mesi, 27 giorni. Letta 47 anni, 3 mesi e 18 giorni. Alfano 43 anni un mese 38 giorni. Salvini 40 anni otto mesi 29 giorni. Fermiamoci qui. Un'età media di 43 anni tre mesi e undici giorni. Un destino comune. Renzi e Letta hanno scosso dalle fondamenta il PD con un'intensità da Scala Richter, quella dei terremoti, scalzando i 'mostri sacri', quelli che hanno fatto da decine di anni la storia del loro partito. Alfano, con i suoi, si è definito un 'diversamente berlusconiano' ma di fatto prendendo le distanze da un 'mostro sacro', all'ennesima potenza per il potere interno al Partito e allo schieramento di centrodestra. E infine Salvini visto che in un voto, erroneamente chiamato 'primarie' (si trattava di un voto limitato agli iscritti e quindi sostanzialmente un congresso seppure senza delegati ma di tipo assembleare) ha lasciato un altro 'mostro sacro', ideatore e fondatore della Lega, Bossi a quel 18% che è stato lo stesso limite percentuale cui si è fermato Cuperlo nel PD.

E gli altri? Vendola con i suoi 55 è a mezza strada. Candidati alla pensione risultano, Prodi a parte, Franceschini 65 anni, Dalema 64, Bersani 62, Bindi 62, Veltroni 58, il Gotha sino a ieri del Partito Democratico. I due candidati battuti vedono un Civati 38enne e un Cuperlo 52enne. Di altri di 40 anni e ancor meno ce ne sono in giro. C'è da vedere se riusciranno qualche volo a farlo anche loro. Qualche premessa in chi è andato al Governo ci potrebbe anche essere in entrambi gli schieramenti.

Nuova DC?
Ci sono battute, qualcuna con ironia di troppo, su una rinascita, con questi personaggi, della Demiocrazia Cristiana, una sorte di fenice che rinasce dalle sue ceneri. La DC ha avuto il suo spazio e lo ha occupato in un modo che oggi in tanti criticano ma che la storia rivaluterà com'è sacrosantemente giusto per quel che i fatti e non solo le parole comprovano e documentano. Basti ricordare in quali condizioni disastrose l'Italia era uscita dalla guerra. In 15 anni con la convertibilità della lira arrivava anche l'Oscar per la moneta , riassegnatole qualche anno dopo. Non si dimentichi che l'inizio dei guai, in particolare per il debito pubblico, corrisponde al periodo in cui la DC era sì ancora importante ma non più egemone con una instabilità politica che è il nemico di ogni buon governo.
E' vera la formazione democristiana di tre su quattro dei 'giovani talenti', come qualcuno ha voluto definirli, della politica italiana.. Renzi consigliere comunale a Rignano, segretario provinciale del Partito Popolare e poi nella Margherita. Letta  Presidente dei giovani DC europei, Vicesegretario nazionale del Partito Popolare. Alfano segretario provinciale dei giovani DC. L'unico non 'contaminato' da ascendenze democristiane resta Salvini leghista, si potrebbe dire, fin dai tempi della prima comunione, per non dimenticare nella biografia di Vendola la dizione 'fervente cattolico'. C'è indubbiamente una caratteristica comune e un elemento di cui molti commentatori dimenticano di tenere conto. Quale è questo elemento comune? La formazione politica che a i tempi della DC, anche per altri, c'era e come. L'elemento che caratterizza chi fa politica, nei partiti o nelle istituzioni, se lo fa con passione e con spirito di servizio, è la comunanza di status. Tutti mirano al bene comune, mancherebbe altro. Certo, con ricette diverse, e per fortuna anche perchè il confronto è lievito di crescita. La formazione è elemento fondamentale, oggi assai negletto perchè non soltanto sono spariti o quasi i partiti politici ma con essi in tanti hanno cospirato e cospirano per affossare la politica. Quando ciò avviene qualcuno se ne avvantaggia, i più vengono svantaggiati, soprattutto i più deboli. Si lasci stare dunque uno scenario da titoli di giornali in vena di trovare lo scoop anche dove non c'è. Quanto ai futuribili è presto per indicarne. Comunque Letta al Quiruinale e Renzi a Palazzo Chigi non è del tutto fantapolitica.

E ora
Guai ad attendersi miracoli nella situazione in cui siamo. Al di là dei singoli problemi interni che ogni giorno ci vengono sciorinati a valanga nei telegiornali c'è l'Europa. Ogni famiglia italiana di quattro persone ha sul gobbo una spesa annuale di quasi 6000 €uro SOLO PER PAGARE GLI INTERESSI DEL DEBITO PUBBLICO. Un debito che abbiamo fatto noi ma non gozzovigliando e sprecando a iosa bensì nel quadro, e per effetto, di un regime teutonicamente penalizzante – ogni riferimento a frau Merkel non è casuale ma secco – e di una eurocrazia soffocante. Senza eccessi populistici ma con determinazione razionale occorre guardare, a muso d'oro se occorre, Bruxeller e Strasburgo.

a.f.
Politica