E' MORTA LA "LADY DI FERRO" 2013aprile10.16
Jon K. Galbraith ebbe a dire in uno dei suoi numerosi saggi, riferendosi al ruolo della stampa, che questa pubblica tutto quanto è consentito dalla greppia da cui mangia. Pronunciò questa frase anche in altre occasioni riferite alle previsioni sull'economia diffuse attraverso stampa, da diversi suoi colleghi economisti.
Richiamo Galbraith, perché non riesco a capire l'atteggiamento acritico ed elogiativo della stampa e dei media in generale nei confronti del personaggio in epigrafe. Leggo e ascolto sperticate allocuzioni elogiative della signora Thatcher, come se avesse il merito di aver salvato chissà che cosa. Un modo, secondo me sbagliato di presentare meriti e difetti dimenticando, per convenienza o per convinzione, oppure per ignoranza, chi e cosa ha rappresentato la Lady di ferro, sia nel suo Paese, sia a livello mondiale. Nel suo Paese ha avuto il torto di far approvare una legge fiscale che, mentre strangolava i poveri, favoriva in modo indecente i ricchi; ha usato tutta la sua potenza politica per coartare l'autonomia operativa e democratica dei sindacati dei lavoratori, le famose Trade Unions. Qualcuno forse ricorderà la grande e purtroppo fallimentare battaglia sostenuta dal sindacato dei minatori, durata circa un anno (dal 1984 al 1985), con a capo il famoso sindacalista Arthur Scargill, che fu uno degli attori chiave della storia sindacale e politica del Regno Unito. Un altro odioso provvedimento fu quando decise di togliere il latte, che veniva distribuito gratuitamente, ai bambini nelle scuole.
A livello europeo la Lady ha il torto di avere voluto dissociarsi dal partecipare al versamento del contributo a favore del settore agricolo. Inoltre, in politica estera accentuò la sua ostilità nei confronti dell'Europa, opponendosi fermamente al progetto di creare l'Unione Europea e soprattutto alla possibilità di creare una moneta unica.
Insomma, la Lady si comportò in ogni occasione, in Europa e nel mondo, proprio col "pugno di ferro" (da qui l'appellativo di lady di ferro). Si rammenti la storica guerra delle Isole Falkland (Malvinas per l'Argentina) e, in contrasto col resto d'Europa, la partecipazione nel 1986 della Gran Bretagna al bombardamento statunitense sulla Libya, fornendo basi aeree a terra e navi portaerei.
Un'ondata di privatizzazioni caratterizzò i suoi governi nel corso degli undici anni di gestione del potere. La sua politica fu il liberismo. Strinse un'alleanza duratura e solida con il presidente USA Ronald Reagan.
Quel sistema, ovvero la finanziarizzazione dell'economia, conseguenza della scelta liberista, è la chiave di volta che ha aperto la strada alle gigantesche speculazioni finanziarie che, a loro volta, hanno messo in ginocchio l'economia produttiva mondiale. Infatti, non a caso l'inizio della crisi che attanaglia il mondo è partita proprio da Londra e da Washington, complice la università di Harvard negli USA , dove si trovano i soloni pensatori e dispensatori di quella teoria, tra i quali il premio nobel Milton Friedman.
Infine, dal momento che la stampa inglese scrive che la Thatcher non ha cambiato solo la Gran Bretagna ma ha cambiato il mondo, a noi non resta che chiederci: come ci dice Fulvio Scaglione (La Provincia del 9 aprile 2013), ci piace come lo ha cambiato? Ci piace come il mondo è diventato? A voi, la risposta. La mia è NO!
Valerio Dalle Grave