5 10 1) IMMIGRAZIONE USA: FRA LEGGE STATALE E FEDERALE 2) FRA IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E REALPOLITIK

1) IMMIGRAZIONE USA: FRA LEGGE STATALE E FEDERALE

"La mancanza di azione responsabile al livello federale apre la porta ad altri di agire in modo irresponsabile". Parla il presidente statunitense Barack Obama per commentare la nuova legge approvata dallo Stato dell'Arizona sul trattamento dei clandestini.

La legge approvata dalle camere statali e firmata dalla governatrice Jan Brewer è la più dura verso i clandestini. Include misure severissime che sfoceranno alla discriminazione. In sintesi, la nuova legge richiede che i poliziotti fermino le persone sospettate di essere nello Stato illegalmente. Essere in Arizona senza documenti diverrà un reato per la prima volta. I colpevoli saranno arrestati e gli si potrà affibbiare una multa di 2500 dollari.

Come decideranno i poliziotti statali e locali se una persona si trova nello Stato senza autorizzazione? Si crede che i poliziotti guarderanno il colore della pelle oppure l'accento usato nella pronuncia della lingua inglese. Una delle misure proibisce ai poliziotti di usare "solo" il fattore razziale o etnico anche se questo può essere uno dei criteri. La nuova legge provvede anche la possibilità a tutti i cittadini di denunciare le forze dell'ordine nel caso queste non facessero il loro dovere con i clandestini.

Com'era da aspettarsi vi sono state proteste da gruppi di ispanici ma anche da figure religiose di quasi tutte le denominazioni. Preoccupa anche il fatto che i poliziotti abbiano il diritto di fermare chiunque e chiedere documenti, qualcosa che in America non avviene tipicamente. La polizia per chiedere documenti a una persona deve avere osservato qualche azione potenzialmente illegale. Il solo fatto di essere presente in un posto non è sufficiente per dovere presentare documenti a nessuno.

Parecchie sfide legali alla nuova legge sono già state presentate ai tribunali federali di Tucson e Phoenix da gruppi di diritti civili ma anche da individui. Una di queste è stata presentata da un poliziotto il quale sostiene che la nuova legge lo costringerebbe a mettere in atto il "racial profiling", ossia la discriminazione per ragioni di razza. Il dipartimento di giustizia americano federale sta esaminando la nuova legge. Simili sfide legali sono avvenute con la notissima Proposizione 187 californiana. Questa misura, che negava servizi medici e sociali ai clandestini, era stata approvata dagli elettori californiani nel 1994 ma fu dichiarata illegale da un giudice federale nel 1998.

In Arizona poco importa. Si calcola che il 70% dei cittadini siano favorevoli alla nuova legge anche se il 53% ha detto che condurrà alle violazioni di diritti civili. Persino coloro che proteggono i clandestini dandogli lavoro o assistendoli potranno anche essere arrestati.

L'Arizona è uno stato molto conservatore che ha persino rifiutato di onorare il compleanno di Martin Luther King. Joe Arpaio, lo sheriff italo-americano della contea di Maricopa, ha per anni messo in pratica i controlli di immigrazione inclusi nella nuova legge suscitando spesso problemi di diritti civili.

In Arizona preoccupa tanto l'immigrazione clandestina come se l'assenza degli immigrati dovesse risolvere i problemi statali. Ciò non è vero dato che per non chiudere le scuole e tagliare gli altri servizi la governatrice ha proposto di aumentare le tasse sui consumi dell'uno percento. Ma colpire i clandestini e addossargli la colpa per tutti i problemi da affrontare fa parte del gioco politico. I clandestini sono un facile bersaglio. Sfortunatamente come ha detto il presidente Obama, il governo federale, responsabile della politica estera che include l'immigrazione, non ha agito. Quindi gli Stati devono affrontare la questione dell'immigrazione da soli e ovviamente si esagera in modi che non riflettono la tradizione americana di dare il benvenuto ai nuovi arrivati.

Obama ha speso abbastanza capitale politico quest'anno con la riforma sulla sanità. La riforma sull'immigrazione richiederà molto più capitale politico perché non recherebbe benefici diretti alla classe media americana. La riforma si farebbe dunque per ragioni morali anche se l'aspetto della sicurezza nazionale ne fa parte.

Ma i repubblicani si opporranno gridando "no all'amnistia". Quindi nulla avverrà quest'anno. La speranza è che l'economia si riprenda al più presto il che permetterebbe al Partito Democratico di mantenere il controllo delle due camere legislative con le elezioni di novembre. Obama potrebbe eventualmente riprendere la questione della riforma sull'immigrazione agli inizi del 2011.

2) FRA IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E REALPOLITIK

Bisogna deportare tutti i clandestini² dagli Stati Uniti. Ecco cosa sostiene Katcho Achadjian in una lettera al San Luis Tribune, il giornale locale della Costa Centrale della California. Il signor Achadjian continuò dichiarando il suo appoggio alla nuovissima legge anti-clandestini approvata nello Stato dell'Arizona.

Achadjian è candidato alla Camera dello Stato della California. Ovviamente la sua approvazione alla durissima legge dell'Arizona ha delle sfumature politiche. Anche in California ci sono molti clandestini i quali sono accusati di causare molti problemi al Golden State. Nonostante il fatto che l'immigrazione consista di una questione federale, anche i politici locali usano il tema per cercare di sedurre gli elettori.

Altri candidati locali si sono schierati a favore della nuova legge dell'Arizona, tutti del Partito Repubblicano. L'unica ad opporsi è stata la candidata democratica Hilda Zacarias la quale ha detto che la legge dell'Arizona condurrà al racial profiling² ossia la discriminazione per ragioni di razza.

La questione dei clandestini in America non presenta facili soluzioni anche se il concetto basico di deportarli tutti farebbe piacere a non pochi. Il problema è però pratico. È difficile deportare dodici milioni di clandestini perché molti di loro hanno stabilito radici negli Stati Uniti. Si calcola che 3,5 milioni di clandestini abbiano figli nati in America i quali sono cittadini americani. Come si possono deportare i padri di cittadini americani?

La maggior parte dei clandestini fa lavori umili, specialmente in agricoltura, che gli americani rifiutano. Nei periodi di vendemmia ci sarebbero disastri economici se veramente vi fossero raid nei campi. In alcuni casi ciò è avvenuto. Subito dopo però i proprietari delle imprese agricole in questione hanno telefonato ai loro parlamentari e i raid sono finiti immediatamente. Il business è business.

I politici dunque fanno dichiarazioni contro i clandestini per sembrare forti². Ciò non equivale ad essere saggi davanti a una questione così complessa.

Dal punto di vista politico però la questione dei clandestini si presenta come una carta vincente per i repubblicani e la destra in generale. Quando però ci si avvicina alle soluzioni come è avvenuto durante l'amministrazione di George Bush, quelli di estrema destra riescono a deragliare tutte le proposte di leggi ragionevoli. Due anni fa, infatti, il Congresso era quasi vicino a una riforma sull'immigrazione la quale fu poi abbandonata perché includeva un piano di regolarizzazione dello status dei clandestini.

Niente amnistia² hanno gridato i repubblicani. Non si voleva ripetere l'amnistia del 1986 approvata durante l'amministrazione di Ronald Reagan.

Quella nuova legge dichiarò illegale il fatto di assumere clandestini ma allo stesso tempo diede residenza legale a coloro che potevano provare di essere venuti negli Stati Uniti prima del 1982.

Il fatto dell'amnistia rappresenta un'ossessione nella mente degli americani. È politicamente difficile convincere l'elettorato che i dodici milioni di clandestini residenti negli Usa meritino la residenza legale. Ciò vuol dire ricompensare atti illegali che si ripeterebbero nel futuro.

La mancanza di coraggio politico bipartisan per risolvere la situazione dei clandestini vuol dire che i candidati continueranno ad usare il tema per i loro scopi. I democratici giocheranno la carta di difesa mentre i repubblicani la useranno in modo retorico per rafforzare la base di estrema destra.

Chi ci guadagna di più? Forse il Partito Repubblicano. Ma forse no. A mano a mano che gli ispanici continuano a diventare cittadini e votare staranno sempre alla larga del Gop. Anche la minoranza ispanica che fa parte del Partito Repubblicano sta cominciando a ricredersi a causa delle aspre leggi passate da alcuni Stati e governi locali.

La stragrande maggioranza degli ispanici vota per i democratici. La loro influenza nelle elezioni locali ma anche nazionali può essere considerevole.

Il 30% dei cittadini dell'Arizona è di origine ispanico. Forti concentrazioni di ispanici si trovano anche in California, Texas e New Mexico ma i loro numeri stanno aumentando in altri Stati del midwest e del sud.

I clandestini ovviamente non possono votare ma i cittadini di origine ispanica lo fanno e continuano ad allontanarsi dai sostenitori di leggi simili a quella della recentissima dell'Arizona.

Per vincere elezioni i politici cercano sempre di essere inclusivi. Lo fece George Bush figlio con successo remando a destra ma anche a sinistra.

Nell'elezione del 2004 Bush ricevette il 40% del voto ispanico, un record per i repubblicani. Bush corteggiò gli elettori ispanici con una retorica moderata verso i latinos. Una strategia che i repubblicani attuali hanno apparentemente dimenticato.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com), PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
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