VETERANI USA: TROPPI BENEFICI?
"Quando si tratta del rispetto, affetto e devozione ai veterani io sono in prima fila". Ecco come John McCain ha cercato di smorzare l'impatto negativo della sua opposizione al nuovo disegno di legge approvato dal governo americano che aumenterebbe i benefici dei veterani.
Strano che per un veterano con ventidue anni di servizio nella US Navy, cinque dei quali in una prigione dei Vietcong, il nuovo GI Bill potrebbe essere dannoso. Il nuovo disegno di legge approvato da una maggioranza bipartisan (Senato 75 a favore, 22 contrari, Camera 256-166) offrirebbe borse di studio universitarie ai veterani. Il beneficio ai veterani sarebbe di coprire le spese universitarie di istituti pubblici. Per i più costosi istituti privati i veterani dovrebbero trovare altri fondi. Il costo del piano sarebbe di 52 miliardi di dollari per dieci anni.
La cifra sembra alta ma questo nuovo GI Bill riflette di poco la generosità dell'originale GI Bill approvato nel 1944. Questa legge coprì il costo totale delle spese universitarie e permise a milioni di veterani di completare i loro studi in istituti pubblici ed anche privati. Anche nomi divenuti famosi come Bob Dole, George McGovern, Clint Eastwood, Charles Bronson, Walter Mathau, Mario Puzo, ecc. hanno usufruito del GI Bill.
McCain aveva proposto il suo disegno di legge per aiutare i veterani. Si trattava di un piano meno "generoso" che il Senato ha rifiutato. Oltre alla questione economica McCain ha obiettato al fatto che tutti i veterani senza riguardo del numero di anni di servizio potrebbero usufruire della legge. McCain voleva che i benefici fossero legati al numero di anni serviti. L'altra preoccupazione di McCain include il fatto che la "generosità" della nuova proposta incoraggerebbe membri del servizio militare americano a congedarsi. McCain stima che vi sarebbe una riduzione di membri delle forze militari del 16%.
Barack Obama e Hillary Clinton, i due candidati alla nomina del Partito Democratico, hanno votato per il disegno di legge. Ambedue hanno messo da parte le obiezioni di McCain spiegando che la spesa equivale ad un investimento nel futuro dei veterani che recherebbe anche benefici alla Nazione.
In un certo senso le reazioni opposte del candidato repubblicano e dei democratici riflettono l'ideologia dei rispettivi partiti. Quando si tratta di investire sui cittadini i democratici sono sempre pronti. I repubblicani invece offrono solo belle parole. Ecco come si spiega l'opposizione della minoranza repubblicana al nuovo GI Bill. McCain, per esempio, ha votato contro leggi favorevoli ai veterani nel 2006 e nel 2007. L'associazione Disabled Veterans of America gli ha dato un voto favorevole solo del 50% mentre il suo eventuale avversario Barack Obama ha ricevuto l'86%.
Quando McCain ha sentito le critiche di Obama per avere votato contro il disegno di legge il senatore dell'Arizona ha reagito con un ad hominem. McCain ha detto che non accetterà lezioni da una persona come Obama il quale "non ha avuto neanche la responsabilità di servire" nelle forze armate. McCain si considera intoccabile dunque in questioni che trattano i veterani. Si sbaglia perché non è necessario essersi arruolato nelle forze armate per potere avere idee molto buone al riguardo.
Tutta l'esperienza militare di McCain non gli ha impedito di votare per la guerra in Iraq che la maggioranza degli americani riconosce come uno sbaglio. L'ultima conferma è venuta a galla recentemente dal libro di Scott McLellan, ex portavoce della Casa Bianca. McLellan ha scritto che il conflitto in Iraq era "inutile" e che l'amministrazione Bush ha usato una campagna mediatica per "vendere" la guerra. McCain ha "comprato" la merce di Bush. Non solo. La vuole continuare a "vendere" agli americani. Secondo McCain una "sconfitta" in Iraq sarebbe "catastrofica". Vuole dunque la "vittoria" ma non definisce in che cosa ciò consiste. Come ha affermato egli stesso, non sa "quale altro cammino scegliere", eccetto di continuare la guerra. Forse gli americani nell'elezione di novembre non gli daranno l'opzione perché voteranno per il candidato democratico?
Domenico Maceri (x)
(x) dmaceri@gmail.com, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc ) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic