Riforma votata, le Province in stato pre-agonico

Referendum confermativo. ad ottobre. Regioni scippate. Anche per l'acqua: noi fregati

Province in stato pre-agonico mentre è in discussione alla Camera - finita e voto: 361 SI, 7 no e una tristissima aula per quasi metà deserta - la Riforma costituzionale in ultima lettura dopo il voto al Senato conclusosi con 180 sì e 112 no (con diritto al voto 315 senatori eletti oltre quelli a vita di nomina presidenziale).
Con il voto che basta per arrivare l'agonia è completa. Non siamo ancora alla chiamata dei necrofori con la loro cassa funebre. Qualcuno sostiene che fin che c'è vita c'è speranza per cui occorre una sorta di bocca a bocca per ridare vitalità piena all'organismo.
-   Referendum (diverso dai soliti)
Occorre, per passare al concreto, il passaggio sotto le forche caudine del referendum. Non uno dei soliti indetti per 'abrogare' qualche legge o sue parti. Qui si tratta di un 'referendum confermativo' legato in particolare alla non raggiunta maggioranza del due terzi, la parola agli elettori per confermare o no il voto delle Camere (nel 2006 la riforma costituzionale non fu confermata dal voto e quindi decadde). Intanto va osservato che contrariamente agli altri referendum quella relativo ad una legge costituzionale non abbisogna di quorum. In teoria basterebbe un voto 2 milioni a 1 milione o 200 a 100 o addirittura 2 a 1 per confermare il testo uscito dalle Camere. La procedura: entro tre  mesi dalla pubblicazione della legge stessa,  grosso modo entro metà luglio, lo chiedano o un quinto dei membri di una Camera o 500.000 elettori o cinque consigli regionali. La votazione, dovendo aver luogo in una domenica compresa fra il 50° e il 70° giorno successivo all'indizione del referendum stesso è prevista per il prossimo ottobre.
-   Che succede se (1)
Se il referendum facesse la fine di quello del 2006, Berlusconi al governo, ossia non confermasse il testo delle Camere, la riforma cadrebbe, e con essa, sue dichiarazioni,  Renzi. Del bocca a bocca le Province non avrebbero più bisogno tornando vive e vegete.
-   Che succede se (2)
Se il referendum non facesse la fine di quello del 2006 ma portasse alla ristrutturazione della Costituzione – i contenuti sono tali da andare ben oltre a una semplice revisione – il bocca a bocca avrebbe finito irreparabilmente la sua funzione.
-   Fine della storia? Non ancora
Fine della storia? No. Ci sono i vari passaggi post-mortem sino all'inumazione. Non basta la riforma costituzionale. Quella spiana la strada alla legge ordinaria che sancirà il seppellimento delle Province così come le abbiamo conosciute e consolidate da una storia, per quel che ci riguarda, bicentenaria.
-   Le malefatte in quel di Roma
I soloni romani ne hanno detto e fatto di ogni colore. Prima il problema era quello di eliminare le Province per risparmiare cifre iperboliche, smentiti da Senato e da Corte dei Conti, poi si sono accorti che a qualcosa le Province provvedevano, poi quel qualcosa si è trasformato ancora e così gli Enti hanno dovuto continuare a fare quello che facevano prima perchè i cittadini ne avevano bisogno. Ma, dimenticandosi che se errare è umano perseverare è diabolico, hanno tirato diritto
-   E domani?
Deve essere fatta la legge di attuazione. Ci sarà il nuovo Ente di area vasta perchè era follia pura pensare, come dicevano i soloni particolarmente ignoranti in fatto di territorio, che il sistema doveva essere Stato – Regioni – Comuni. Il guaio, in termini di democrazia e partecipazione, è che agli elettori è stato scippato il diritto al voto. L'ente sarà una specie di Consorzio senza nessuna voce in capitolo per i cittadini amministrati. D'altronde governare senza essere eletti – Monti l'iniziatore – sarebbe stato un delitto solo 10 o 20 anni fa, ma i tempi sono cambiati, l'era dei girotondi è finita, come quella dell'ostracismo alle modifiche alla Costituzione.
-   Noi fregati
La Riforma ha scippato – art. 117 Cost. - alle Regioni competenze e ruoli, comprese quelle in materia di acque fregandoci. Se non ci fosse stata questa modifica la Regione avrebbe infatti provveduto a nostro favore. Resta la speranza che nella legge di attuazione si dia corpo e contenuto alla riconosciuta specificità delle Province interamente montane e confinanti (noi e Belluno). Le cinque della sera.

 

GdS
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