Senatori Crosio, Del Barba, Della Vedova, - e Ministra Lanzetta - , come la mettiamo?

Ma gli incarichi in Provincia non dovevano essere gratuiti? - Se non si vota si risparmiano i soldi delle elezioni. E allora avanti!

Gli italiani sono stati ripetutamente informati, spesso trionfalmente, che mandando i Sindaci ad amministrare le Province ci sarebbero stati fior di risparmi perchè il loro incarico sarebbe stato onorifico. In base alla legge non era nemmeno previsto il rimborso-spese o il costo dell'assicurazione. Un esempio di democrazia oltre che di rispetto della Costituzione secondo la quale “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Il carattere onorifico degli incarichi rende possibile la loro assunzione a tre categorie di persone: il ricco, il pensionato che non ha lavori in nero, chi ha uno sponsor, un mecenate che gli assicura lo stipendio regolare lasciandogli però tutto il tempo necessario, se disinteressatamente o meno è altro discorso.

Cari senatori, qualcosa c'è che non va, e doppiamente
Era così. Non è più così e proprio per quell'aggiunta che avete fatto al decreto-legge in fase di conversione. Lo riportiamo, a Vostro uso e ad informazione dei lettori: Il comma 'incriminato': "Restano a carico della provincia gli oneri connessi con le attivita' in materia di  status  degli  amministratori,  relativi  ai  permessi retribuiti, agli oneri previdenziali, assistenziali e assicurativi di cui agli articoli 80, 84, 85 e 86 del testo unico".

1) Intanto si prende atto che una spesa c'è (...a carico della Provincia...) smentendo quanto continuamente sostenuto. Se occorre pubblicheremo tutti i richiami legislativi citati. Siccome però noi siamo abituati a evitare i criteri spannometrici vorremmo un chiarimento, una spiegazione di questa modifica introdotta all'ultimo momento
2) Il comma si riferisce a persone con lavoro dipendente. E per chi non lo è? A parte l'incostituzionalità si pensa alla scappatoia, vale a dire che uno si fa assumere, da un parente, da una cooperativa o quant'altro per poi usufruire dei benefici di cui al comma citato? Siccome però noi siamo abituati a evitare i criteri spannometrici vorremmo un chiarimento, una spiegazione di questa modifica introdotta all'ultimo momento

Attendiamo chiarimenti che pubblicheremo se arriveranno. Non arrivassero non abbandoneremo l'argomento
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A proposito della. Ministra Lanzetta

Questa volta ci vuole proprio, lei se l'è meritata. L'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce con spade e diamanti con la quale deve essere insignita il Ministro degli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta.
Sua Eccellenza, farmacista, ha trovato la medicina giusta per risolvere i problemi del Paese plaudendo al fatto che eliminando il suffragio universale per il voto provinciale, cioè evitando a noi 160.000 valtellinesi il fastidio di dover andare a votare, si sono risparmiati 100 milioni.

Risparmio quadruplo, 400 mln!
Consequenziale, per quanto un pochettino demagogico, il seguito: le elezioni politiche ne costano 400 di milioni per cui, se tanto mi dà tanto, dovremmo dire che abolendole il risparmio sarebbe il quadruplo di quello ottenuto levandoci il fastidio di andare ai seggi per le elezioni provinciali, entrare in cabina, scegliere e introdurre nell'urna le schede. E poi aggiungiamo risparmi ulteriori possibili con l'eliminazione di europee, regionali, comunali...

Niente voto come nel ventennio fascista? No
Fra i commenti di questa pensata c'era stato il paragone con il ventennio fascista nel quale si riteneva fosse stato adottato lo stesse criterio di esonerare dal voto la gente.
Non è vero.

Hanno votato perfino allora, nel 1929 e nel 1934
Gli italiani, almeno gli aventi diritto fra cui non c'erano le donne (il voto a loro solo dal 10 marzo del 1946) furono chiamati a votare nel 1929 e nel 1934 con un meccanismo di tipo plebiscitario sulla base di una selezione. Legge 1029/1928 e TU 1993/1928 prevedevano un Collegio unico nazionale chiamato a votare o a respingere una lista precostituita di 400 deputati, lista formata dal Gran Consiglio del Fascismo scegliendo fra 850 candidati proposti dalle confederazioni corporative nazionali, 200 candidati proposti da associazioni ed enti culturali ed assistenziali ed ulteriori candidati scelti dal Gran Consiglio stesso. Una scelta dunque fra 1050 esterni ed altri 'interni'.
Il voto: o SI o NO. Nel caso, teorico, di vittoria dei NO si sarebbe passati a liste concorrenti presentate da associazioni ed organizzazioni che avessero almeno 5.000 soci elettori. La lista che avesse ottenuto il maggior numero dei voti, avrebbe avuto tutti i propri candidati eletti. 

Discriminazione
Certo, non è la stessa cosa ma resta il fatto che, discriminazione, si è esclusa la possibilità a quasi tutti i cittadini di concorrere alla scelta in quanto la patente di grande elettore è stata data a chi è diventato Sindaco solo per fare il Sindaco. Se le modifiche non fossero arrivate in corso d'opera qualsiasi cittadino/a avrebbe potuto presentarsi alle comunali con il dichiarato intento di volere candidarsi per la Presidenza della Provincia e/o per il Consiglio Provinciale
Adesso la scelta in provincia domenica 28 sarà fra 102 papabili che quando sono stati eletti Sindaci, ripetiamo per sottoliearlo, mai più pensavano di dover percorrere anche la strada che porta a Palazzo Muzio. Il colmo è che questa strada da una parte (V. Veneto) richiama l'evento fondante del Paese e l'altro (XXV Aprile) l'evento riconquista della democrazia!

100 milioni risparmiati? E quelli che verranno spesi in più non li contiamo? Soggetti neutrali autorevoli, Uffici del Senato in primis, hanno dimostrato che, se va bene, l'operazione Province non porterà quel risparmio che i fautori della novità decantavano come fondamento della loro scelta. Se va bene, il che significa che la partita è già in perdita. Come si usa in geometria, c.v.d. Ovvero 'come volevasi dimostrare'.

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