Scioperino della fame per l'ius soli: di un solo giorno!!! e soltanto in 1030!
Lo scorso 6 ottobre abbiamo pubblicato un editoriale dal titolo “Sciopero a staffetta. Goliardata politica. Quello serio è ben altra cosa.." Non è una battuta polemica, tantomeno fuori posto in quanto avevamo e abbiamo titolo per dare questa definizione su quello che a ragione può essere declassato a 'scioperino' Ci spieghiamo riprendendo una parte di quell'articolo:
“ Che un giorno i politici si dessero alle goliardate non si poteva pensarlo. Invece l'hanno fatto. L'ARGOMENTO – IUS SOLI – È COSA SERIA DA QUALSIASI PARTE LO SI GUARDI. Si può essere a favore, si può essere contro – lo è il sottoscritto – non è però cosa da aspiranti goliardi. Arrivino pure, se qualcuno lo ritenga, arrabbiature, critiche, insulti. Non faremo un fiat e per una semplice ragione: LO SCIOPERO DELLA FAME CHI SCRIVE LO HA FATTO E NON A STAFFETTA con, secondo la regola, due soli cappuccini al giorno e nient'altro.
Se lo ius soli il Paese non lo vuole, se il Governo ha paura a mettere la fiducia, se in Parlamento non ci sono i voti, i fautori hanno il diritto di mettere in campo ogni iniziativa che serva alla causa, compreso lo sciopero della fame, ma non con un suo 'eustorgico' surrogato, addirittura controproducente. Quale sacrificio sia una spaghettata in meno non riusciamo a vederlo. SE IL TEMA È COSÌ SENTITO SCIOPERO LO FACCIANO MA NON A STAFFETTA BENSÌ AD OLTRANZA COME A SUO TEMPO HA FATTO IL SOTTOSCRITTO allora seguito solo dopo da qualcun altro della stessa posizione politica.
SARÀ IMPORTANTE LO IUS SOLI MA FORSE LO ERA MOLTO DI PIÙ QUELLO PER LA FAME NEL MONDO con legge allora praticamente pronta ma chiusa nei cassetti del Parlamento”
Ecco perchè abbiamo titolo di sfidare quei 1030 a fare altrettanto. SE VOGLIONO ESSERE COERENTI LO DIMOSTRINO.
Quanti? In tutto 1030!!!
Hanno comunicato l'altro ieri che gli staffettisti avevano raggiunto il numero di 1030 includendo in questa contabilità parlamentari, membri di Giunte e Consigli Regionali, Sindaci, intellettuali e quant'altri.
1030, diconsi mille e trenta. Volere o volare un fallimento mascherato dai titoli dei giornali i quali ovviamente hanno l'interesse di cavalcare la tigre. Ma possibile che, data l'enormità del problema secondo taluni, a partire da Grasso e Bolldrini – di cui diremo –, nessuno di quei 1030 abbia sentito, come facemmo al nostro tempo, l'imperativo di coscienza offrendo il sacrificio personale non di 'un giorno' – il che sacrificio non è, anzi è rimedio dietetico – ma 'di giorni' e fino alla sopportabilità fisica?
E come mai non sono scesi in campo, almeno in parte, migliaia di Sindaci che poi, non importa quale ne sia il colore politico, sono quelli su cui gravano i problemi, e le decine di migliaia di amministratori comunali? 1030, diconsi mille e trenta, in tutto?
Ribadiamo: goliardata politica che, sentito in giro qualche commento di persone anche sicuramente di sinistra, non ci pare proprio di essere soli a cotale definizione...
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S'è detto di Grasso e Boldrini. Crediamo siano i primi presidenti dei due rami del Parlamento che fanno scopertamente politica di parte. Non è mai successo e vogliamo, per tutti, citare due di loro, la Jotti, PC, e la Pivetti Lega (che giunse fino a togliere in aula la parola a Bossi) come esempi di grande correttezza istituzionale.
Legge in discussione. Ha sollevato, accolta con grande clamore, la denuncia dell'on. La Russa relativa all'art. 4 che sarebbe una sorta di cavallo di Troia studiato per accogliere – dice lui – un milione di immigrati sfruttando il discorso sui bambini nati qui. Polemiche al color rosso. Ebbene forse è il caso di ricordare che in precedenza c'erano pur stati altri che avevano denunciato 'la trappola dell'art. 4'. Uno per tutti l'on. Lupi. Allora era passato quasi in silenzio questo aspetto.
Noi non entriamo in argomento. Approfondendo il problema pur senza entrare nel dibattito non abbiamo però non potuto rilevare due cose, In primis la vischiosità del testo che in ogni caso si presta a problemi interpretativi e applicativi.
In secondo luogo notiamo che già oggi si discute non solo politicamente ma anche sotto il profilo tecnico-giuridico. Se si discute ora figurarsi domani nelle aule giudiziarie! Ad ogni modo c'è una soluzione sia per quest'aspetto che per un altro, risolutivo. I fautori sostengono che le valutazioni di chi mette sotto accusa l'art. 4 non sono valide. Ma allora se è così, anche per le citate difficoltà tecniche perchè non fare la più semplice delle cose e cioè eliminare questo articolo, cosa che oltre a tutto indubbiamente indebolirebbe la posizione dei contestatori? Come mai non lo si fa? Traendo le somme si deduce che in questo caso la contestazione non è infondata.
Per chiudere. I sondaggi danno la popolazione italiana contraria, come del resto si avverte nei luoghi di lavoro, in piazza, nei bar. L'ostinazione a voler andare avanti, puntando su qualche “convinto” e si fa per dire, per cercare di varare la legge è ulteriore esempio di scollamento tra il Palazzo e i cittadini.
A scanso di equivoci infine: non siamo razzisti, anzi al contrario e sappiamo che una soluzione dovrà esserci ma con condizioni precise su alcuni punti, primo fra tutti quello della condizione femminile. Si tenga conto che il figlio, più ancora la figlia, sino ai 18 anni è alle “dipendenze” culturali, di costumi e via dicendo. C'è chi, e potrebbe non aver torto, sostiene che la concessione di cittadinanza debba coinvolgere anche il padre.
Alberto Frizziero