Fusioni dei Comuni, Sindacati in campo

Campagna elettorale per i referendum dei primo dicembre in Valchiavenna e nel Tiranese

Stamane, 14 novembre, conferenza stampa sindacale per illustrare il protocollo d'intesa definito con i Comuni oggi “fidanzati” e che, cinque in Valchiavenna e cinque nel Tiranese, il primo dicembre vedranno sei nei referendum la gente darà il suo placet alle nozze onde avere in luogo dei dieci Comuni attuali due soli. Non é automatico in quanto il referendum è consultivo per cui la Regione potrebbe anche decidere in difformità. Per questo i Sindacati chiamano in causa le Istituzioni e i Partiti politici perchè agiscano in sede milanese per avere d'un lato decisioni sostanzialmente riflettenti l'esito referendario e dall'altro perchè si evitino situazioni al limite del paradosso come la possibilità che piccoli nuclei di persone possano pregiudicare la prospettiva generale.
Il tema centrale toccato da Dolzadelli, Cerri e Motta (CGIL), Contessa (CISL), Mescia (UIL) è apparso di fatto quello della conoscenza. Oggi tante cose sono di casa fra gli addetti ai lavori, non della gente comune. In primis cosa sta per succedere con il prossimo 1 gennaio quando tutti, anche i minuscoli Pedesina e Menarola, qualora non si fondessero, devono sottostare anch'essi al patto di stabilità il che vuol dire avere magari i soldi da poter utilizzare ma trovarsi tra i piedi il patto di stabilità con il suo veto. Da tener conto che i 29 Comuni sotto i 1000 abitanti non avranno più il Consiglio Comunale o la Giunta ma solo il Sindaco. E con tanti altri aspettiche merita siano conosciiuti. Di qui la decisione sindacale di entrare massicciamente in campo con una serie di assemblee ed anche con informazione tramite 5000 volantini da far arrivare a casa dei valchiavennaschi e 3000 ai tiranesi. Sull'altro versante, è stato osservato, i vantaggi che si prospettano dalle fusioni: Migliori servizi per i cittadini, minori tasse locali, soldi in più (600.000 € per 10 anni ai chiavennaschi e 300.000 ai tiranesi), un triennio senza l'incubo del patto di stabilità con la possibilità dunque di spendere quello che si ha in cassa. Non è mancata la rivendicazione, che data da tre anni, per associare alla difesa della Provincia contro le minacce di soppressione anche la discussione sull'intero panorama istituzionale provinciale con le ipotesi di riassetto. Di seguito il “Protocollo di intesa nell’ambito del progetto di fusione dei comuni di GROSOTTO, MAZZO, VERVIO, TOVO e LOVERO tra CGIL, CISL UIL, le Categorie dei Pensionati SPI CGIL, FNP CISL, UILP e i Sindaci dei Comuni proponenti”:

Testo Valchiavennasco:
I rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali  CGIL,  SPI CGIL, CISL, FNP CISL,                  UIL e UILP e i Sindaci dei Comuni proponenti la fusione: Comune di Chiavenna,     Comune di Gordona,Comune di Menarola, Comune di Mese e Comune di Prata Camportaccio , riuniti il giorno 12 Novembre 2013 per un confronto nel merito del progetto di fusione tra i cinque Comuni per il quale i cittadini saranno chiamati ad esprimersi nel Referendum consultivo il giorno 1 Dicembre,  al termine della riunione condividono  i seguenti punti:
Testo Tiranese:
I rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali, CGIL, SPI CGIL,CISL, FNP CISL,                  UIL e UILP e i Sindaci dei Comuni proponenti la fusione Guido Patelli per il Comune di Grosotto, Clotildo Parigi per il Comune di Mazzo, Giuseppe Saligari per il Comune di Vervio, Giambattista Pruneri per il Comune di Tovo S.Agata e Annamaria Saligari per il Comune di Lovero , riuniti il giorno 11 Novembre 2013 per un confronto nel merito del progetto di fusione tra i cinque Comuni per il quale i cittadini saranno chiamati ad esprimersi nel Referendum consultivo il giorno 1 Dicembre, al termine della riunione condividono i seguenti punti:

Scopi e finalità della Fusione

Il processo di fusione tra i Comuni di Grosotto, Mazzo, Vervio, Tovo S.Agata e Lovero è ritenuto di grande interesse anche dalle Organizzazioni Sindacali  per il mantenimento e il potenziamento dei servizi ai cittadini;

La fusione dei Comuni proposta dovrà essere un importante strumento per promuovere forme di innovazione e semplificazione amministrativa nella gestione ed erogazione dei servizi, in un quadro di riduzione dei costi della politica, intesa come servizio alla comunità;

La fusione deve inoltre rappresentare uno strumento di valorizzazione, riqualificazione e specializzazione professionale del personale.

Organizzazione

La fusione dei cinque Comuni dovrà avere una organizzazione a rete sul territorio mediante sportelli al cittadino dislocati negli attuali Municipi, e uffici accentrati di back office.

In ordine all’erogazione dei servizi ai cittadini, si perseguono i seguenti obiettivi:

Mantenimento dell’accesso ai servizi sul territorio attraverso la creazione di sportelli polifunzionali  e potenziamento della “capacità di ascolto” dei bisogni territoriali;

Valorizzazione e riqualificazione del personale

Definizione di un piano di funzionamento del Comune unico da condividere nelle sue fasi di sviluppo

Partecipazione

La fase di cambiamento di assetti istituzionali consolidati richiede l’attivazione di spazi di confronto che consentano di partecipare attivamente ai processi organizzativi che la creazione di un Comune unico comporta.

Va quindi realizzato un sistema coerente di informazione, concertazione e contrattazione tale da realizzare un sistema di relazioni partecipativo.

Al fine di garantire l’identità propria dei singoli comuni che partecipano alla fusione, si deve garantire la possibilità di rappresentanza e di partecipazione alle scelte attraverso uno strumento istituzionale quale la figura del prosindaco per ogni Comune, figura prevista anche nella proposta presentata dai cinque Sindaci
Il prosindaco, rappresentativo degli interessi di ogni singolo territorio, dovrà essere obbligatoriamente consultato in merito ai documenti programmatori più rilevanti e svolgerà anche un ruolo di collegamento con gli organi amministrativi del Comune.

Anche in applicazione dell’accordo tra ANCI Lombardia e CGIL CISL UIL sottoscritto il 5 novembre 2010 che stabilisce, tra l’altro, che “la formulazione dei bilanci preventivi degli EE.LL veda il coinvolgimento del territorio” e “che vengano aperti confronti territoriali specifici con le parti sociali”, il Comune unico convocherà annualmente le Organizzazioni Sindacali per un confronto nel merito delle scelte che riguardano la programmazione dei servizi e i tributi locali, con particolare riguardo alle fasce più deboli della popolazione

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