NORDAFRICA. IL SILENZIO DOPO LA TEMPESTA. MA LA TEMPESTA CONTINUA. ENNESIMO FALLIMENTO EUROPEO. E L'ITALIA? I COCCI SONO SUOI NORDAFRICA. IL SILENZIO DOPO LA TEMPESTA. MA LA TEMPESTA CONTINUA. ENNESIMO FALLIMENTO EUROPEO. E L'ITALIA? I COCCI SONO SUOI 20

La primavera araba. Tanti d'accordo a salutare così (?!?!?) quel che avveniva in Tunisia e in Egitto mentre non avveniva in Libia salvo che a Bengasi, da sempre in contestazione verso il potere centrale di fatto controllato da quattro delle oltre cento tribù. E che sarebbe rimasta se non fosse intervenuto un massiccio apparato militare che con una campagna costosissima e mettendo in campo gli ultimi ritrovati bellici alla fine l'ha spuntata con Gheddafi, soddisfattissimi i bombaroli Sarcozy e Cameron, catturato e giustiziato in diretta TV. E con l'Italia intenta a raccogliere i cocci vista la situazione privilegiata che il nostro Paese aveva sotto molti profili, e non solo petrolio, in Libia.

Le notizie sono sparite dai nostri giornali. Di quel che avviene si sa poco, forse anche per l'imbarazzo di avere a suo tempo di fatto assecondato e magari calorosamente accolto quella che si rivela essere nient'altro che un'operazione di stampo imperialistico con la differenza che a goderne i risultati saranno i Fratelli Musulmani, e assimilati, e non, come speravano, le Cancellerie europee.

Cartina di tornasole

Quando si è di fronte a qualcosa di evidente, di indiscutibile si evoca quella carta, cosparsa di tornasole, che inequivocabilmente stabilisce se una certa soluzione è acida o basica e lo fa rispettivamente colorandosi di rosso o azzurro. Non ci sono se o ma, compromessi o taja e medega, La cartina di tornasole è la quintessenza del categorico.

Ecco che tale cartina viene utile a delineare dove sia mai finita , quella primavera araba che in realtà non é mai esistita. Se qualcuno avesse ancora residui dubbi la cartina glieli spazza via una decisione improvvisa degli americani che a cose fatte annunciano di avere sposta 500 marines di un reparto specializzato per pronti interventi dalla base spagnola di Moron a quella siciliana di Sigonella a una quindicina di km da Catania. Non solo ma ci vanno anche dei 'giocattolini' di tutto rispetto come i sei aerei

CV/MV OSPREY, ciascuno dei quali ha un costo quasi di un centinaio di milioni di dollari. Aerei con i quali in poco più di un'ora si arriva a Tripoli e in poco più di un'ora e mezza a Bengasi, atterrando come un elicottero e quindi ovunque.

Fermiamo un momento l'attenzione su questo particolare servendoci delle descrizioni che ne fa Wikipedia.

"Il CV-22 Osprey è un velivolo con rotori orientabili che coniuga le qualità del decollo verticale, volo stazionario, e atterraggio verticale di un elicottero, con la percorrenza, l'economia di volo e la velocità tipiche di un aereo a turbopropulsione. I suoi compiti sono quelli di effettuare infiltrazioni a lungo raggio, esfiltrazioni e rifornimenti per forze impegnate in operazioni speciali.

Questo versatile aereo presenta caratteristiche di velocità e percorrenza superiori rispetto ad altri velivoli a rotore, consentendo agli equipaggi del Commando Operazioni Forze Speciali Aeree di effettuare missioni speciali a lungo raggio. Il CV-22 può svolgere missioni che normalmente richiederebbero l'impiego sia mezzi ad ala fissa che a rotore. Il CV-22 decolla verticalmente e, una volta in volo, il gruppo roto-propulsore su ogni ala può ruotare anteriormente. Il velivolo è equipaggiato con contromisure integrate, radar terrain-following, radar infrarosso forward-looking, e altri sistemi avionici avanzati che gli permettono di operare a bassa quota e con avverse condizioni climatiche e in ambienti con livello di minacce medio alto. La struttura del velivolo è costituita principalmente da materiali compositi ed epossidici rinforzati con grafite. La struttura composita ha elevate caratteristiche di leggerezza e resistenza a corrosione e ai danni rispetto ai materiali tradizionali. La resistenza ai danni in combattimento è ottenuta grazie alla struttura composita e ad eccezionali sistemi indipendenti di controllo del volo, elettrici e idraulici".

Al seguito, con i C 130, tutto quello che serve a un reparto così specializzato.

Ma per fare cosa con questo armamentario?

Secondo il portavoce del Pentagono, George Little, questi marines dovrebbero, vista la fine fatta dall'ambasciatore Chris Stevens, intervenire rapidamente nel caso di nuovi attacchi al personale diplomatico e agli americani presenti in Libia, procedendo se necessario alla loro evacuazione. Da gennaio 50 marines proteggono l'ambasciata americana a Tripoli e reparti speciali sono pronti in ogni momento ad intervenire.

Prendiamo per buona la ragione indicata da Little? Dice il proverbio che chi si contenta gode. Comunque sia sta il fatto, incontrovertibile, che anche questo intervento USA dimostra, altra cartina di tornasole sull'avvenuto salto dalla padella alla brace, che la cosiddetta primavera araba deve ancora venire dopo un tristissimo autunno e quello che si profila, a due passi da noi, come un lungo inverno.

Luca M. Alessandrini

Politica