Entro 105 giorni il nuovo Consiglio Provinciale

Entro 196 per il Presidente. Pasticci in vista. Espropriati i cittadini del diritto di voto come in periodo fascista

Attualmente in Lombardia ci sono tre Province commissariate: Lodi, Como e Varese. Per loro così come per le Province che sono andate a naturale scadenza e per le quali, il 25 maggio scorso, non ci sono state elezioni di rinnovo (Monza Brianza, Sondrio, Lecco, Cremona, Bergamo e Brescia) il percorso previsto al momento è il seguente: entro il 30 settembre i sindaci e i consiglieri dei comuni del territorio provinciale devono eleggere il nuovo Consiglio provinciale (di 10 persone) scegliendo tra i sindaci, i consiglieri comunali in carica ed eccezionalmente (solo per la prima applicazione della legge) i consiglieri provinciali uscenti. Quest’organo rimarrà in carica due anni. Siamo tornati, di fatto, al periodo fascista quanto la gente non poteva votare il Consiglio Provinciale che solo dal dopoguerra e sino ad oggi è stato eletto a suffragio universale 

Entro il 31 dicembre poi sindaci e consiglieri dei comuni del territorio provinciale devono scegliere il presidente tra i sindaci dei comuni della provincia che non scadano prima di 18 mesi ed eccezionalmente (anche in questo caso solo per la prima applicazione della legge) e i consiglieri provinciali uscenti. Il presidente della “nuova Provincia“, organo di secondo livello rimarranno in carica 4 anni. Nè Consiglio nè presidente percepiranno più indennità o gettoni di presenza. In Lombardia le Province di Pavia e Mantova (i cui organi elettivi scadono nel 2016) arriveranno fino a scadenza naturale per poi ripetere il percorso fatto dalle loro “sorelle” quest’anno. Per Milano infine inizierà l’avventura della Città Metropolitana  (ce la faranno...? - ndr).

Pasticci in vista. Il 1 gennaio cambierà poco e la confusione sarà alta. A danno dei cittadini.

Politica