Referendum: l'avv. Besostri spiega il NO
Riceviamo:
“Ad ottobre votiamo NO... con allegria!”Questo uno dei messaggi lanciati venerdì 10 giugno dall’Avv. Felice Besostri in occasione dell’assemblea pubblica promossa a Sondrio dal Coordinamento Democrazia Costituzionale.
Sala dell’hotel Vittoria piena e attenta per più di due ore ad un intervento necessariamente tecnico, rigoroso e puntuale... ma anche pacato ed ironico, da parte di Besostri, docente di Diritto Pubblico Comparato alla facoltà di Scienze Politiche di Milano, esperto di sistemi elettorali, autore del ricorso che ha provocato la dichiarazione di parziale incostituzionalità del Porcellum.
Altro elemento non scontato della serata l’introduzione da parte di un diciottenne, Alberto Maspero, membro del Coordinamento insieme ad altri studenti, che ha sottolineato la necessità di lavorare per un futuro nel quale la democrazia goda di poteri più estesi e non concentrati, come invece succederebbe con la “riforma” Boschi-Renzi.
Subito l’Avv. Besostri ha tenuto a precisare che è preferibile usare il termine neutro “revisione costituzionale” perché, citando 1984 di George Orwell, ha ricordato come la distorsione del linguaggio sia una delle armi più subdole e sottili del potere (altri esempi “la buona scuola”, il “iobs act”... tutte classificate con il termine falsamente positivo di “riforma”, mentre a suo e nostro parere si tratta di cambiamenti regressivi).
Anche il referendum di ottobre non sarà “confermativo” della riforma ma, come prevede la Costituzione vigente esso ha carattere “oppositivo” in quanto è previsto come strumento a tutela di chi è contrario alle modifiche costituzionali e chiede (anche raccogliendo le firme, come si sta facendo) di potersi esprimere: ciò giustifica anche l’assenza del quorum.
L’analisi di merito sul testo Boschi-Renzi si è concentrato in particolare su due articoli:
l’art. 57, che regola il Senato
l’art. 70, che ridefinisce il bicameralismo
ART. 57. Per quanto riguarda la composizione del nuovo Senato l’Avv. Besostri ha individuato diverse lacune nella formulazione dell’articolo, lungo circa il doppio del precedente. Molto confusa la ripartizione dei 95 senatori tra regioni ordinarie, a statuto speciale e province autonome. Contraddittoria e addirittura inapplicabile la dichiarata “proporzionalità” di elezione dei neo-senatori che non siano anche sindaci, specie nel caso in cui siano soltanto 2 o 3 in totale per le regioni più piccole e per Bolzano e Trento. Ancor più lacunosa la norma riguardante la nomina a senatori di un numero imprecisato di sindaci “delle maggiori città” (quali ??) senza tra l’altro che sia prevista la nuova figura istituzionale dei “sindaci metropolitani”.
ART. 70. E’ forse il caso più eclatante di de-semplificazione introdotto dalla “riforma”. L’articolo originario è fatto di 9 parole; il nuovo testo ne contiene quasi 1000 ed è pieno di ulteriori rimandi ad altri articoli e commi, facendo facilmente prevedere una conflittualità istituzionale permanente tra le due camere, tra il nuovo Senato e le regioni, ecc.
Per quanto riguarda la nuova legge elettorale, che Besostri ci invita a chiamare Italikum, è evidente la distorsione della rappresentatività e della rappresentanza, a discapito della “sovranità popolare” contenuta nei principi costituzionali che si dice di non toccare! Lampante la tendenza a concentrare i poteri nelle mani di un solo partito, oppure di un solo listone (che richiama alla memoria un “periodo nero” della storia italiana) e del suo capo.
Forte della sua lunga esperienza e dei molti argomenti tecnici e politici illustrati, il relatore ha invitato a proseguire ed intensificare l’impegno nella campagna per il NO, da affrontare “con animo sereno”
COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE – SONDRIO
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