Novità: due proposte CISAL per le Prefetture soppresse

Avrebbero dovuto essere salvate ma l'emendamento del Governo non si è visto

Oggetto; Proposta di riduzione delle Prefetture, per come è stata presentata dal Ministero nel corso di una riunione tenuta cin due 2 Ministeri - Osservazioni CISAL 
 

Qualcosa si muove nel silenzio delle Istituzioni, dei Sindacati covfederali, delle RSU, degli organi di informazione. E' la CISAL (Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori ) con le "Osservazioni sulla proposta di riduzione delle Prefetture" che pubblichiamo integralmente;

"La proposta di riduzione delle Prefetture, per come è stata presentata dal Ministero nel corso di una riunione tenuta alla presenza del Sottosegretario Bocci, desta perplessità e contrarietà.

Se da un lato, infatti, si può concordare, in via di principio , su interventi di razionalizzazione tesi a ricondurre nell’alveo di una più corretta operatività l’Amministrazione Civile dell’Interno, adeguandone le funzioni alle sopravvenute esigenze dei tempi, bisogna fare in modo che questo avvenga senza colpire servizi e funzioni comunque utili, spesso necessari, per i cittadini e il sistema delle Istituzioni in genere.

Appare pertanto opportuno …sviluppare una riflessione per formulare le più opportune risposte rispetto alla proposta governativa di riduzione tout court delle Prefetture.

Vi è da riconoscere che, negli ultimi 25 anni, i vertici del Ministero hanno gestito l’apparato delle Prefetture adottando una politica spesso autoreferenziale, che ha privilegiato un anacronistico ruolo di “funzione politica o di governo” del Prefetto, non valorizzando, invece, le potenzialità che la Prefettura può esprimere nei servizi dedicati al territorio, alla marginalità sociale ed economica.

Non si è stati in grado di impegnare a fondo l’Amministrazione nel campo delle sopravvenute esigenze sociali e non si è saputo reinterpretare in modo adeguato la funzione della prefettura quale interfaccia tra Governo centrale e sistema delle Autonomie.

Gran parte delle energie, al contrario, sono state impegnate per sostenere un ruolo istituzionale del Prefetto sempre più antistorico, nonché a difendere una specificità della carriera prefettizia difficilmente conciliabile con una visione moderna e funzionale della PA; il tutto ha, probabilmente, prodotto un autentico “appiattimento funzionale” dell’intera Amministrazione civile dell’Interno, che non è stata nemmeno stimolata a rigenerarsi dal punto di vista della funzionalità amministrativa.

Ciò non toglie che nelle Prefetture vengano oggi svolte, dal personale amministrativo, funzioni di indubbia utilità/necessità per la cittadinanza che, come tali, in gran parte dei casi non possono essere estirpate dal territorio. Per esse sono impiegati alcune migliaia di dipendenti, operanti in regime di rapporto di lavoro contrattualizzato, tra i quali praticamente non figurano dirigenti, la cui posizione non può e non deve essere messa in discussione, proprio in virtù del rapporto costo/benefici che li caratterizza.

Non vorremmo che fossero, invece, proprio questi lavoratori a diventare il “bersaglio sbagliato” di che mira a colpire altro.

Ciò detto, rispetto all’ipotesi presentata dal Ministero si vogliono formulare le seguenti osservazioni e proposte.

Premessa:

si deve distinguere tra apparato prefettizio e uffici delle prefetture: ciò che nell’ambito dell’Amministrazione Civile dell’Interno appare anacronistico mantenere e, oltretutto, implica costi obiettivamente ingiustificati è l’alto numero di posizioni dirigenziali (tra cui spiccano le circa 200 posizioni di prima fascia riservate ai Prefetti).

La particolare frammentazione organizzativa dell’Amministrazione, impostata su unità dirigenziali denominate “Aree”, ha determinato una proliferazione eccessiva del numero dei dirigenti con effetti paradossali (che vanno dal caso di unità in cui opera un dirigente e – magari – uno o due impiegati, agli uffici di staff in cui operano anche dieci dirigenti congiuntamente!)

Già questa premessa consente di comprendere come un programma di razionalizzazione dell’Amministrazione Civile dell’Interno debba seguire linee diverse da quelle proposte dal Ministero.

Va detto, infatti, che le Prefetture esercitano competenze amministrative, accumulatesi storicamente anche in base ad un criterio di residualità, non direttamente riconducibili a quella logica “di governo e di ordine e sicurezza pubblica” che ha da sempre rappresentato la funzione principale dei Ministeri degli Interni.

Tali competenze sono svolte dagli impiegati “contrattualizzati” che rendono servizi alla cittadinanza o funzioni strumentali alle forze dell’Ordine; tali competenze non possono essere tout court “abolite” o estirpate dal territorio.

Rispetto a tali funzioni, che risultano allo stato quantitativamente preponderanti, si può agire con due criteri:

a) mantenere gli uffici, nell’ambito di “sottoprefetture o uffici territoriali statali” alleggeriti dalla presenza dei Prefetti, degli Uffici di Gabinetto e delle posizioni dirigenziali, e magari accorpare agli stessi anche altri uffici periferici di altre amministrazioni statali (Lavoro e Trasporti in primis)

b) trasferire gli Uffici amministrativi delle Prefetture ad altri Enti, sottraendoli all’Amministrazione dell’Interno e riconducendoli ad amministrazioni diverse e specialistiche

ipotesi A

Nelle Province in cui la Prefettura viene abolita si mantiene come articolazione territoriale della Prefettura superstite (ovvero quanto meno quella del Capoluogo di Regione) un Ufficio che eserciti tutte le competenze amministrative attualmente in essere.

A tale soluzione si può affiancare una Variabile, che implichi una più radicale e generale razionalizzazione di tutta la presenza delle amministrazioni statali sul territorio e che coinvolga anche gli uffici di altri ministeri: Tesoro, Lavoro e Trasporti in primis.

L’idea è quella di procedere alla costituzione di un Ufficio Territoriale Unico dello Stato, che comporti dunque l’accorpamento di tutte le amministrazioni periferiche ministeriali, (ex Prefettura, Ispettorato del Lavoro, Motorizzazione); tale Ufficio sarebbe posto in dipendenza funzionale dei Ministeri di volta in volta competenti per le funzioni da esercitarsi e potrebbe restare gerarchicamente incardinato nell’Amministrazione Civile dell’Interno; esso dovrebbe riassorbire tutto il personale degli uffici soppressi.

ipotesi B

Implica una soppressione totale delle prefetture, con il necessario trasferimento delle competenze amministrative e del personale ad altre amministrazioni.

In tale ottica si propone di effettuare trasferimenti di funzioni e di personale presso altri Uffici, secondo un criterio di specialità e mantenendo l’ancoraggio al territorio; a titolo esemplificativo:

1. di accorpare gli Uffici di Ragioneria delle Prefetture oggi denominati “Servizio Contabilità e gestione Finanziaria” con le Ragioneria Territoriali dello Stato, a cui dovrà essere affidata anche la gestione associata dei servizi di supporto per le amministrazioni centrali e locali (personale, contabilità e acquisti), nonché i servizi in materia di cartelle esattoriali e di gestione del FEC;

2. di trasferire al ministero dei trasporti o ad un eventuale nuovo Ente competente in materia tutti i servizi attinenti ai veicoli sequestrati e confiscati.

3. di trasferire ai Tribunali tutte le competenze in materia di depenalizzazione, assegni e leggi speciali, ricorsi codice della strada, sospensione e revoca patenti, fondazioni enti morali, persone giuridiche.

4. di trasferire alle Questure tutte le competenze in materia di antimafia, polizia amministrativa, ordine pubblico e sicurezza, immigrazione, nonché ogni competenza residua delle Prefetture.

E’ utile ricordare, inoltre, che l’assegnazione del personale impiegato nelle Prefetture alle Questure consentirebbe di restituire alle competenze di istituto moltissimo personale di Polizia impropriamente utilizzato in competenze amministrative, dando così attuazione all’art. 36 della L. 121/81 che, a tutt’oggi, è rimasto sostanzialmente inattuato.

A tale proposito va rimarcato come appaia del tutto illogica l’ipotesi, pure ventilata nel piano proposto dal Ministero, di far seguire ad una eventuale soppressione delle Prefetture anche quella delle Questure o dei Comandi provinciali dei VVF: soluzione che oltretutto non trova alcuna giustificazione normativa.

Il Segretario Generale Paola Saraceni
 

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