Cuba. Il 'quasi.miracolo' di Papa Bergoglio
Riportiamo l'articolo del 28 novembre del prof. Carlo Mola alla luce dell'ultimo 'quasi-miracolo' di Papa Bergoglio ovvero la demolizione della 'cortina di ferro' fra Washington e L'Avana. Significativo quello scritto alla luce anche di quanto dichiara il Vaticano: "La Santa Sede, accogliendo in Vaticano, nello scorso mese di ottobre, le Delegazioni dei due Paesi, ha inteso offrire i suoi buoni offici per favorire un dialogo costruttivo su temi delicati, dal quale sono scaturite soluzioni soddisfacenti per entrambe le Parti". (ndd)
Non è bastato il muro di Berlino, vi sono ancora tanti muri da abbattere! A questo e ad altro si preparano i viaggi di Papa Francesco iniziati nel 2013 in Brasile e proseguiti in Terra Santa, in Corea del Sud in agosto e in Albania. Oggi il viaggio in Turchia di Papa Francesco si contrassegna come una tappa rilevante per quello che rappresentò e significò la Turchia nella storia e nel contesto mondiale. Il Papa visita un Paese che ha l’aspirazione di essere un modello dell’Islam in politica e che punta ad avere un ruolo centrale in Medio Oriente. Grazie alla centralità geopolitica della Turchia ed al particolare con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, (oh quanto sono serviti gli incontri di Paolo VI ed i lontani approcci mai dimenticati di Giovanni XXIII !) la visita apostolica di Bergoglio può significare una reale occasione per mettere a fuoco i reali mutamenti di prospettiva sia in campo religioso che politico con l’Islam. Senza togliere al passato e al suo significato pare sia trascorso il momento dei “concordati” che sostenevano le reali esigenze del Cattolicesimo e del Vaticano. Sembra che oggi si voglia privilegiare, piuttosto, la politica mondiale quella universalista. In tutti questi contesti il pensiero Bergoglio è un tipo di comprensione di dimensione planetaria. A venticinque anni dalla caduta del Muro di Berlino, Bergoglio sembra voler richiamare l’attenzione di tutti sui muri ancora da abbattere, visibili o invisibili che siano, come la frattura del trentottesimo parallelo tra le due Coree, la “barriera di separazione” tra Israele e Territori Palestinesi, Cuba, il crescente reciproco squilibrio tra mondo arabo-islamico e Occidente, quasi impropriamente figurato come una guerra di religione.