3 20 SANITÀ USA: FRA LIBERTÀ PERSONALE E RESPONSABILITÀ COLLETTIVA

Natoma Canfield era stata ammalata di cancro ma adesso sta bene. Quando la compagnia di assicurazione la ha informato che la sua polizza sarebbe aumentata da seimila dollari a ottomila e cinquecento annui ha deciso di abbandonarla perché non aveva sufficienti risorse.

La cinquantenne Canfield lavora per se stessa facendo pulizie. Ovviamente non è ricca. Considerando la sua storia medica, forse ha sbagliato perché il cancro potrebbe ritornare. Rischia quindi la bancarotta in caso di una malattia seria.

I disegni di legge sulla riforma della sanità approvati dalla Camera e Senato aiuterebbero la Canfield e i quarantacinque milioni di americani senza assicurazione medica ad acquistare una polizza personale con sussidi governativi. Ambedue proposte obbligherebbero tutti gli americani senza assicurazione medica a comprarla. Quelli che si rifiutassero di farlo dovrebbero pagare una multa al governo.

I repubblicani si oppongono strenuamente a quest'aspetto della nuova proposta dicendo che il rifiuto di comprare l'assicurazione potrebbe tradursi in arresto.

Nella situazione attuale succede che coloro che non hanno assicurazione vanno al pronto soccorso quando sono gravemente malati, dove per legge, non possono essere rifiutati.

Chi paga indirettamente per le loro cure? Tutti gli altri che hanno comprato l'assicurazione (o la ricevono dai loro datori di lavoro) perché le compagnie e gli ospedali alzano i prezzi per coprire quelli senza assicurazione.

L'idea dunque di costringere tutti a comprare l'assicurazione equivale a una specie di giusta tassa come occorre nei Paesi occidentali e nel Canada. La sanità è indispensabile e quindi tutti devono fare la loro parte. Ciò non è molto diverso dal concetto dell'assicurazione per le macchine. Ovviamente, se uno non ha macchina non deve comprare l'assicurazione per l'auto.

Ma la vita l'abbiamo tutti e quindi sarebbe giusto se ognuno di noi contribuisse poiché siamo tutti nella "stessa barca".

I repubblicani non la vedono così. Costringere tutti a comprare l'assicurazione toglierebbe la libertà dell'individuo. Ognuno ha la responsabilità di fare da se per il Gop. Ecco perché il Partito Repubblicano si è tradizionalmente opposto, anche se non all'unanimità, alla creazione del Social Security ed il Medicare. Ma in tempi recenti il Gop si è spostato talmente a destra che alcuni lo chiamano il Grand Obstructionist Party perché è contrario a quasi tutti i programmi sociali. Ciò che sorprende è la compattezza dei repubblicani a dire "no" a quasi tutte le proposte dei democratici.

Questa mancanza di cooperazione è ovviamente causata da ideologia ma anche da realpolitik. I repubblicani sanno che i programmi governativi come il Social Security e Medicare, associati con il Partito Democratico, sono diventati popolari con gli americani. I tentativi dei repubblicani di privatizzare il Social Security sono stati opposti perché continuano a servire milioni di americani. Ciononostante i repubblicani cercano in ogni modo di eroderli usando spesso lo spauracchio del deficit per dire che ulteriori programmi sociali non sono sostenibili. Se questi programmi, indispensabili per gli americani, dovessero venir meno, si tornerebbe ai tempi quando i nostri anziani che non erano riusciti a conservare risorse per la vecchiaia erano costretti a chiedere l'elemosina una volta incapaci di continuare a lavorare.

L'ideologia repubblicana della "libertà" individuale e del ruolo governativo sempre più limitato nella nostra vita non possono funzionare per la maggioranza. L'idea di Obama di una riforma sulla sanità che dia al governo un ruolo più attivo senza fare piazza pulita delle compagnie di assicurazione consiste di una realtà centrista.

Obama vorrebbe firmare la legge sulla riforma prima del diciotto marzo ma sembra impossibile che il Congresso completi il suo lavoro. Il Congresso deve prima approvare il disegno di legge passato dal Senato senza fare nessun cambio. Il voto non avverrà prima di raggiungere un accordo sulle modifiche che avverranno più tardi mediante la reconciliation.

Data l'unanime opposizione repubblicana, Nancy Pelosi, presidente della Camera e Harry Reid, presidente del Senato potranno contare solo sui voti democratici. Non si tratta però di un processo facile data la mancanza di unanimità nel Partito Democratico. Un tema polemico è l'aborto. Il parlamentare Bart Stupak del Michigan è contrario a ogni disegno di legge che includa fondi federali che potrebbero essere usati per l'aborto.

La Pelosi ha detto che quando la nuova legge contiene l'ottanta per cento di ciò che i democratici vogliono, dovrebbero "dichiarare vittoria" e approvare la riforma. Ha ragione. Data la complessità del soggetto non tutti potranno essere soddisfatti al cento per cento. Ma considerando le forze contrarie, l'ottanta per cento di ciò che si desidera dovrebbe andare bene anche per il popolo americano.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
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