EUROPA: NIENTE SETTIMANA LAVORATIVA DI 65 ORE!

Respinte le modifiche alla direttiva sull'orario di lavoro. Il commento della on. Patrizia Toia

(Strasburgo, 17 dicembre 2008) Nella mattinata di oggi il Parlamento Europeo si è espresso ha respinto la proposta del Consiglio Europeo dei Ministri del Lavoro di portare la settimana lavorativa a 65 ore, modificando la vigente direttiva 2003/88/CE.

Con 421 voti favorevoli, 273 no e 11 astensioni è stato infatti approvato l'emendamento alla legge preparato dalla Commissione Lavoro guidata dal deputato socialista Alejandro Cercas, con cui si stabilisce che l'orario settimanale nei Paesi membri dell'Unione Europee è fissato a 48 ore. Gli Stati con una legislazione diversa hanno da ora tre anni di tempo per adeguarvisi.

Entusiastico il commento dell'eurodeputato On. Patrizia Toia (Pd/Alde), che nei giorni scorsi aveva già espresso le proprie preoccupazioni sull'eventuale legittimazione della clausola dell'opt-out, secondo cui un dipendente avrebbe potuto stabilire con il proprio datore di lavoro un orario di lavoro ad personam: "Con migliaia di persone che ogni mese perdono il lavoro, pensare che un lavoratore, soprattutto se giovane, poco qualificato, precario o donna, possa essere libero di scegliere se lavorare più ore di quanto stabilito, resistendo ad eventuali pressioni del datore di lavoro, significa non avere coscienza di quali siano le attuali difficoltà e le reali condizioni dei lavoratori europei. Per quanto riguarda il tempo di guardia sul posto di lavoro, si può discutere di come conteggiarlo, ma non può certo essere ignorato. Per noi vale l'insegnamento latino che tutto ciò che non è ozio è negozio, quindi lavoro. Tra l'altro, è la Corte di giustizia europea a stabilire che debba essere considerato tempo lavorativo".

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