Gli ultimi soldati americani partiti dall'Irak. Kuwait e poi a casa. Otto anni disastrosi. Cecità politica. Bbr, bbr, bbr...11 12 20 7

"La guerra in Iraq è finita. Ne valeva la pena?"

Questo titolo del quotidiano Ticino - Live riflette quel che pensiamo pure noi, come del resto in questi anni siamo andati scrivendo. Riflette non soltanto la domanda ma soprattutto la risposta. Alcune righe del citato articolo:

"Gli ultimi soldati hanno lasciato l'Iraq. Rimangono sul terreno pochi ufficiali, incaricati di addestrare le truppe irachene. A cosa sono serviti nove anni di guerra e di morti. Ne è valsa la pena? La risposta alla prima domanda è "A niente". La risposta alla seconda domanda è "No".

Errore strategico, poi catastrofe

"La decisione di invadere l'Iraq è stata un errore strategico e la politica americana durante i primi mesi dell'invasione ha trasformato l'errore in catastrofe.

Un esempio fra tutti: l'ordine di dissolvere l'esercito iracheno, che all'improvviso aveva messo in strada migliaia di giovani soldati, disoccupati, arrabbiati e armati. Uniti a una popolazione disorientata e vieppiù insofferente verso gli invasori americani, questi soldati hanno dato il via a una sanguinosa rivolta".

"Un pasticcio che ha fatto morire migliaia di iracheni, migliaia di soldati americani, che ha mandato alla forca l'intero apparato governativo di Saddam e che ha bruciato miliardi di dollari. L'Iraq, una guerra inutile".

Peggio di così non si poteva fare

L'Irak era il più laico, forse l'unico laico, dei Paesi arabi. In buona sostanza era una buona sponda per l'Occidente come aveva dimostrato durante i lunghi anni di guerra contro l'Iran. Certo, Saddam e il suo governo non erano il massimo, e forse neppure il minimo, di democrazia ma in questo erano sicuramente in buona compagnia (in questi giorni Assad in Siria insegna). Hanno inventato le armi di distruzione di massa per avere la scusa per intervenire.

I due 'complici' di Bush

Il primo complice é stato Blair che é corso subito oltre Oceano schierandosi al fianco di Bush, fregandosene dell'Europa e bruciando la sua carriera fin allora brillantissima.

Il secondo complice è quel tale che ha fornito alla Casa Bianca i conti. La previsione era di circa 80 miliardi di dollari addirittura con la previsione di reintegrarli con la vendita del petrolio, come se fosse un diritto degli USA utilizzare i pozzi a suo uso e consumo! Finora il preventivo é stato 'leggermente' superato: al posto di 80 770 (diconsi settecentosettanta) e non é ancora finita. Conti fatti nella previsione che in pochi giorni il regime sarebbe caduto ne invece dal 20 marzo 2003 ad oggi di giorni ne sono trascorsi un po' di più.

Tragico bilancio

Tragico il bilancio. Circa 5000 i soldati americani che hanno perso la vita. Decine e decine di migliaia gli irakeni sotto terra, in gran parte civili.

L'anima nera

Il falco, Rumsfeld. Sprezzante nel commentare gli inviti europei alla prudenza: "E' la vecchia Europa che parla". Gli rispose Prodi, allora europresidente: "Non è le vecchia, è la saggia Europa che parla".

Bbr, bbr, bbr che freddo, che gelo, che disastro: B come Bush, B come Blair, R come Rumsfeld.

GdS

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