Dopo Bertoletti ora Ambrosi (Congresso provinciale del PD)

Congresso provinciale del PD. Ovviamente non entriamo se non per dire che pubblichiamo tal quale quanto ci ha mandato il candidato dopo avere pubblicato quanto ci aveva mandato la candidata.

SALVATORE AMBROSI (se le cose cambiano cambiandole, il metodo è partecipare, condividere e scegliere)

Brevi cenni biografici

Nato a Roma 18.10.1954
Maturità classica 1973
Laurea in Medicina e Chirurgia, Università di Roma, 1979
Specializzazione in Anatomia Patologica, Università di Roma, 1982
Specializzazione in Neuropatologia, Università di Milano, 1987
Assistente, Aiuto e Dirigente Medico in Anatomia Patologica presso Ospedale di Sondrio da 11/1982 A 06/2006
Direttore della Struttura Complessa Anatomia Patologica dal 06/2006 a tutt'oggi
Docente dal 1983 al 1994 alla Scuola per Infermieri Professionali
Professore a Contratto presso Università di Milano/Monza dal 2000 a tutt'oggi al Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche
Consigliere di minoranza per la Civica Margherita nel Comune di Sondrio (2005-2007)
Consigliere di maggioranza per il PD nel Comune di Sondrio (2008-2013)
Attuale Consigliere di maggioranza per il PD nel Comune di Sondrio

PIATTAFORMA POLITICO-PROGRAMMATICA del CANDIDATO
SALVATORE AMBROSI (ai sensi del Regolamento provinciale per l’elezione del Segretario e
dell’Assemblea provinciale)
Ci diciamo con orgoglio di aver fuso culture diverse ma analoghe nei
proponimenti per la società, culture che non sono esclusivamente quelle democratiche
cattolica e della sinistra, ma anche un insieme di movimenti della società civile nelle
sue più varie sfumature, attratti da un progetto comune.
A distanza di tempo sembra invece di poter dire che anche quello era solo un
proponimento, non so se mal realizzato ma certamente incompletamente realizzato
non solo a livello nazionale, ma anche in periferia o meglio sul territorio.
Tutto questo forse proprio per le divisioni centrali che condizionano la vita in
periferia?
Sicuramente. Ma sicuramente anche per prese di posizione che molte volte,
soprattutto in un posto dove quasi tutti si conoscono, sembrano solo scimmiottamenti
non necessari proprio di quelle divisioni centrali, e dico questo non per facile
buonismo alla “volemose bene” ma perché pur avendo poco partecipato alla vita di
partito in questi anni, un po’ preso dall’attività amministrativa a Sondrio e dalla
professione, ho sempre avuto contatto con molte persone che inizialmente
partecipavano e progressivamente hanno disertato, lamentando una litigiosità ed
antagonismo più da nemici che da individui semplicemente autonomamente pensanti
e quindi con idee diverse.
Anche a me, come probabilmente hanno detto tutti nel passato, non piacciono i
partiti monolitici da cui si leva una sola voce, ma non piace nemmeno assistere a
chiari o peggio più defilati e sotterranei contrasti che non permettono di capire in
cosa sia veramente consistita quella famosa fusione che ci piace tanto pronunciare ma
appunto solo a parole, sembra.
CHE TIPO DI PARTITO
Il partito nazionale che mi piacerebbe, ma a questo punto interessa soprattutto
la sua rappresentanza “locale”, è quello che faccia cessare la possibilità di ascoltare
quel giudizio superficiale ma diffuso e un po’ troppo spesso purtroppo riscontrato nei
fatti: “tanto siete tutti uguali”.
Sappiamo che il fenomeno del grillismo riconosce una partenza anche da
questo.
Un partito che non si compiaccia solo del chiacchierare fine a sé stesso, ma che
traduca il suo parlare in fatti, naturalmente per quanto gli sarà possibile in base alla
posizione che saprà ricoprire nella Provincia.
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Un partito aperto, avvicinabile e avvicinato anche da chi non si riconosce in
particolari esperienze precedenti, luogo di formazione e di cultura, perché ci stiamo
accorgendo che senza queste, siamo senza basi e le grida di protesta e proposta,
qualora ci fossero e fossero anche nel giusto, sarebbero comunque superficiali e per
questo vulnerabili.
Dovesse succedere che in questo territorio per un po’ almeno continueremo a
non avere la possibilità di decidere ed orientare, intendo il partito almeno come un
luogo da cui magari scaturiscano progetti, idee e indicazioni che gli altri comunque
non potrebbero ignorare, perché ben pensati e documentati.
Forse è deformazione professionale, ma ben venga.
La frase che vorrei tenere come emblema per me stesso e, se possibile per tutti
a venire, è quella che mi ha detto recentissimamente un ex-iscritto, da due anni non
più tesserato: “ho smesso di partecipare alle riunioni di circolo e di frequentare il PD,
perché sono stanco di macinare acqua”.
Pensando allora ad un progetto per quanto possibile pratico e per punti
essenziali:
ORGANIZZAZIONE DEL PARTITO
1. Come primo obiettivo il potenziamento dei circoli, dato che sono espressione
della territorialità, e quindi prima sede della partecipazione, i circoli devono
essere organizzati e realizzati aperti il più possibile a tutti gli iscritti ed alla
società civile, se necessario modificando nei tempi brevi norme troppo
restrittive nel senso della partecipazione e del coinvolgimento dei non (ancora)
iscritti.
Conseguenza implicita e auspicabile è un loro aumento numerico,
2. quasi per analogia col primo punto, direzione provinciale ampia, in modo da
essere rappresentativa più globalmente del territorio, che verrebbe così più
coinvolto nella gestione stessa ed avrebbe meno spunti per sentirsi trascurato,
3. creazione di stabili “gruppi tematici” al suo interno, formati cioè da membri
della direzione che si sentano impegnati nei diversi filoni di approfondimento,
vi “si specializzino”, siano sul pezzo come si dice giornalisticamente e in
questi argomenti sappiano coinvolgere sia chi nei circoli mandamentali ha
analoghi interessi, così come cerchino per ciascun gruppo l’intervento di
personalità esterne.
In prima battuta viene da pensare di affrontare in modo esaustivo problemi
come quello della Sanità e del Welfare locali; o dell’ambiente e delle energie
rinnovabili; dello sviluppo sostenibile in genere; dell’acqua; dei trasporti; del
riassetto istituzionale attuale ed urgente; ma sarebbe inutile, prolisso e quasi
scontato elencare la molteplicità di argomenti che prima o poi ritroveremo sul
tavolo, ci sarà tempo per considerarli, alcuni magari a breve.
Un’organizzazione così è l’unica che permetterebbe il rapido affrontare i
problemi che vengano di volta in volta a presentarsi, consentendo
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contemporaneamente una partecipazione non estenuante destinata altrimenti a
fallire,
4. collegamento costante con gli amministratori PD sul territorio, creando se
possibile una condizione stabile e continua di incontro, utile a conoscere
quanto avviene nelle istituzioni, anche se non soffocante (altrimenti destinata a
fallire anche questa). Si può intendere con ciò letteralmente l’individuazione
di un luogo, non sempre Sondrio chiaramente e di un ritmo di incontro.
5. snellimento, per quanto di competenza e per quanto non legittimamente
imposto da strutture superiori, delle procedure burocratiche troppo farraginose,
6. se la pluralità di idee, si diceva, ci deve essere e comunque ci sarebbe, è
necessario un partito che alla fine abbia la capacità di convergere su decisioni
e comportamenti comuni, che la maggioranza decide, mentre è necessario che
non rimanga un caotico e contrastante intervenire di voci disparate, utilissime
alla discussione ma non certo alla decisione, né tanto meno all’azione.
GIOVANI
Argomento oggetto anche questo ovunque di continui discorsi, basilare in
modo quasi ovvio per una continuità nel e del partito.
Questo aspetto può essere declinato avendo in mente tutta una gamma di
giovani, da quelli che in una situazione di crisi quale l’attuale sono protagonisti di un
precoce abbandono dell’istruzione nelle Scuole Superiori, agli universitari, a chi si
affaccia, spesso inutilmente ora, alla vita lavorativa, ma anche alla popolazione
giovane presente sul territorio e protagonista nella variegata tipologia delle
associazioni di volontariato, che spesso hanno proprio preso il posto dell’attività che i
partiti non sanno più presentare.
Diventa necessario trovare modalità per ricevere la fiducia dei giovani e
viceversa poter fare su loro affidamento progressivo e sempre più presente nella
conduzione del partito, ne consegue ad esempio la necessità di perseverare in una
formazione snella, che è già in corso ma che si può pensare di concretizzare in una
vera scuola di formazione politico-amministrativa provinciale, cui concorrano per i
diversi aspetti e competenze amministratori PD già nelle Istituzioni.
Basilare appare quindi che il PD investa su un’organizzazione giovanile che si
impegni nella propria formazione e crescita e che garantisca in questo modo serio
quel ricambio generazionale che tutti invocano, così come altamente opportuno
sarebbe che una quota sempre maggiore di essi fosse impegnata nella direzione ed in
tutti quei “gruppi studio” di necessario affiancamento della direzione,
Sarebbe invece altamente negativo rischiare di ingabbiare una mentalità ed una
spinta giovanile in schemi che possono essere perfettamente funzionanti, ma sentiti
come propri da individui in altre fasce di età.
Vogliamo parlare con slogan? “Coinvolgimento autonomo e non isolamento”
potrebbe essere uno.
Se poi il discorso di una cura dimagrante della burocrazia è utile per tutti nel
PD, vale soprattutto per chi è più giovane e mal tollera labirinti normativi ridondanti,
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sfumature superflue di regole e percorsi che allontanano invece che invogliare
l’avvicinamento.
DONNE
Non credo opportuno rivolgersi alle donne con una sorta di paternalistico
protezionismo, è fuori dubbio però che alcune regole appaiono in realtà necessarie a
scardinare le situazioni esistenti incancrenite.
In questo senso un partito che si ponga i problemi
o delle pari-opportunità in genere,
o della conciliazione lavoro-famiglia con tutti gli aspetti che questo trascina con
sé e che alla fine consista nello spingere tutti coloro che amministrano ad
affrontarlo,
o di creare le condizioni che consentano alle donne, non solo di riavvicinarsi alla
politica, ma anche di poterla praticare nei fatti, e non farla rimanere solo una
virtuale benemerenza. Basta solo fare caso alle difficoltà che spesso si
incontrano nello stilare le liste per elezioni di qualsiasi tipo, in cui la ricerca
dell’alternanza di genere si scontra con donne pronte al massimo impegno, ma
mantenute a freno da una miriade di zavorre sociali.
RAPPORTO CON IL MONDO DEL LAVORO
Il tema del lavoro deve essere centrale all’attenzione del partito, non è realtà
difficile da affermare, soprattutto in questo momento di crisi, con la
disoccupazione che forse non ha ancora del tutto sconvolto la provincia, almeno
in paragone ad altre, ma, se come risulta da fonti sindacali, in 4 anni, sono 5000 i
posti di lavoro persi, che salirebbero in base a stime addirittura a 7000 a breve, se
è aumentata anche qui la precarietà e non potrebbe avvenire diversamente da tutto
il resto della nazione, diventa ovvio che nella dovuta autonomia, fondamentali
siano i rapporti con i sindacati, che si traducano appunto nel porre con loro
attenzione alle situazioni di disagio, mirino al contenimento delle condizioni di
difficoltà e collaborino alla riduzione del fenomeno della precarietà.
Ma rapporto anche con le associazioni di categoria (Confindustria,
Confartigianato, Confcommercio) per un confronto sull’altro problema scottante
della disoccupazione e della gestione di quest’uscita dalla crisi di cui si parla
come di qualcosa che si dice imminente, ma ancora non si percepisce realmente.
Nell’immediato, saper cogliere l’opportunità che l’EXPO può offrire alla
Provincia di Sondrio proprio ai fini del rilancio dell’occupazione e non solo, ma
da territorio montano, interamente montano, anche con stretta attinenza alla
salvaguardia dell’ambiente, riconosciuto da tutti quale vera ricchezza della
Valtellina e con una decisa promozione del Turismo, sua concatenazione e
conseguenza implicita.
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MULTICULTURALITA’/INTERCULTURALITA’
La presenza di significativo numero di cittadini stranieri residenti, rende
centrale il problema dell’integrazione, senza dubbio facilitata nel contatto con i più
piccoli, con i figli spesso già nati in Italia e questo significa di nuovo concentrare
l’attenzione sulla scuola e sull’istruzione, così come per gli adulti significa
mediazione culturale. E su questa via il contatto con le Amministrazioni locali
diventerebbe strategico.
COMUNICAZIONE
Pensare e creare comunicazione prima di tutto all’interno del partito, un
contatto preferibilmente vis-a-vis, perché comunque idee, direttive, notizie sono
veicolate prima di tutto dalle persone che è importante che si parlino e si ascoltino tra
loro e quante più di esse sono al corrente e hanno possibilità di condividere le
medesime concezioni e realtà, tanto più esisterebbe un modo comune di affrontare le
varie tematiche ed i problemi che intercorrono.
Ideale sarebbe anche poter pensare ad una modalità autonoma di
comunicazione verso l’esterno, ed alludo sia a quella “classica” dei mezzi di
comunicazione cui tutti siamo abituati, sia all’impiego delle moderne tecnologie,
della rete, dei social network.
In ultimo a questo proposito, ripensare ad un aggiornamento/rinnovamento del
sito sulla rete.

I CANDIDATI PER L'ASSEMBLEA PROVINCIALE

1
RUFFONI STEFANO
1993
2
BENAZZO FEDERICA
1992
3
BUFALINO GIUSEPPE
1989
4
DI ZINNO  DONATELLA
1984
5
ALBERTI MARCO
1986
6
DEL GIORGIO ELENA
1978
7
CIAPPONI GIACOMO
1987
8
SONGINI ROBERTA
1969
9
MORELLI PIERLUIGI
1974
10
LARRABURU DANIELA MARILISA
1971
11
OREGGIONI MATTEO
1985
12
ZUCCHETTI FRANCESCA
1975
13
IANNOTTI MICHELE
1966
14
PAROLO TATIANA
1979
15
CANTONI LORIS
1970
16
ANDRIOLO MIRA
1961
17
DELLA BELLA FABIO
1956
18
ROSSI ELENA
1965
19
CURTI GIOVANNI
1976
20
MAGRO SUELA
1987
21
BALDUCCI LUCA
1967
22
BETTINI SABRINA
1970
23
DE FELICE GIUSEPPE
1960
24
REBECCHI MIRIAM
1958
25
BETTINELLI FRANCESCO
1982
26
ZACCARO DANIELA
1965
27
BONGIOLATTI SEVERINO
1950
28
GUSMEROLI CRISTINA
1989
29
BERNARDI MICHELE
1978
30
VITALI ANGELA
1954
31
DAL CASON MATTIA
1990
32
BONOMI PAOLA
1959
33
BARRI ROBERTO
1973
34
CASTELLANELLI IOLANDA
1956
35
ROSSI GIOVANNI
1962
36
ANGELINI MIRELLA
1954
37
GIANATTI FELICE
1961
38
PADUREAN MARILENA
1960
39
FUMASONI SERGIO
1955
40
MICHELI NATASCIA
1970
 

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