PREMIO NOBEL PER L'IDIOZIA A CHI HA BRUCIATO IL CORANO 12.2.20.30

Martedì scorso, nella base militare di Bagram sono state bruciate insieme con vari oggetti religiosi quattro copie del Corano. Manifestazioni a Kabul e in altri centri, morti, feriti, ambasciata americana chiusa, incendio alla residenza dei cosiddetti contractors, talebani che non hanno perso l'occasione per incitare la folla ad ammazzare 'gli invasori', nostri soldati compresi che pure sono là in missione di pace.

C'è da chiedersi come sia stato possibile una cosa di questo genere, tale da meritare il premio Nobel per l'idiozia.

Se in Occidente si bruciano quattro copie della Bibbia c'è il rischio che qualcuno se la prenda 'con quei bacchettoni che protestano per una scemenza del genere'. In Afghanistan, come negli altri Paesi arabi 'la conquista del laicismo' non è ancora arrivata. Non è quindi una sorpresa la reazione che c'è stata né a qualcosa sono servite le scuse del comandante americano, generale John Allen. Un italiano, come dimostrano le nostre presenze nei vari scacchieri mondiali, una cosa del genere non la farebbe mai. E così da un episodio marginalissimo, ma pesantissimo nei contenuti, ne vengono conseguenze tali da distruggere parte cospicua del lavoro sin qui fatto per uscire da una crisi quasi senza fondo con regali continui ai talebani.

Povero Occidente

Ricordiamo, poche settimane fa, la rappresentazione al Teatro Parenti di Milano con l'immagine scelta dal regista italiano Romeo Castellucci di Roma per essere sporcata da escrementi (non conta che poi si sia detto che in realtà veniva usata la vernice). L'immagine scelta era il dolcissimo Salvator Mundi di Antonello da Messina, icona della nostra cristianità, che ritrae Cristo nell'atto di benedire la terra. Alla fine, sul viso imbrattato di Nostro Signore Gesù discendeva un velo nero con, per commento finale, la scritta You are not my shepherd, «Tu non sei il mio pastore». Nei commenti ovviamente il coro laicista invicante l'arte, la libertà di espressione, l'oscurantismo dei critici e via dicendo.

Il rispetto degli altri non conta, qui e dappertutto , Afghanistan compreso.. Se tanto mi dà tanto, povero Occidente.

Amarilli

Amarilli
Politica