Ballottaggi. Quello che non vi hanno detto. Analisi e retroscena
Dobbiamo ai lettori una nota di commento al risultato elettorale per due ragioni.
- La prima riguarda l'errore di valutazione sulle difficoltà del PD. Ne avevamo parlato ma non pensavamo che fossero così profonde. Vediamo dopo.
- La seconda riguarda invece l'errore di tutti o quasi nella valutazione del risultato di Milano e degli altri tonfi
PD
Avevamo scritto sulla botta presa nel primo turno. Pensavamo ad un possibile recupero anche perchè chi sostiene Renzi dall'esterno ha spalle pesanti. Alla fine perso sì a Roma “ma lo si sapeva” e Napoli “non faceva testo con quello che era successo”. Trieste si bilanciava con Bologna. Poi c'erano i capoluoghi di provincia quasi tutti di color rosso, un paio roseo “da cui avremo risposte positive”, dicevano..
Partiamo proprio da qui. Il responso, imprevedibile (e non perchè abbiamo sbagliato ma nella realtà) è l'elemento di maggiore drammaticità politica. Uno sopo l'altro, nello spoglio, i tonfi che arrivavano dai vari Comuni-capoluogo, uno dopo l'altro con balzo in avanti del centrodestra e anche dei grillini che sul totale riescono a issare la loro bandiera in tre dei Comuni al ballottaggio. Un solo esempio, significativo e che dà la misura della sconfitta di Renzi. La sua regione, rossa da sempre, aveva al voto di ballottaggio Grosseto e altri quattro Comuni. Persi tutti! Qualcuno si consola con quello che viene ritenuto l'alto là dell'elettorato alla Lega, ossia la perdita di Varese. Un solo Comune ma psicologicamente pesante. C'è da vedere se questo deriva da un fatto locale ossia la incandidabilità a Sindaco di Fontana, apprezzato primo cittadino, per via dei due mandati alle spalle, e la scelta quindi del successore, che tale non è stato. C'è da vedere invece se non si tratti di un male più profondo e questo in contemporanea ad un serrate le fila in Forza Italia, inevitabile e a maggior ragione dopo i guai di salute dell'ex Cavaliere.
La sconfitta più dolorosa perchè al cuore. Torino. Pochi mesi fa si ventilava addirittura la possibilità di una vittoria al primo turno con la conquista della maggioranza assoluta, Era ben davanti alla grillina che lo sfidava nel secondo turno. Fassino è stato un buon Sindaco, equilibrato, con una buona amministrazione come riconoscevano anche avversari. Presidente dell'Anci, l'Associazione dei Comuni, aveva bene operato.
Non è certo colpa sua se ha perso e non era contro di lui il voto massiccio che il centrodestra, a Torino come a Roma, non avendo il proprio candidato, ha fatto confluire sulla grillina. A Roma addirittura lo sconfitto Giacchetti ha dichiarato che non solo non ha avuto l'appoggio del Partito ma addirittura il Partito è stato un fardello pesante. E a Bologna una leghista il cui obiettivo era di arrivare, se possibile, al ballottaggio con il suo 45% la limitato il successo del Sindaco uscente al 55%. La sua dichiarazione pesantissima nei confronti degli avversari appena conosciuto il risultato indica il livello di nervosismo anche di chi in fin dei conti ha vinto e il fantasma di Pirro preoccupa.
Poi Milano. Sala, di poco. All'atto della candidatura qualcuno, a nostro avviso esagerando però, ipotizzava una vittoria al primo turno, scontata comunque la vittoria. Due gli elementi chiave. Da un lato il perimetro politico della coalizione che lo ha sostenuto mettendo in campo tutte le forze disponibili (peraltro come ha fatto anche il centrodestra con il risultato che la presenza grillina è stata modesta). Da parecchie parti invece il PD ha voluto andare da solo con i risultati che si sono visti.
Il secondo elemento è l'effetto Expo il cui successo era stato in buona maniera quantomeno accostato a Sala. Quanto ha giocato? Azzardando potremmo essere tra il 5 e l'8% il che significa che qualsiasi altro candidato avrebbe perso. Si aggiunga infine che il centrodestra negli ultimi giorni è rimasto politicamente orfano di Berlusconi che un'opera di convinzione sugli scioperanti del voto, in larga maggioranza moderati, avrebbe potuto farla con qualche risposta positiva.
M5S
Vero che le vittorie romana e torinese sono state conseguite da un massiccio trasferimento di voti del centrodestra per comprensibile polemica contro il PD, ma vero anche, in particolare per Roma ma non solo, che il consenso al primo turno è andato ben oltre quello che anche i più ottimisti sondaggisti indicavano. La Raggi però non è una novità visto che in Campidoglio ha svolto un ruolo attento di opposizione. Il proble non è lei, come a Torino. Il problema ora è lo staff, sia quello politico (Giunta e responsabili di municipalizzate, società e quant'altro), sia quello interno scegliendo in base a competenza ed integrità.
Per quello che riguarda Palazzo Chigi forse merita ricordate quel che la saggezza popolare ci ha lascito. E cioè “La gattina frettolosa fa i micini ciechi”
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Inglesi dentro? Inglesi fuori?
L'interrogativo domani prima di mezzanotte è sciolto.
Ne abbiamo sentite di tutti i colori. A persone autorevoli contro si contrapponevano persone autorevoli a favore. Un giornale pro e uno contro e così via. Vale la pena di dire la nostra non per convincere ma per scoprire qualche altarino di Bruxelles
Noi abbiamo infatti sentito il Premier Cameron, e poi tanti altri, sostenere che se gli inglesi lasciano l'Europa perdono una serie di vantaggi. E' vero e lo abbiamo visto in questi anni. Ma se loro hanno una perdita noi ne abbiamo un vantaggio. E allora vadano pure così potranno tornare a dire in caso di nebbia ”Nebbia sulla Manica, il Continente è isolato”.
C'è anche chi ha paura che altri seguano l'esempio inglese. Se ne vadano anche loro oppure, ecco il da farsi, si cambi il meccanismo europeo dalle fondamenta. Il grande disegno europeo di De Gasperi, Adenauer, Shumann si è prostituito al punto che anziché di discutere di strategie, anziché pensare in grande si occupa di mille quisquilie, Nel libro di Tremonti dedicato all'Europa si legge della decisione di lassù relativa ai piselli che devono avere cinque bacelli, allo spessore che devono avere i profilattici ed altre tristi amenità. Ma chiunque può andare a leggersi la Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee, due numeri alla settimana. L'ultimo, il 46 del 20 giugno, riporta 16 Regolamenti, tre decisioni e tre rettifiche. Si vada a leggere e si traggano le conseguenze. Che il burosaurismo di Bruxelles abbia cominciato a tremare?