Sanità, Franchetti se ne va, interviene il PD

Riceviamo dal PD: "Sanità in provincia: le dimissioni del presidente Franchetti certificano la crisi istituzionale"

Le dimissioni del Sindaco di Castione Franchetti da presidente dell’assemblea dei sindaci denunciano il comportamento della politica regionale rispetto alla gestione ed alla visione della sanità in provincia.
Finalmente un sindaco che riconosce la paralisi decennale e il ruolo marginale riservato all’Assemblea dei  Sindaci. Da sempre denunciamo come la Regione a guida leghista ha sterilizzato il ruolo dei Sindaci in ogni provincia lombarda. Le consultazioni sono sempre state formali, a decisioni già prese, una sorta di presa d’atto. Viene meno il ruolo di ascolto e di proposta degli amministratori, di referente preferenziale per le scelte in termini di politica sanitaria.
La regione ha portato avanti la sua visione sfruttando divisioni e lotte fra campanili. I sindaci non hanno saputo unirsi subendo l’iniziativa della Regione che di fatto ha deciso da sola imponendo la svolta dei “tecnici”, delegando loro le soluzioni dei problemi degli ospedali e dell'agonia dei distretti sanitari. Amministratori locali esautorati di fatto delle loro prerogative.
Non ci sono dubbi, le dimissioni di Franchetti  sono apprezzabili se denunciano il ruolo marginale della politica locale sulle decisioni regionali rivendicando piu’ ascolto.
I temi sono sul piatto sono complessi ed in piu’ occasioni sono stati posti all’attenzione del governo della Regione Lombardia: ridefinizione degli ambiti territoriali, mantenimento dei servizi in tutta la provincia, rilancio degli ospedali ciascuno per la propria specificità, piu’ risorse per il pubblico rispetto ad altri territori perché la sanità di montagna costa di piu’.
Spero solo che l’uscita di scena di Franchetti non prepari uno scenario già deciso, con la regione governata dalla Lega che invece di affrontare il declino della sanità di valle prova a mischiare le carte, magari alimentando le speranze per un polo chirurgico unico a Sondrio senza chiarire il destino delle altre strutture.
L’appello degli ultimi mesi di abbassare i toni e lasciar lavorare la regione pare in realtà voler tacitare la protesta e la preoccupazione di amministratori e cittadini. Nei nostri territori abbiamo ancora una cultura della sanità pubblica, buone strutture e personale qualificato da valorizzare, non vogliamo un declino verso una sanità di serie B. Per fare questo serve un piano e delle azioni concrete.
Si solleva il polverone e poi? E le risorse aggiuntive per la sanità di montagna? Le liste d’attesa sempre piu’ lunghe? Il Gap del pubblico rispetto alle strutture private convenzionate? Tutti problemi che sembrano non trovare ancora risposta.

Giovanni Curti – Segretario Partito Democratico della Provincia Sondrio
 

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