Renzi non vuole corpi intermedi. E' Enrico Rossi, Governatore, che lo dice

Perchè l'interesse della provincia coincide col NO al prossimo referendum

Rossi
Il Presidente della Toscana Enrico Rossi, omonimo dell'ex Provveditore agli Studi di Sondro, in un colloquio con l'Ansa ha sottolineato come Renzi tenda “a fare a meno di tutti i corpi intermedi. Tende a fare a meno anche delle Regioni, mi auguro che questo atteggiamento cambi perché il Paese non si governa tutto e soltanto da palazzo Chigi. Il Paese ha bisogno di corpi intermedi forti e allo stesso tempo i corpi intermedi devono collaborare con il governo del Paese".
Parole sagge. Tutti, quasi nessuno escluso, hanno sottolineato, per quanto ci riguarda, l'errore clamoroso della soppressione della Provincia che qui da noi era ed è essenziale per il Governo di Valtellina e Valchiavenna come essenziale era ed è non sbattere via come gli stracci tutti i cittadini maggiorenni portandogli via l'arma fondamentale della democrazia, il voto.

Dittatura morbida

Rossi conferma con le sue parole quanto da tempo sosteniamo ossia che siamo avviati, - e l'operazione sarà completata se il referendum di ottobre confermerà le modifiche alla Costituzione – verso una dittatura morbida. Unico Paese in Europa ad avere un Premier non eletto e per giunta con una stragrande maggioranza alla Camera neppure lontana parente dal voto degli italiani. Si ricorderà infatti lo sfregio alla democrazia rappresentato dalla distorsione tra espressione popolare e seggi alla Camera.

Rappresentanza distorta

PD. 8.644.523 voti pari al 25,4% con 292 seggi
PD con alleati 10.047.808 pari al 29,5% 340 seggi
PdL con 7.332.972 pari al 21,6% con 97 seggi
PDL e coalizione 125 col 29,1%
M5S 8.689.458 pari al 25,5% con 108 seggi.

Da annotare anche il dato relativo all'affluenza: 75,18% il che porta complessivamente ad una maggioranza parlamentare del PD che in realtà rappresenta il 19.20 degli italiani. Circa uno su cinque
A Montecitorio con il proporzionale dunque il PD avrebbe avuto 160 deputati 132 meno di quelli assegnatili in base ad una legge vigente.

La trilogia
Siamo in presenza di una trilogia vera e propria:
1. Premier non eletto come i due precedenti con i ben noti retroscena
2. Distorsione tra espressione popolare e seggi alla Camera
3. Assenza di una maggioranza al Senato, surrogata da cambi di casacca di molti senatori.

Si aggiunga una legge elettorale ad usum delphini con merito di Renzi per essere riuscito a imbrogliare Berlusconi, inopportunamente consigliato, e demerito di Berlusconi, inopportunamente consigliato, per essersi fatto infinocchiare.

Campagna referendaria già in corso

Rebus sic stantibus la campagna elettorale per il Referendum è da parte di Renzi in pieno svolgimento. Dichiarazioni a raffica con suggestive promesse, altre ricorrendo a qualche populismo, ma soprattutto ad una frenetica sinfonia di viaggi che vale anche in funzione alle elezioni amministrative con episodi come quello di Napoli che in altri tempi avrebbe determinato una mezza rivoluzione. Il Sindaco partenopeo ha infatti lamentato a viva voce che in Prefettura con i Presidenti del Consiglio e della Regione c'era anche la candidata del PD alle prossime elezioni Valente, e con Sindaco non invitato, per cui ha anticipato che si rivolgerà a Mattarella.

Le due 'ragazzotte'

Premier sempre in viaggio e il Governo? Tranquilli, ci pensa la Boschi, la di fatto co-presidente del Consiglio e senza “co” qualora non passasse il Referendum. Fra lei e la Madia “due ragazzotte di belle speranze” secondo un'autorevole firma del giornalismo. Sicuramente più politicamente strutturato lo sfidante Enrico Rossi sempre che oggi conti ancora la qualità.

E noi?
Il referendum passerà anche perchè il centrodestra merita il Nobel per l'insipienza politica e in qualcuno magari, come s'é peraltro visto, per sua 'poltronite' acuta. Avremo la dittatura morbida sempre che il M5S non superi l'attuale condizione di orfani di Casaleggio perchè sennò potrebbero vedersene delle belle.
Passerà ma ci sarebbe da augurarsi che invece non passi. Non per ragion politica, non per questioni partitiche, non per avversione a Renzi ma per una ragione di contenuto: la soppressione delle Province, un colpo di mano col quale si è inteso riformare, male, la Costituzione.
Parigi val bene una Messa. La frase di Enrico IV da 423 anni sta ad indicare che val la pena di pagare un prezzo per ottenere il risultato voluto. Ai valtellinesi converrebbe dunque vedere il NO vincitore del Referendum, la conseguente dipartita politica di Renzi, la Boschi a Palazzo Chigi, con eventuali altri costi, pur di ottenere due importantissimi risultati:

1. Il mantenimento della Provincia, sia pure con gli aggiornamenti necessari
2. Il mantenimento alle Regioni delle competenze in materie di acque visto che in tal caso verrebbero delegate a noi da Maroni & soci.

Sogno?

Sogno di una notte di mezza estate? Se erano 423 gli anni della frase di Enrico IV sono 421 quelli di tale commedia di  Shakespeare - di cui l'altro ieri  ricorreva il 500° anniversario della morte – che, ricca di spunti e di matrimoni ci pone l'interrogativo. E - andiamo sul difficile ci scusino i lettori - cominciando da un nuovo Bucintoro con lo sposalizio, un tempo col mare e ora, sciacquati i panni in Arno, proprio, con Dante, nel Tevere: “Ond’io, ch’era ora a la marina vòlto / dove l’acqua di Tevero s’insala, / benignamente fu’ da lui ricolto.    -    A quella foce ha elli or dritta l’ala, / però che sempre quivi si ricoglie / qual verso Acheronte non si cala».

Nè Arno né Tevere. Sono raccolte lì, come quelle anime, all'Adda, le nostre speranze giacchè, per colpa di Pandora e come si suol dire, veramente spes ultima dea.

 

Alberto Frizziero
Politica