Il Senato ha illuso, poi deluso i valtellinesi

La prima modifica alla Costituzione – poi 3 'letture' – ha illuso i valtellinesi con la montanità della provincia e l'essere zona di confine. Li ha delusi con formula singolare in linea di diritto. Pareri autorevoli, non politici, lo confermano

La Costituzione cambia. Non subito e non è detto. Occorre infatti (articolo 138 della Costituzione) che dopo l'approvazione del Senato venga, non prima di tre mesi, quella della Camera, idem in seconda lettura ancora il Senato e poi ancora la Camera. Ci vuole la maggioranza assoluta e se non c'è un'approvazione con almeno i due terzi un quinto di deputati o di senatori o 5 Consigli Regionali o 500.000 elettori che lo chiedono c'è da fare un referendum confermativo per il quale occorre che vi sia la maggioranza di voti validi. In mancanza l legge non viene promulgata e la Costituzione non cambia come era successo per le modifiche introdotte al tempo del Governo Berlusconi.

Questa procedura è l'ultima speranza per noi. Se il testo resta quello licenziato dal Senato c'è poco da stare allegri. Non lo diciamo noi. Dopo l'approvazione da parte del Senato avevamo scritto un commento che poi abbiamo deciso di non pubblicare. Si era accesa la polemica politica per cui il nostro commento, che non era 'politicizzato' avrebbe potuto sembrarlo. Viene però una voce autorevole a formulare alcune osservazioni che confermano un certo non gradimento (eufemismo) per il testo come oggi passato alla Camera dei Deputati. La voce è quella del dr. Francesco Cerracchio già Presidente del Tribunale e da sempre, si può dire, in Magistratura. Qualcuno che in definitiva di diritto ne sa, le leggi le sa leggere, interpretare, valutare.

La sua intervista rilasciata al quotidiano “La Provincia di Sondrio” parte dalla considerazione che non hanno avuto seguito i due emendamenti (quello del se. Crosio è stato bocciato e quello del sen. Del Barbga ritirato

Non è stato accolto in Senato l'emendamento presentato dal senatore valtellinese della Crosio ed è stato ritirato quello del senatore del PD)  "con i quali veniva chiesto il riconoscimento di particolari condizioni di autonomia per la ex Provincia di Sondrio ora denominata ente area vasta come le altre Province, tutte cancellate". C'è un riconoscimento GENERICO delle aree montane delle nuove Province di cui dovranno tener conto le Regioni. Il commento: Un po' poco rispetto alle aspettative legittime dei cittadini della provincia di Sondrio.

Ci pare utile riprendere dalla Gazzetta Ufficiale il testo ufficiale come si legge nel DDL approvato in prima lettura dal Senato ed ora alla Camera “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione “. Proprio in coda (art. 39 Disposizioni finali) si trova questo comma:

“4. Per gli enti di area vasta, tenuto conto anche delle aree montane, fatti salvi i profili ordinamentali generali relativi agli enti di area vasta definiti con legge dello Stato, le ulteriori disposizioni in materia sono adottate con legge regionale. Il mutamento delle circoscrizioni delle Città metropolitane è stabilito con legge della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la Regione”.

Il dr. Cerracchio parte da questo dato per prendere atto che “Non è stato, dunque, inserito in Costituzione alcun riconoscimento particolare nè di quella che viene definita "specificità montana", e cioè di territorio interamente montano, nè tantomeno dell'altra caratteristica di territorio confinante con Stato estero, condizioni che avrebbero legittimato per la ex Provincia di Sondrio il diritto a ottenere particolari forme di autonomia, come veniva richiesto negli emendamenti. La conclusione è quella di tutti visto che le aree montane in Italia sono  10.611.208 ha pari al 35,2% della superficie italiana (Collina 12.543.385 pari al 41,6% e Pianura 6.978.265 pari al 23,2%), dati che abbiamo preso dall'ISTAT. In questo modo il teston costituzionale ci rifila pari pari sullo stesso piano delle altre Province che interamente montane non lo sono, e che confinano con i territori assolutamente italiani e non con quelli di un Paese extracomunitario come è il nostro caso.

Torniamo al dr. Cerracchio che non è stato tenero, giustamente: “Non si è voluto sanare quella che sembra essere una vera ingiustizia, storica e costituzionale”  Sottolineato impietosamente ma giustamente che si tratta di una sconfitta per tutti perchè non è stato ottenuto quello che legittimamente si aspettava” si riallaccia, di fatto, al detto latino che vuole sia la spes l'ultima dea: “consiglio di non disperare perchè le cose potrebbero cambiare...”

Ha ragione. Quel testo cambierà perchè si tratta in buona sostanza si un auspicio politico, peraltro generico e indifferenziato e non un precetto giuridicamente fruttuoso.

Meglio quello che c'è già
Meglio, molto meglio quanto recita la vigente Costituzione all'art. 44, 2° comma: “La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane”. Il 44 resta come resta, sebbene monca, la legge Del Rio.

GdS

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