IL REFERENDUM LOMBARDO. 4-0 palla al centro. Al 'centro' ora per avere...

1.   Per la verità non era difficile prevedere l'esito dei due referendum. In primo luogo quello Veneto per il quale c'era 'indispensabilità' del superamento del 50% (quorum per la validità) .  Questo problema la Lombardia non l'aveva in quanto il risultato sarebbe stato valido se anche, per ipotesi, avessero votato solo in un milione, o in 100.000 o in 10mila.

2.   Da qui un certo impegno veneto, pancia a terra per dribblare il quorum trovando terreno favorevole anche perchè i veneti hanno confini comuni con due Regioni a Statuto Speciale. Là  sperimentano quotidianamente cosa questo vuol dire tanto che diversi Comuni avevano chiesto di passare dal Veneto alle due Regioni a Statuto Speciale.  Atteggiamento opposto in Lombardia ove non si è visto un particolare impegno dato che comunque andasse il risultato positivo era scontato.

3.   In terzo luogo conseguenza diretta, e al contrario del Veneto, praticamente la campagna elettorale non vi è quasi per niente stata. Se qualcuno in provincia ha notato, salvo un paio di isolate eccezioni, la presenza sul campo dei Partiti o di forme associate, ci faccia sapere chi, come, quando trattandosi in tal caso di manifesta rarità.

Mandrake, noi ed altri
Non era dunque solo Mandrake a ipotizzare l'impossibilità in Lombardia non solo di superamento ma anche di avvicinamento al 50%. Comunque sia le nostre previsioni, fondate su dati oggettivi e non sui sondaggi e diffuse in precedenza, erano quelle, per metodo e tecnica, che in passato sono sempre state confortate dai risultati. Due volte sole abbiamo mancato l'obiettivo ed è significativo il vedere quali. La prima volta fu quando, a sorpresa, alle prime Europee dalle urne emersero oltre 11.000 voti dei valtellinesi per la Lega Nord. La seconda, del 2013, è quella dell'imprevisto 'grillino', 25,5% alla Camera.
Esito quindi in linea con le nostre ipotesi della vigilia, sia in termini di affluenza che di primato stratosferico del SI rispetto ai NO.

Meloni
Ci pare non appropriata la posizione assunta dall'on. Meloni secondo la quale 'plebiscito non v'è stato". Vedere ai seggi 6 elettori su dieci (Veneto) e quasi 4 su 10 (Lombardia) per un tema che certamente ha una sua suggestione ma che va al di là di una comprensione generalizzata, è risultato che può anche essere definito straordinario specie se si ripercorre la via degli ultimi referendum.

Chi è rimasto a casa?
Potrebbe interessare il  vedere chi a votare non c'è andato e perchè.
-   Una quota è quella dei disaffezionati del voto che qualsiasi cosa succeda alle urne non ci vanno. Abbiamo fatto qualche conto per ricalcolo che però è questione di analisti per cui passiamo oltre.
-   Una seconda quota è di quelli che non hanno dato molto peso alla cosa. Chiamiamoli “indifferenti”.
-   Infine gli oppositori, e ce ne sono non sull'argomento, l'Autonomia, ma per ragion politica.

E ora?
Come andranno ora le cose? Il passo compiuto in pochi mesi è stato travolgente. Poco tempo fa la Riforma Boschi, approvata dalle Camere a colpo di fiducia, oltre a seppellire Province e Forestale (incendi triplicati quest'anno senza più la Forestale disarticolata e con gli agenti sparpagliati) spogliava le Regioni di una serie di competenze centralizzando al massimo. Ebbene non solo quel macabro disegno è finito, sepolto dagli italiani ma addirittura si percorre la strada inversa ossia di maggiori poteri alle Regioni.

Chissà che non si torni a quanto ebbe a proporre il Ministro Valsecchi in Consiglio dei Ministri, Presidente del  Consiglio Rumor. Sul tema 'Regioni' la proposta era stata quella di procedere subito alle leggi-quadro quantomeno per le materie principali prima della legge finanziaria per le Regioni che era in gestazione. La proposta aveva trovato seguito nella DC e nei laici ma non bastava. Il 22.5.1970 così entrava in vigore quella finanziaria senza leggi-quadro il che portò ad una sorta di disordine istituzionale le stesse materie essendo state spesso varate in modi diversi con le intuibili conseguenze anche sull'industria.
E' il momento di rivedere, e non a colpi di fiducia chiunque ci sia a Palazzo Chigi, un assetto entrato in vigore il primo gennaio di 69 anni fa recuperando però alla democrazia, che si esercita col voto dei cittadini il livello, le Province in un quadro armonico. Un passo avanti riducendo la distanza che esiste fra le Regioni privilegiate (Val d'Aosta, Alto Adige, Friuli V.G., Sardegna, Sicilia) e le altre sia pure con le necessarie solidarietà.
Non è facile.
f.

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LOMB 38.26    3.017.707 votanti SI 2.875.438 (95,29%)  NO 119.051 (3,95%)  Bianche 23.218 (0,77%)

L'affuenza

BG 47.37
LC 44.78
BS 44.56
   SO 42.31
CO 41.64
CR 39.90
MB 39.52
VA 39.47
LO 39.39
MN 35.94
PV 33.55
MI 31.31
 

 

 

 

 

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