Ciclone Renzi, dissoluzione centrodestra, Sertori: era missione difficile

Nobel dell'insipienza agli Istituti demoscopici: non ne hanno indovinata una!

Stanno per concludersi le operazioni di spoglio delle schede e questa volta “non hanno vinto tutti” come di solito accadeva. E questo perchè il quasi 41% conseguito dal PD è, per un Partito, (coalizioni a parte), secondo risultato di sempre dopo il 48,51% conseguito dalla Democrazia Cristiana nelle storiche elezioni del 1948 (il terzo per numero di voti). Non è solo un dato statistico ma un dato profondamente politico in quanto indica la fine di un ciclo e l'apertura di un altro caratterizzato da un PD, “sinistra liberal”, “sinistra europea”, e da un leader da terzo millennio che ha, fra l'altro, sepolto la mitologia dei tecnici e, abbastanza, il pugno duro dei poteri forti.

Centrodestra in piena dissoluzione dopo avere dilapidato quel tesoro di voti che erano arrivati dopo la fusione con Fini e Casini. L'abbiamo scritto più volte: Berlusconi avrebbe dovuto capire che era il momento, come dicevamo allora, che da 'partito del leader' passasse ad essere 'leader di un partito', di un partito strutturato ma soprattutto ancorato al territorio, come non era (si veda la provincia di Sondrio che pure sarebbe stata più propizia per una presenza territoriale articolata).
Alfano ce la fa per un pelo, e si sapeva che era in bilico. Adesso il momento è critico perchè l'arma che poteva avere prima per contare nel Governo oggi è abbastanza spuntata. Il rischio di rottura non pesa più sul PD che sa, come oggi sanno tutti, che una crisi di governo cui seguissero le elezioni lo premierebbe nelle urne. Degli altri poco da dire salvo che per la Lega, uscita da una difficile situazione, assai cambiata nella sua classe dirigente, premiata dall'elettorato.

Sertori. Incrociamo le dita. Un'anticipazione de La 7 lo dava fra i primi nella sua e nostra Circoscrizione ma siamo in un collegio-mostre da 16 milioni di abitanti e noi siamo solo 180.000... Al di là delle posizioni politiche un valtellinese lassù non sarebbe stato male. Per la Valtellina.

In provincia – 62,16% l'affluenza -  conferma della Lega come primo partito, exploit del PD sulla spinta del sen. Del Barba, renziano DOC, che realizza il maggiore risultato di sempre, crisi nera per Forza Italia, delusione per il Nuovo centro destra e per tutti gli altri. Profondo buio per la/le sinistra tradizionale.

I definitivi:
Lega Nord-Die Freiheitlichen-Basta €uro – 31.650 voti; 33,8
Partito Democratico – 29.739 voti; 31,8
Forza Italia  -12.684 voti; 13,58
Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it – 10.456 voti; 11,19
Nuovo centro destra – Udc – 2.614 voti; 2,8
L’altra Europa con Tsipras – 2.152 voti; 2,30
Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale – 2.019 voti; 2,16
Verdi europei-Green Italia – 774 voti; 0,83
Scelta europea – 598 voti; 0,64
Italia dei Valori – 581 voti; 0,62
Io cambio – Maie – 148 voti; 0,16

Per quanto riguarda le preferenze pur tenendo conto del minor numero di votanti, e conseguentemente anche di voti per la Lega Sertori riuscirebbe a varcare quota 17.000 come la volta scorsa Provera.

Il caso di San Giacomo Filippo, seguito da talamona
A San Giacomo Filippo mancano tre votanti e così arriva il commissario. Come si illustra in altra parte del giornale. Un solo candidato per cui la validità delle elezioni dipendeva dal fatto che si recassero alle urne 241 elettori (50% + 1). Sono andati al seggio in 238.Niente Sindaco e consiglio Comunale, se ne riparlerà alle prossime elezioni. Per intanto il Comune verrà amministrato dal commissario. Idem per Talamona, caso che fa specie.

GdS
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