Il tema dei test sierologici al centro per l'on.Del Barba

Questo il post con cui ieri l'On. Del Barba ha commentato l'inizio dei test sierologici agli insegnanti in Lombardia dopo aver osservato che gli stessi vengono effettuati con i tanto vituperati (da regione Lombardia) "pungidito".

#testsierologici ci sono voluti 5 mesi per vedere finalmente in atto ció che molti medici lombardi chiedevano a gran voce durante l’emergenza. Allora regione lombardia vietó i sierologici, anche negli ospedali. Allora chi si era informato implorava perchè si eseguisse questo elementare test a cui anche io mi sottoposi per mostrare semplicità ed efficacia. Bene, direte voi: finalmente.
Durante l’emergenza zero polemiche e tanta collaborazione. Ora peró non è ammissibile assistere in silenzio: i test che giustamente vengono somministrati sono GLI STESSI che allora vennero proibiti per ragioni che nessuno ha mai chiarito. Fu grave allora prendere quella decisione inspiegabile, ma ancora più grave è il silenzio che ne è seguito.
Non ci sono più scuse per la giunta #fontana e l’assessore #gallera. Dimissioni.
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Il tema dei test sierologici è da sempre al centro degli interventi dell'Onorevole Del Barba per quanto attiene al contrasto ed alla prevenzione della pandemia Covid-19. Già dal mese di marzo grazie all'operato di medici coraggiosi degli ospedali lombardi era chiaro che l'utilizzo appropriato dei test avrebbe potuto diagnosticare efficacemente possibili positività in atto impedendo contagi, specie in ospedali e case di riposo. Allora le nostre voci furono messe a tacere: quelle dei medici con la forza delle istituzioni presso cui prestano servizio, quelle dei politici con il richiamo alla collaborazione in un clima di paura diffusa. A farne le spese furono molti cittadini. Lo dicevamo allora, chiedendo delle risposte, lo denunciamo oggi, non avendole avute.
L'utilizzo degli stessi test che allora furono negati, delle stesse pratiche che ottusamente non vennero prese in considerazione, oggi suona come condanna definitiva per una classe dirigente che ha gestito male l'emergenza e nei mesi successivi non ha avuto il coraggio di dare spiegazioni. Non sono i camici di famiglia o i presunti scandali delle società quotate in borsa a provocare indignazione: è il silenzio e la pratica della disinformazione, operata attraverso le istituzioni stesse, che denunciano un potere arrogante ed irresponsabile, non disposto a fare "mea culpa" nemmeno di fronte all'evidenza. A distanza di mesi i cittadini non hanno informazioni chiare su quanto accaduto ed assistiamo come nulla fosse alla distribuzione degli stessi test pungidito associati alle medesime metodologie  che allora furono bandite raccontando incredibili bugie e che oggi vengono presentati come un grande successo sperando che per distrazione o per dolore si abbia la memoria corta e si preferisca dimenticare. Un cinismo inaccettabile, per chi in passato ha sofferto e pagato un caro prezzo e per chi nei prossimi mesi non può sentirsi garantito da un pressapochismo come quello a cui stiamo assistendo.

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