DEBITI. STIAMO MEGLIO DEL PREVISTO, ANZI DI TUTTI, PERFINO DELLA GERMANIA

Ma i parametri di Maastricht penalizzano noi e premiano chi maschera i dati sul debito, a cominciare dai tedeschiMa i parametri di Maastricht penalizzano noi e premiano chi maschera i dati sul debito, a cominciare dai tedeschi

Da un pur non recente articolo (indirizzi in calce) tratto da 'Ragionpolitica', la testata giornalistica di Genova fondata da Don Baget Bozzo, venutoci all'attenzione in questi giorni esce un quadro che, se fondato e non c'é ragione per dubitarne, induce a pesanti riflessioni. Possiamo anzi capire perché i tedeschi dicono di non voler pagare il nostro debito pubblico: tolta la maschera salta fuori che tra un po' non saranno loro in grado di pagare il loro di debito pubblico!

Ricordiamo quel che diceva Tremonti, e cioé che abbiamo il terzo debito pubblico del mondo e non siamo il terzo Paese più ricco del mondo. Aggiungeva però che nei fondamentali stiamo meglio di tutti o quasi (in particolare secondo Paese manifatturiero d'Europa e debito complessivo - quello pubblico più quelli di imprese e di famiglie - minore di quasi tutti gli altri Paesi).

L'articolo citato si rifà a fonti inequivocabilmente attendibili. Eurostat, Direzione generale del Governo europeo infatti non si pronuncia certo a vanvera, specie in fatto di numeri con i quali non si scherza (e non c'é solo Eurostat che peraltro già un paio d'anni fa indicava un debito pubblico tedesco ben superiore rispetto al nostro (2080 miliardi di €uro)

Ebbene, ci parlano di debito implicito (Stato più Enti periferici) e debito esplicito (welfare). Valutano in 5000 miliardi il 'sommerso'. L'articolo analizza poi le ragioni per cui si arriva a tale spaventosa cifra a causa della struttura della spesa previdenziale, sanitaria, sociale. L'articolo dimostra il meccanismo con il quale mascherare una spesa corrente effettiva allucinante (circa 5000 miliardi, appunto) come uscita formalmente non incidente sul debito pubblico esplicito dello Stato: "una vera e propria cosmesi di bilancio finalizzata a simulare l'adempimento pieno ai parametri di Maastricht (x). Parametri peraltro ideati e organizzati dalla Germania stessa e che a tutt'oggi non prevedono la valutazione del divario di sostenibilità complessivo (debito esplicito+debito implicito) al fine della valutazione di congruità del bilancio di un Paese, ma prendono in esame, guarda caso, solo il debito implicito.

L'apparente severità da parte di Angela Merkel nei confronti degli altri Stati dell'Eurozona, Italia in primis, non è determinata pertanto dal disdoro, tipicamente luterano, nei confronti di coloro che non hanno svolto il proprio dovere, quanto più da una situazione di oggettiva sofferenza economica in cui la (ex?) «locomotiva d'Europa» versa".

E noi?

"Gli stessi organi che hanno evidenziato lo stato di sofferenza della Germania indicano nell'Italia il Paese più virtuoso d'Europa! A fronte di un consistente debito pubblico esplicito del 120%, infatti, il nostro debito implicito ammonta solo al 28%, per un divario di sostenibilità complessivo del 148%, comportando così un fabbisogno di consolidamento al 2,4%, circa il 40% in meno rispetto a quello tedesco. Tedesco che risulta troppo alto per essere sopportato persino dalla Germania. Incredibile a dirsi, siamo il Paese in assoluto più stabile di tutta l'Eurozona".

L'articolo si conclude con un interrogativo eloquente "a fronte di dati oggettivi sostanzialmente contraddittori rispetto alla vulgata corrente che ci ha conculcato l'immagine di un'Italia destinata al «collasso greco», chi ha realmente tratto giovamento da una rappresentazione del nostro Paese così falsa e distorta?".

I numeri dei debiti

Segue una interessantissima tabella, indirizzo in calce, sui debiti. Sintetizziamo;

Ed ecco il risultato. L'Italia ha complessivamente un debito di 1,46 volte il PIL 1,184 per il debito che figura, quello esplicito e 0,276 er quello implicito. Morale: siamo i meno indebitati di tutti visto che la Germania sta meglio di noi nell'esplicito (0,832) ma assai peggio nell'implicito (1,094) per un totale di 1,926 assai peggio di noi. Arriva la Finlandia con 0,483, virtuosissima pare se non fosse che con l'implicito se ne va a quasi due (1,926).

Senza riportare tutti i dati - che si possono avere all'indirizzo in calce - alcuni cenni per il resto.

L'Austria sfiora il triplo. Francia e Portogallo ben oltre il triplo. Belgio a 4,26, Olanda quasi a 5 volte, Spagna a 5 volte e mezzo. Non parlaimo poi di Grecia, oltre 10, Lussemburgo, oltre 11 e Irlanda quasi 15.

Si noti che solo la Grecia starebbe peggio di noi per la parte di debito che si vede. La parte di debito che non si vede ha valori pazzeschi. La Germania ha il quadruplo rispetto a noi, la Finlandia oltre il quintuplo, poi si va verso il decuplo e ben oltre dal Belgio in poi.

Aggiornamenti indispensabili anche per le variazioni dovute alla crisi. Resta la graduatoria citata. Resta la Germania, dura nelle sue posizioni, per guadagnare a spese degli altri? No, per non affondare. Chissà che gli altri Paesi si decidano a muoversi insieme se non vogliono che si diffonda l'ostilità verso l'Europa, ad una Europa gradita a quacuno dei quartieri alti ma sempre più sgradita alle masse.

GdS

L'indirizzo dell'articolo citato:

http://www.ragionpolitica.it/cms/index.php/201112244965/germania/la-germ...

L'indirizzo della tabella dei tre debiti (impl., espl. Totale) degli Stati:

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=4749803619393&set=a.133792100446...

(x) Il Trattato di Maastricht venne firmato il 7 febbraio del 1992, Ministro del Tesoro nel quadripartito di centro-sinistra non 'un politico' ma Guido Carli, di quale estrazione é evidente. I punti salienti erano:

Rapporto tra deficit pubblico e PIL non superiore al 3%.

Rapporto tra debito pubblico e PIL non superiore al 60% (Belgio e Italia furono esentati).

Tasso d'inflazione non superiore dell'1,5% rispetto a quello dei tre Paesi più virtuosi.

Tasso d'interesse a lungo termine non superiore al 2% del tasso medio degli stessi tre Paesi.

Permanenza negli ultimi 2 anni nello SME senza fluttuazioni della moneta nazionale

GdS
Politica