LIBIA: SI AMMAZZANO FRA LORO ED E' SOLO L'INIZIO. IN CHE MANI SIAMO! (E LUNEDI' RESPONSO DELLA CORTE PENALE) 11 7 30 08
Ucciso il capo dell'esercito degli insorti, il generale Abdel Fatah Younès, personaggio di primo piano anche per essere stato Ministro dell'Interno e, come si suol dire, pappa e ciccia per tutta la sua vita con Gheddafi, il primo al suo fianco. Che fosse lui alla testa non tutti erano d'accordo. Per alcuni era sospettato addirittura di essere una spia e questo la dice lunga sullo spirito all'interno dei ribelli. Va considerato inoltre che il suo principale avversario era un altro ex potente di Gheddafi, il Ministro della Giustizia e ora alla guida del CNT, 'Consiglio Nazionale di Transizione', Mustapha Abdul Jalil, che però - onore a chi non c'è più ma dopo - ha salutato la morte dell'avversario come «eroe della rivoluzione del 17 febbraio» e con tre giorni di lutto.
Imbarazzo fra i vertici degli insorti, la NATO, i Paesi dei bombaroli perché l'episodio rende evidente quale è il pentolone sul fuoco. Non è difficile immaginare che, come ogni rivoluzione che si rispetti, anche questa sta cominciando a mangiare i suoi esponenti. Siamo all'inizio e speriamo di sbagliarci. Già la dice lunga che fosse stato prelevato a Brega, località che ci hanno detto in continuazione in mano degli insorti e si scopre invece che questi stanno ancora assediandola (si fa per dire). Lo volevano interrogare a Bengasi. Il Capo dell'esercito! Anche questo la dice lunga. Il guaio, per tutti, è che adesso c'è gente di ogni risma. Ex di Gheddafi, ex nemici di Gheddafi, oppositori locali, residenti all'estero, fondamentalisti islamici, fra cui in particolare quelli del Gruppo Islamico Combattente Libico (LIFG), altri che nel momento buono si vorranno sedere al tavolo delle 145 tribù, e poi i vari segreti, noi vasi di coccio in questo frangente.
Intanto prima domanda che nessuno si è fatto ma noi sì: ma qualcuno pensa per caso che la tribù dell'assassinato, la tribù cirenaica Abdiyat di Tobruk, e le 15 che vi fanno capo, si limitino a rendere gli onori funebri al loro personaggio?
Staremo a vedere.
Lunedì parola ai giudici
Lunedì si riunisce la Corte penale internazionale che ha spiccato il mandato di cattura contro Gheddafi per crimini contro l'umanità, paradossalmente complicando le cose ai Ministri degli Esteri interessati. Già tutti hanno visto che le cose, esattamente previste da questo giornale (che non ha la sfera di cristallo ma ha rotelle dentro il cranio che hanno dimostrato di sapere che due più due fra quattro al contrario dei bombaroli franco-inglesi & C.) sono andate di male in peggio. Militarmente un gran flop. A Parigi e Londra si contava sull'arsenale militare degli USA ma a Washington, dopo i pasticci iniziali della Clinton, hanno scoperto di essere finiti in una trappola, per la prima volta a rimorchio loro abituati a rimorchiare, e utili idioti per fornire costosissimi confetti esplosivi per un risultato di cui nessuno parla.
La Clinton e collaboratori ci hanno messo qualche giorno a scoprire che le bombe non servivano a far nascere una democrazia, per - bufala - un inesistente 'Risorgimento africano' ma più prosaicamente per mantenere al Ministro dell'Economia francese il controllo su 40 valute africane, controllo che nella riunione di Tripoli, saltata per la guerra, doveva essere codificato.
Sul piano politico infatti dopo i proclami anti-Gheddafi, al pari di quelli contro i 'criminali' dell'ex Jugoslavia, si è arrivati a varie voci per una soluzione che consenta a Gheddafi di restare nel suo Paese. Se andiamo avanti così, salvo che non riescano a farlo fuori - toccherà chiedergli scusa e supplicarlo di restare e di perdonare la NATO? La quale NATO è bene vada a nascondersi vista la sua impreparazione e politica e militare.
18 miliardi di €uro al vento
Il Corriere della Sera ha fatto una sottrazione. Nove miliardi di €uro spesi finora per attaccare Gheddafi meno nove spesi da questo per difendersi. Totale zero risultati.
Una autentica follia. Con quei nove miliardi Gheddafi avrebbe potuto dare uno stipendio adeguato per un anno e qualche mese a un milione e mezzo di persone, a un quarto / un quinto dell'intera popolazione libica.
E degli altri nove almeno uno ce lo siamo presi nel gobbo noi.
Ma non è finita con i soldi
Ammesso e non concesso che i bombaroli venissero finalmente ridotti al silenzio poi ci sarà da fare un altro Piano Marshall e tirare fuori altri soldi per ricostruire quello che stupidamente abbiamo distrutto.
E l'Italia dovrà mettere in conto una barca di soldi che le imprese italiane dovranno mettere in conto quando i libici ci sbatteranno, anche se non tutte, le porte in faccia.
Ci hanno incastrati. Siamo entrati nel minestrone alla nitroglicerina. Il Paese è stato connivente. Persino i pacifisti ad oltranza, laici e persino i cattolici, contro tutte le guerre, anche quelle contro le formiche, hanno sposato il detto "Io non c'ero e se c'ero dormivo" con una coscienza molto elastica. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, dicono.
Noi e pochi altri, ferocemente contro questa guerra assurda da cui altri, Germania per prima e poi gli USA, si sono tirati fuori, e pure contro un eccesso di impiego di militari in giro per il mondo, è doveroso che si continui. Non ci ascoltano. Prima o poi i conti verranno fatti.
Alberto Frizziero