Grasso, Boldrini, Napolitano - molto meglio Maria Elena Boschi

Molto meglio Maria Elena Boschi?
Evitiamo le facili e sciocche battute sulle doti estetiche che on questi casi sono solite, guarda un po', riguardare unicamente il genere femminile. Non abbiamo mai sentito infatti questo tipo di battute, e similari, riguardare il genere maschile, questo o quel personaggio politico, l'abito che indossa, le persone con cui va a cena e via dicendo. Molto meglio per la presente nota esclusivamente il carattere politico. Vediamo.

Grasso
Ne analizziamo figura e suoi comportamenti solo dopo l'entrata in politica che di fatto coincide con la sua nomina a Presidente del Senato, seconda Magistratura dello Stato e quindi potenziale Presidente della Repubblica (con sinceri voti augurali di lunga vita a Mattarella).
Lo ha proposto il segretario del PD Bersani. In due giorni – 15 e 16 marzo 2013 – eletto al quarto scrutinio ma con soli 137 voti, pari al 43,8.
Sorvoliamo sull'attività precedente le ultime posizioni in quanto bisognerebbe andare a vedere se ne contestazioni di parzialità avessero o meno fondamento. Prendiamo la sua  dichiarazione che “il primo atto politico è stato (Presidente del Senato in carica) l'uscita dal PD”. Vediamo.

1. Pubblichiamo in calce l'elenco dei Presidenti delle due Camere osservando che è stata una costante quella di interpretare la carica come valore istituzionale nel ruolo di garante. Si vede, ad esempio in particolare per la Camera, come gli avvicendamenti e i comportamenti abbiano appieno corrisposto alle esigenze di cui sopra. Giusto per citare qualche nome, in periodo di forte antagonismo fra DC e PCI per tre volte la DC votò la Jotti, irreprensibile. Idem per Bertinotti e Fini (qualcuno dice che le sorti negative dei rispettivi partiti sia dipeso proprio dalla posizione assunta nella irreprensibile guida della Camera). Ed anche la Pivetti che tranquillamente, e imperiosamente, tolse la parola a Bossi che stava intervenendo in aula. Il dr. Grasso di questo non ha tenuto conto, padreternamente e pesantemente entrando nella politica a gamba tesa. A gamba tesa per essere contestualmenhte la seconda Magistratura della Repubblica ed anche per modalità e aspetti connessi.

2. Primo atto politico la éclatante dichiarazione di ingresso in politica. Un ingresso con l'uscita dal PD. Memoria corta. Alle Idi di marzo, in situazione politicamente caotica il PD, maggioranza, ricorse ad un esterno, Grasso, che in situazione normale mai sarebbe stato scelto. Il PD portò a Palazzo Madama un personaggio di grandi meriti nella lotta antimafia ma digiuno di politica – e lo si è visto – ed anche delle opportunità, quelle nobili, politiche.

3. Una sberla come ringraziamento. Una fuga nel momento di difficoltà e non un tentativo di mediazione che avrebbe avuto perlomeno attenzione.
Evidentemente il diventare e poi l'essere leader era stimolo, - che ambizione! -, per sbattere la porta (Non il solo. In altri termini ma di pari stimolo l'ex Sindaco di Milano avv. Pisapia è rimasto in campo solo fin quando leader era lui. Se ne è andato quando fu chiaro che al massimo poteva essere il numero due).

Boldrini
La Presidente della Camera ha svolto il suo ruolo certamente in modo diverso rispetto ai predecessori un po' sulla scia del collega Grasso soprattutto nelle dichiarazioni anche su temi in discussione. Non sta infatti, per fare un solo esempio, a chi guida una delle due Camere di indicare ai parlamentari cosa fare entrando nel merito. E' un venir meno al ruolo di garante, quello che fu regola costante di tutti i Presidenti (elenco in calce). Sarà candidata, anche lei   sul versante sinistro, si dice per “Liberi e uguali”, che di Renzi e soci non vogliono saperne al punto di rifiutare di appoggiare Gori, candidato del PD a Governatore della Lombardia (nemmeno il PCI in tempi di contrapposizione acuta era giunto a tanto pur in momenti di forti tensioni nello schieramento che andava dalla sinistra moderata all'ala di confine con quella extraparlamentare). Renzi ha i suoi torti, condivisi appieno col suo staff, a cominciare dal pasticcio delle Riforme calate dall'alto in maniera pedestre fregandosene del fatto che i sondaggi, pienamente poi confermati  dal voto popolare, dessero un quadro decisamente sfavorevole e per ragioni di merito e per un percorso politico di tipo 'privatistico'. Detto di questi torti l'impressione che si ha in ambiti neutrali è che le posizioni critiche, anzi ipercritiche a Renzi e Renzisti, assunte da ex PD ora “Liberi e uguali” non siano per nulla “libere”, in particolare da pregiudizi e non proprio “uguali” visto l'ostracismo, per la verità ricambiato,
Dichiarazioni e posizioni tali da far pensare che si stiano consolidando in modo massimalistico con atteggiamenti da depositari della verità.

Napolitano
Il rispetto istituzionale invita a contenere, in forma e in sostanza, la posizione dell'ex Presidente della Repubblica ma è anche doveroso esprimere un giudizio . Vogliamo ricordare l'entrata in guerra contro la Libia, unico Paese a investire gli utili del petrolio in Italia e primo nostro partner commerciale? Pensavamo che la sua posizione favorevole quasi urlata a favore di una “primavera araba”, in realtà azione coloniale di GB e FR, dipendesse dal suo staff  a fronte di supposti 10mila morti di Bengasi. Dimostrammo subito che era una balla colossale semplicemente monitorando la soluzione attraverso una neutrale e oggettiva webcam. La chiave per aprire la serratura al di là della quale ci sono le “azioni politiche” che hanno originato una serie di conseguenze, “Governi del Presidente” compresi.
Consegue che se il giudizio sul politico napoletano quanto ad abilità nel perseguire la sua “gramsciana via al socialismo” avvalendosi della sua posizione, ben diverso è quello sull'uomo del Quirinale. Una neo-ricognizione critica, distaccata, riscopre un ben altro  Napolitano. Spostato sul terreno politico il giudizio sul “Napolitano istituzionale” non può dunque non essere negativo anche perchè politicamente ha poi contagiato i comportamenti di cui sopra dei due Presidenti attuali delle Camere.

Boschi
Celebratissima in e da tutti gli ambienti che contano, ricercata dai media, Maria Elena Boschi riuscì a trovare però un modestissimo censore, quello i cui commenti apparvero su questo giornale, La Gazzetta di Sondrio. Vergin di servo encomio ebbe dunque a pubblicare l'elenco di cinque gaffe che in poco tempo la Boschi aveva accumulato. Significativa, ad esempio, l'intervista nella quale il giornalista le chiese, più o meno, se era vero che la sua prospettiva era Palazzo Chigi avendo come risposta “c'è Renzi”. Sì ma dopo Renzi? La risposta la dice lunga. Chiunque anche chi non dormisse la notte per l'ossessione di entrare in quel Palazzo da temporaneo titolare avrebbe dato una risposta del tipo “Macchè, ma come vi viene un'idea simile!” eccetera.  “Si  vedrà allora”, dicono abbia risposto.  Pubblicato l'elenco delle cinque gaffe ne registrammo altre due e poi però cambiammo strada perchè la cosa non faceva più notizia. La più grossa fu quella, copiando Renzi, di annunciare le sue dimissioni qualora non avesse vinto al referendum, promessa facile in quanto l'esito sarebbe stato trionfale. E trionfale fu ma per gli oppositori.
L'avevano soprannominata “la zarina”. Faceva e disfaceva. S'interessava di cose, istituzionalmente e politicamente che erano di competenza altrui. Sino al 4 dicembre. Chi era salito sul cavallo vincente, sport praticato da molti, cominciò a scendere dalla sella mentre iniziava un laico rosario nella cui coroncina spuntò il padre e via via il resto.
Non riusciamo a vederla sulla pira, al rogo, dove la vedrebbero volentieri oggi in tanti.
Ha dimostrato, è vero, di non essere all'altezza del compito ma questo compito non se l'era sognato, qualcuno glielo aveva ben affidato, no? Le varie tacche della coroncina laica non venivano da solitarie elucubrazioni in particolare dichiarazioni e posizioni. E poi l'errore, a fronte della vicenda personale per la posizione del padre vicepresidente della Banca Etruria senza poteri reali), di una tiritera eustorgica. Padre a parte, alla luce di quel che è emerso non c'erano da fare lunghi discorsi come quello da lei fatto alla Camera o rilasciare dichiarazioni secondo uno strampalato calendario. Bastava dicesse di aver tenuto la linea che qualsiasi collega parlamentare in presenza di un'azienda, banca, industria e via dicendo in difficoltà avrebbe seguito e come tanti oggi fanno per trovare soluzioni.

Non l'hanno consigliata bene o gli altri o il suo specchio personale. Ne vogliono la testa, pare anche ex-fedeli ma, a oggi la ghigliottina non avrebbe più senso.
I maligni, si fa per dire, osservano poi che le dimissioni ministeriali, volontarie e soprattutto SPINtanee sono solo di chi non è targato PD... Questo acquisito sta comunque il fatto, pressocchè incontrovertibile, che lei sia meglio, se molto o meno non importa, dei personaggi prima nominati.
Interessanti gli sviluppi. Appuntamento, per quel che la riguarda, al 24 gennaio prossimo venturo.
gds

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I Presidenti delle Camere - Senato

I Legislatura
Ivanoe Bonomi (8 maggio 1948 - 20 aprile 1951)
Enrico De Nicola (28 aprile 1951 - 24 giugno 1952)
Giuseppe Paratore (26 giugno 1952 - 24 marzo 1953)
Meuccio Ruini (25 marzo 1953 - 24 giugno 1953)
II Legislatura
Cesare Merzagora (25 giugno 1953 - 11 giugno 1958)
III Legislatura
Cesare Merzagora (12 giugno 1958 - 15 maggio 1963)
IV Legislatura
Cesare Merzagora (16 maggio 1963 - 7 novembre 1967)
Ennio Zelioli Lanzini (8 novembre 1967 - 4 giugno 1968)
V Legislatura
Amintore Fanfani (5 giugno 1968 - 24 maggio 1972)
VI Legislatura
Amintore Fanfani (25 maggio 1972 - 26 giugno 1973)
Giovanni Spagnolli (27 giugno 1973 - 4 luglio 1976)
VII Legislatura
Amintore Fanfani (5 luglio 1976 - 19 giugno 1979)
VIII Legislatura
Amintore Fanfani (20 giugno 1979 - 30 novembre 1982)
Tommaso Morlino (9 dicembre 1982 - 6 maggio 1983)
Vittorino (L.) Colombo (12 maggio 1983 - 11 luglio 1983)
IX Legislatura
Francesco Cossiga (12 luglio 1983 - 24 giugno 1985)
Amintore Fanfani (9 luglio 1985 - 17 aprile 1987)
Giovanni Malagodi (22 aprile 1987 - 1 luglio 1987)
X Legislatura
Giovanni Spadolini (2 luglio 1987 - 22 aprile 1992)
XI Legislatura
Giovanni Spadolini (24 aprile 1992 - 14 aprile 1994)
XII Legislatura
Carlo Luigi Scognamiglio Pasini (16 aprile 1994 - 8 maggio 1996)
XIII Legislatura
Nicola Mancino (9 maggio 1996 - 29 maggio 2001)
XIV Legislatura
Marcello Pera (30 maggio 2001 - 27 aprile 2006)
XV Legislatura
Franco Marini (29 aprile 2006 - 28 aprile 2008)
XVI Legislatura
Renato Schifani (29 aprile 2008 - 14 marzo 2013)
XVII Legislatura
Pietro Grasso (dal 16 marzo 2013)

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I Presidenti della Camera dal 1948 ad oggi
I legislatura - (8 maggio 1948 - 24 giugno 1953 )
Presidente
dal
al
Giovanni Gronchi
8 maggio 1948
24 giugno 1953
II legislatura - (25 giugno 1953 - 11 giugno 1958)
Presidente
dal
al
Giovanni Gronchi
25 giugno 1953
29 aprile 1955
Giovanni Leone
10 maggio 1955
11 giugno 1958
III legislatura - (12 giugno 1958 - 15 maggio 1963)
Presidente
dal
al
Giovanni Leone
12 giugno 1958
15 maggio 1963
IV legislatura - (16 maggio 1963 - 4 giugno 1968)
Presidente
dal
al
Giovanni Leone
16 maggio 1963
21 giugno 1963
Brunetto Bucciarelli Ducci
26 giugno 1963
14 maggio 1968
V legislatura - (5 giugno 1968 - 24 maggio 1972)
Presidente
dal
al
Sandro Pertini
5 giugno 1968
24 maggio 1972
VI legislatura - (25 maggio 1972 - 4 luglio 1976)
Presidente
dal
al
Sandro Pertini
25 maggio 1972
4 luglio 1976
VII legislatura - (5 luglio 1976 - 19 giugno 1979)
Presidente
dal
al
Pietro Ingrao
5 luglio 1976
19 giugno 1979
VIII legislatura - (20 giugno 1979 - 11 luglio 1983)
Presidente
dal
al
Leonilde Iotti
20 giugno 1979
11 luglio 1983
IX legislatura - (12 luglio 1983 - 1 luglio 1987)
Presidente
dal
al
Leonilde Iotti
12 luglio 1983
1 luglio 1987
X legislatura - (2 luglio 1987 - 22 aprile 1992)
Presidente
dal
al
Leonilde Iotti
2 luglio 1987
22 aprile 1992
XI legislatura - (23 aprile 1992 - 14 aprile 1994)
Presidente
dal
al
Oscar Luigi Scalfaro
24 aprile 1992
25 maggio 1992 (*)
Giorgio Napolitano
3 giugno 1992
14 aprile 1994
(*) Data di elezione alla Presidenza della Repubblica
XII legislatura - (15 aprile 1994 - 8 maggio 1996 )
Presidente
dal
al
Irene Pivetti
16 aprile 1994
8 maggio 1996
XIII legislatura - (9 maggio 1996 - 29 maggio 2001)
Presidente
dal
al
Luciano Violante
10 maggio 1996
29 maggio 2001
XIV legislatura - (30 maggio 2001 - 27 aprile 2006 )
Presidente
dal
al
Pier Ferdinando Casini
31 maggio 2001
27 aprile 2006
XV legislatura - (28 aprile 2006 - 28 aprile 2008)
Presidente
dal
al
Fausto Bertinotti
29 aprile 2006
28 aprile 2008
XVI legislatura - (29 aprile 2008 - 14 marzo 2013)
Presidente
dal
al
Gianfranco Fini
30 aprile 2008
14 marzo 2013
XVII legislatura - (16 marzo 2013 -)
Presidente
dal
al
Laura Boldrini
16 marzo 2013

 

Politica