TRAGICA AFRICA

Il viaggio del Papa - Per quanto riguarda la situazione generale dell'Africa: e quanto analizzato dal Documento preparatorio al viaggio di Benedetto XVI - Quello che dicono scienziati, medici, associazioni per combattere la pandemia dell'AIDS in Africa

Il recente viaggio di Benedetto XVI in Africa ha suscitato un vespaio di polemiche sia per le sue frasi sulla inutilità del condor (preservativo) che per la denuncia della stregoneria connessa intimamente alla cultura del continente.

Io non so chi lo "consiglia" per essere così audace nel voler spazzare via in nome del cattolicesimo il non sempre utile uso del preservativo che scienziati ed associazioni anche cattoliche come la Comunità di s. Egidio sostengono essere una necessaria protezione contro il male del secolo. Non parliamo poi della stregoneria che da tempo immemorabile è il background di questa terra (ma di questa, parleremo in modo meno emotivo, un 'altra volta). Bisognerebbe ricordare- prima di tutto - che in Africa c'é un problema di formazione, mentalità, igiene. Quando si circoncidono 25 ragazzi con lo stesso coltello, il condom non c'entra nulla. Come non c'entra nulla condannare un mucchio di donne a torture inumane per il loro "malocchio" per la stregoneria. Il regista Haile Gerima, nato in Etiopia ed emigrato negli Usa, docente onorario alla Howard University di Washington, di passaggio a Roma per presentare Teza (Rugiada), il film sulle vicende del suo paese (Etiopia) da Mussolini ad Hailé Selassiè fino a Menghistu., che noi abbiamo presentato a suo tempo su questo giornale e che volentieri avremmo visto vincitore del Leone d'oro della Mostra veneziana 65 afferma che: "Il Papa, con il suo intervento sui preservativi, è il simbolo della contraddizione umanitaria dell'Europa. Io sono cattolico come mia madre e mio padre era un prete ortodosso, ho problemi a criticare il Papa, ma ha dimostrato di non aver capito l'origine del male e del dolore degli africani. Avrebbe dovuto chiedere scusa per i crimini commessi dai missionari. Sei mesi fa Sarkozy disse che in fondo l'opera dei colonizzatori e dei missionari non sono stato un male. Non è vero, la Chiesa cattolica è stata la prima a distruggere le tradizioni e il nostro patrimonio spirituale, a bruciare i simboli e la memoria, creando generazioni, come la mia, di persone private del passato. Come Nancy Reagan che in Africa predicò "No Sex", il Papa ha usato l'Aids per parlare di castità. L'Europa ci manda preservativi, medici, rimedi, noi riceviamo e basta, senza esprimere un parere, la nostra voce non interessa. Nessuno si chiede le ragioni dell'epidemia che colpisce l'Africa, la diseducazione dei giovani che assorbono culture occidentali senza possibilità di confronto con le tradizioni cancellate. Non è il sesso il responsabile dell'Aids . L'Aids, le malattie, la povertà dell'Africa sono un'industria che arricchisce l'élite e i governanti, che, come il Papa e i Paesi europei non hanno interesse a cambiare l'immagine che loro hanno dell'Africa. Io faccio cinema. I Paesi europei sono felici di finanziare i film sull'Aids, ma guai a proporre una storia sul disagio di vivere in Africa oggi o sulle conseguenze della schiavitù, non mi darebbero un euro. In Italia ad esempio per il film "Adua" di qualche anno fa e per "Teza" sia il Luce che la Rai mi hanno sempre detto no. Eppure Mussolini è morto da 64 anni".(Cfr.: i quotidiani italiani del 19 marzo 2009). "

- Per quanto riguarda la situazione generale dell'Africa: e quanto analizzato dal Documento preparatorio al viaggio di Benedetto XVI:

L'Africa sub-sahariana affronta una crisi alimentare ed energetica devastante. Tranne il Sudafrica, non gioca un ruolo nei consessi internazionali finanziari dove si decide il suo destino.

Le multinazionali continuano a invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali, acquistano migliaia di ettari espropriando le popolazioni dalle loro terre con la complicità dei dirigenti africani". Senza terra, senza acqua, senza energia, senza crediti i piccoli coltivatori sono ridotti in miseria, mentre l'introduzione degli organismi geneticamente modificati, "che pretende di assicurare la sicurezza alimentare", finisce per sopprimere le semine tradizionali rendendo i contadini dipendenti dalle società produttrici di Ogm. Intanto i paesi del mondo sviluppato fanno "lauti guadagni" attraverso la vendita delle armi e l'industria farmaceutica con i suoi esperimenti (Cfr.: il bellissimo film Il paziente giardiniere, visto alla Mostra di Venezia di qualche anno fa).

Le guerre che straziano le regioni africane sono "in gran parte" dovute a motivazioni economiche. In ogni caso le ricette neo-liberiste per l'Africa delle istituzioni finanziarie internazionali si sono rivelate funeste.

Un ritratto impietoso, reso drammatico dalla disgregazione del tessuto sociale, dall'aumento di criminalità, disoccupazione ed emigrazione, dal diffondersi in massa dello sbandamento giovanile, dal crollo dei valori tradizionali. E tuttavia le chiese del continente non vogliono abbandonarsi a quello che il presidente del Camerun chiama l'"afro-pessimismo". Dal documento preparatorio emerge il ruolo delle chiese cattoliche come agenti di una educazione alla cittadinanza, alla democrazia, alla giustizia sociale, alla critica delle classi dirigenti. Nel groviglio di problemi, che tormentano l'Africa, l'opinione pubblica qui è stata poco toccata dalle polemiche, che nel Nord del mondo hanno tenuto banco sul preservativo. Bisogna ri-costruire la società africana, impegnandosi contro la corruzione, la violenza politica, l'arroganza del potere, l'utilizzo arbitrario delle forze di sicurezza, la manipolazione della giustizia, il clientelismo, il tribalismo, lo sfascio delle famiglie, il ricorso alla guerra, l'incompetenza delle classi dirigenti, la cattiva gestione delle finanze.

Ma le chiese devono fare anche esame di coscienza. Nelle loro strutture c'è troppo clericalismo: donne e laici hanno poche responsabilità. C'è poca attenzione ai valori tradizionali, ma poi troppi fedeli ancora "ricorrono alla stregoneria" o si lasciano catturare da sette e società segrete. Un enorme lavoro da fare. Benedetto XVI, nei suoi interventi, ha esortato alla difesa della famiglia, alla tutela della vita dalla nascita fino al suo termine naturale e ai leader musulmani propone un'alleanza tra "religione e ragione" per combattere violenza e totalitarismo (Cfr.: Dal documento preparatorio del viaggio del Papa in Africa, 20 marzo 2009)

- Quello che dicono scienziati, medici, associazioni per combattere la pandemia dell'AIDS in Africa:

- ActionAid,

La battaglia contro l'Hiv/Aids "passa per l'affermazione dei diritti dei milioni di persone, soprattutto donne, affette dal virus che ogni giorno lottano contro povertà e stigmatizzazione della malattia". Con queste parole Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid, commenta le dichiarazioni del Papa che, in occasione del suo viaggio in Camerun, e' tornato a puntare il dito contro l'uso del condom per evitare la diffusione dell'Aids. "Benedetto XVI si oppone all'uso del preservativo", sottolinea De Ponte, "ma non possiamo dimenticare come esso rimanga un'arma decisiva per la prevenzione, riducendo drasticamente le possibilità di contrarre il virus durante i rapporti sessuali". Il virus dell'Hiv, ha aggiunto, "e' la prima causa di morte in Africa e la quarta a livello mondiale: fermare la pandemia e' possibile attraverso azioni concrete per garantire l'accesso universale alle cure mediche per tutti gli oltre 42 milioni di persone che attualmente risultano infettati dal virus". L'Aids, ha insistito De Ponte, "può essere arginato solo con una strategia globale efficace in cui ogni attore coinvolto giochi appieno la propria parte, a cominciare dai Paesi del G8 e dal rispetto delle promesse e degli impegni sottoscritti in ambito internazionale". Fino a oggi, ricorda ActionAid, 30 milioni di persone sono morte a causa del virus e 33,2 milioni risultano infettate. Solo nel 2007 si sono ammalate 2,7 milioni di persone, 7.400 al giorno. Più di 5 milioni di malati nel mondo avrebbero bisogno di cure ma tuttora non vi hanno accesso: il trattamento e' ancora negato a circa 3 sieropositivi su 4. "Gli stanziamenti per la prevenzione e la cura sono fondamentali per la risposta alla pandemia", ha concluso De Ponte, "basti pensare che grazie al Fondo globale per la lotta all'Aids, tubercolosi e malaria, dal 2001 a oggi, 2 milioni di persone hanno ricevuto cure antiretrovirali, 62 milioni di malati hanno potuto effettuare il test e ricevere assistenza psicologica e 3,2 milioni di orfani hanno ricevuto assistenza medica"(Cfr.: AGI).

- Comunità di s. Egidio

"Se noi guardiamo alle iniziative, in termini di sanità pubblica, intraprese in Africa negli ultimi 20 anni - conferma da parte sua il responsabile scientifico del progetto Dream di Sant'Egidio, il medico epidemiologo, Leonardo Palombi -osserviamo che il largo impiego di condom non ha contenuto l'epidemia e non la sta contenendo in Europa orientale. Del resto - rileva il sanitario - il discorso sull'uso dei condom come magica soluzione dell'epidemia dell'Aids, parte dal presupposto che questo mezzo sia utilizzato sulla base di una certa cultura e sulla base di alcuni diritti, per esempio i diritti delle donne, che non e' certo un fatto largamente consolidato". (AGI)

- Da un Sondaggio del Corsera

L'Africa è il continente più colpito dall'Aids e dove ogni anno si conta il maggior numero di nuove infezioni da virus dell'Hiv.

Oggi nel mondo sono più di 33 milioni le persone colpite dal virus Hiv, di queste 22 milioni (pari al 67%) vivono nell'Africa sub-sahariana. Gli altri continenti registrano 4,2 milioni di sieropositivi nel Sud-Est asiatico e nell'Asia meridionale, 1,7 milioni in America Latina e 1,5 milioni nell'Europa dell'Est e in Asia centrale. Seguono il Nord America (1,2 milioni), Asia orientale (740.000), Europa occidentale e centrale (730.000), Medio Oriente e Nord Africa (380.000), Caraibi (230.000) e Oceania (74.000). Nel 2007 ci sono state 2,7 milioni di nuove infezioni nel mondo (nel 2001 erano 3 milioni), di cui 1,9 milioni (oltre il 70%) nell'Africa sub-sahariana. Nel continente africano oltre 5200 persone ogni giorno contraggono il virus Hiv.

I Paesi più colpiti sono: Sudafrica, Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Swaziland, Zambia e Zimbabwe.

I rapporti sessuali non protetti sono sempre la causa principale della trasmissione del virus nell'Africa occidentale e centrale(Cfr.: Sondaggio del Corsera del 18 marzo 2009).

- I dati dell'Unicef: trenta milioni di sieropositivi solo nell'Africa subsahariana

L'Africa subsahariana, teatro dell'anatema papale, è tuttora la regione maggiormente colpita dalla pandemia di HIV/AIDS: qui, ricorda l'Unicef, vivono 30 milioni di soggetti portatori di HIV (pari a tre quarti dei sieropositivi del mondo) e addirittura il 90% dei bambini infetti dal virus. In questa parte del mondo l'AIDS è la prima causa di morte, superando piaghe antiche e apparentemente inestirpabili come la malaria o la tubercolosi. In 12 Stati africani il tasso di diffusione del virus nella popolazione adulta (15-49 anni) supera il 10%, ossia dieci volte la soglia oltre la quale l'epidemia si considera generalizzata. La tragedia assume proporzioni spaventose in alcuni paesi dell'Africa australe, come il Botswana o lo Swaziland, dove un adulto su tre ha già contratto il virus e gli epidemiologi stimano che per un quindicenne di oggi vi siano più probabilità (60%) di ammalarsi che non di arrivare sano all'età adulta.

I rapporti sessuali non protetti sono sempre la causa principale della trasmissione del virus nell'Africa occidentale e centrale .Il preservativo "è uno degli elementi essenziali nella lotta contro l'Aids e la Commissione Ue ne sostiene la diffusione e l'uso corretto".

-Il Rapporto 2008 sull'epidemia globale di AIDS

Nel 2008 è stato pubblicato il Rapporto 2008 sull'epidemia globale di AIDS pubblicato dal Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS). Esso raccoglie i dati relativi all'HIV provenienti da 147 paesi. "Nel Rapporto si legge che sono stati compiuti enormi progressi e che i risultati sono reali", dichiarava alla stampa il Direttore Esecutivo dell'UNAIDS Peter Piot durante il lancio del rapporto a New York. "Abbiamo compiuto maggiori progressi nella lotta contro l'AIDS negli ultimi due anni, che nei precedenti 20 anni". In paesi come il Ruanda o lo Zimbabwe grazie al cambiamento dei costumi sessuali si è verificata una notevole diminuzione del numero delle infezioni da HIV, mentre in diversi paesi l'uso del preservativo si sta diffondendo nella popolazione giovane con partner multipli.

Nel Rapporto si afferma anche che solo un'azione congiunta di governi, società civile e comunità colpite può davvero contribuire a salvare molte vite umane. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono anni che è impegnata a lanciare campagne per la prevenzione dell'AIDS, promuovendo l'uso del profilattico. Tanto che nel 2003 ne ha chiamata una "preservativi al cento per cento" per diffondere l' uso dei profilattici nell'Asia- Pacifico, una regione nella quale più di sette milioni di persone hanno contratto il virus Hiv, trasmesso per via sessuale, che provoca l'Aids. "Se non si prenderanno decise misure di prevenzione", avvertiva l'OMS, "nei prossimi decenni la regione potrebbe diventare l'epicentro di una devastante epidemia. Quindi, prevenzione a partire dall'uso a tappeto dei profilattici"

. "I preservativi salvano le vite. Abbiamo bisogno di promuovere vigorosamente questo strumento salva-vite per impedire che milioni di persone vengano infettate", ha detto Giovanni Deodato, rappresentante dell'OMS a Vientiane, in Laos, dove si tenuta una conferenza regionale sulla promozione del preservativo tra le prostitute in Asia.

- L'associazione medica AIDS Informazione Svizzera

Tra le tante raccomandazioni c'è quella che riguarda il condom.Chi usa il preservativo nei rapporti sessuali con partner diversi può ridurre il rischio di contagio, ma non escluderlo del tutto. Inoltre anche se si usano profilattici di marca controllati sussiste tuttavia un rischio residuo di qualche punto percentuale, rischio non indifferente considerato l'esito letale di malattie come l'Aids. Chi ha scarsa dimestichezza coi preservativi, come i giovani, corre inoltre rischi maggiori per l'uso non corretto del profilattico( Cfr.:. www.aids-info.ch).

E quello che abbiamo vissuto:

anni fa, alla Mostra del cinema di Venezia, venne, osannato e"protetto" da buona parte della stampa più a sinistra e dai soliti intellettuali che stanno sullo stomaco a quanti si adoperano sul serio per il bene dei propri simili, il famoso regista inglese Jarman, affetto da AIDS. Era rosso come un peperone maturo per l'uso di atrazina per combattere la malattia.

Ma- stranamente- coloro che sostenevano con quel medico- mi pare Aiuti- che faceva finta di baciare in bocca una malata dello stesso male di cui soffriva il grande Jarman, ogni volta che circolava nel grande atrio dell'Excelsior(Lido di Venezia), loro tutti insieme appassionatamente, camminavano frettolosamente da un'altra parte. Allora, l'AIDS è o non è una malattia contagiosa???

La domanda non è stata ancora risolta, sebbene la medicina in questo campo epidiemologico ha compiuto passi da gigante. Noi non baceremo in bocca un malato di AIDS, però sosteniamo con viva forza ed umanità tutte le varie campagne in favore dei progressi della medicina, affinché la tragica, ma mistica Africa riesca a trovare un suo equilibrio culturale, oltre che fisico e perché le multinazionali farmaceutiche occidentali che lì sperimentano ogni sorta di ritrovato, non lucrino più- col consenso dell'occidente- sulla loro pelle. Anche se ora molti degli stati africani con la scoperta del petrolio sono diventati ricchissimi e "pacchiani"oltre ogni dire. Alla faccia- sempre- dei molti milioni di poveracci che vivono ancora miseramente assistiti dai tanti missionari cristiani che poi sfruttano artificiosamente il loro potere in combutta con chi governa.

Evviva, chi???

Maria de Falco Marotta

Maria de Falco Marotta
Politica