BOBBY SANDS, "FAME" PER LA LIBERTÀ 12.4.30.14
Quando il 5 maggio del 1981 Bobby Sands, moriva per inedia per reclamare libertà per l'Irlanda, io e i miei alunni piangemmo lacrime amare di rabbia e dispiacere. Ci chiedemmo e- spero- che oggi alla distanza di trent'anni, qualcuno di quei miei ragazzi corra a vedere Hunger di Steve Mac Queen- premiato con la Camera d'Or a Cannes l'anno scorso e mai apparso in Italia fino a che la BIM coraggiosa non l'ha messo nei circuiti italiani, il perché bisogna tanto soffrire per essere liberi nel proprio Paese. Quando la smetteranno i capi di nazioni potenti di pensare che le terre dei poveri sono terra di conquista e di sfruttamento? Andate via dalle lande sottomesse, tenetevi le ricchezze dei vostri suoli, parlate con gli altri popoli e proponetevi per vincere nel commercio, nella tecnologia, nel sapere, nella solidarietà umana che deve assolutamente prevalere su tutto. E' bellissimo che l'originale regista Steve Mac Queen ,ha reso vivo trent'anni dopo, l'allodola d'Irlanda, quel giovane e caparbio Bobby Sands come un simbolo vivo per il suo popolo e per tutti quelli che credono nei diritti umani, nella lotta non violenta, nel desiderio di Libertà inciso nel proprio cuore. Mi è spiaciuto tantissimo che nella presentazione di Hunger nelle sale italiane, La Stampa abbia fatto scrivere che si tratta della storia di un "terrorista"!!! Mai ci fu errore più marchiano. Bobby donò la sua vita, morì di fame a soli 27 anni per la libertà dell'Irlanda. Ciao, Bobby, come allora, carezziamo i tuoi capelli, la tua faccia smagrita e fiera. Siamo certi che voli libero e felice e che ti renderà ancora più allegro il film di Steve Mac Queen che ha voluto mostrare alle giovani generazioni il coraggio del tuo sacrificio, simile a quello di Cristo sulla croce: per tutti e per la libertà.
La sua storia
Trent'anni fa, il 5 maggio 1981, Bobby Sands morì nella prigione di Maze, a pochi chilometri da Belfast. Aveva 27 anni, un terzo dei quali passati in prigione, e morì a causa dello sciopero della fame che aveva iniziato per protestare contro l'abolizione dello status di "categoria speciale". Lo Special Category Status (SCS) veniva garantito a partire dal 1972 a tutte le persone che venivano arrestate per cause legate al movimento separatista dell'Irlanda del Nord. La sua abolizione era vista dal movimento come una misura per "criminalizzarlo" e allontanare la questione dell'Irlanda del Nord dal piano politico per renderla solo un problema di ordine pubblico. Danny Morrison, segretario del Bobby Sands Trust e responsabile della comunicazione per il Sinn Féin (lo storico partito indipendentista nordirlandese) dal 1979 al 1990 ha scritto un ricordo di Bobby Sands sul Guardian e ha spiegato perché la memoria della sua vicenda è ancora molto viva oggi, dopo che al ragazzo sono state dedicate strade, film e canzoni.
Bobby Sands stava scontando una condanna a 14 anni per possesso di arma da fuoco. A Maze, chiamata anche "H-blocks" perché viste dall'alto le costruzioni della prigione erano a forma di H, erano detenuti diversi altri appartenenti al movimento separatista, solitamente imprigionati per possesso di armi e attività paramilitari (inclusi attentati e omicidi). A partire dalla metà degli anni Settanta le proteste dei detenuti erano continue, e includevano il rifiuto di indossare l'uniforme della prigione e di chiamare le guardie "signore", oppure la cosiddetta "protesta sporca", che consisteva nel ridurre gli ambienti del carcere in condizioni igieniche terribile imbrattando i muri e rifiutando di lavarsi. Da parte sua, l'amministrazione carceraria rispondeva con l'isolamento e i pestaggi. Il primo ministro britannico Margaret Thatcher negava ogni dialogo dicendo che i carcerati non rappresentavano nessuno e non avevano dunque alcun diritto ad essere ascoltati.
Bobby Sands iniziò lo sciopero della fame il primo marzo 1981, chiedendo che ai detenuti per il separatismo nordirlandese venisse riconosciuto lo status di prigionieri politici o di guerra e non quello di criminali comuni. Sands decise che altri detenuti avrebbero potuto seguirlo, ma preferibilmente a distanza di qualche settimana, in modo da guadagnare più attenzione da parte dei mezzi di comunicazione. Sands fu il primo a morire, dopo 66 giorni. Venticinque giorni prima, mentre portava avanti lo sciopero, fu eletto alla Camera dei Comuni britannica nella circoscrizione di Fermanagh and South Tyrone: il fatto diede notorietà internazionale alla protesta della prigione di Maze, a cui parteciparono altri ventidue detenuti. Nove di questi lo portarono avanti fino alla morte. Lo sciopero venne sospeso solo il 3 ottobre.
Margaret Thatcher parlò della protesta come dell'"ultima carta dell'IRA", ma la previsione si rivelò essere clamorosamente sbagliata. Il supporto al movimento repubblicano aumentò notevolmente e il partito politico legato all'IRA, il Sinn Féin, crebbe fino a diventare il maggior partito dell'Irlanda del Nord.
Il film
Hunger", opera prima del regista londinese Steve McQueen (vincitore della Camera d'Or a Cannes).
si avvale dell'ottima interpretazione di Michael Fassbender, premiato come migliore attore a Venezia 68 per Shame.
"Hunger" racconta con crudo realismo il calvario personale di Bobby Sands (Fassbender), attivista dell'IRA che nel 1981 guidò i detenuti della prigione di Long Kesh in uno sciopero della fame per ottenere dal governo britannico lo status di prigionieri politici. McQueen indugia spesso e volentieri in particolari raccapriccianti, come le celle costantemente cosparse di feci - uno dei metodi utilizzati dagli attivisti, che rifiutavano anche di lavarsi - nonché piaghe, ferite, lividi, sangue.
Il corpo è sempre al centro della messa in scena di McQueen: un corpo umano straziato dalle botte, dalla fame, dalle infezioni, lacerato tanto quanto quello dell'Irlanda del Nord, divisa dalle lotte intestine tra cattolici e protestanti, ma anche tagliata in due da una frattura che ne dilania la storia. Il film si apre sul particolare della mani piene di lividi di Raymond Lohan (Stuart Graham), un secondino del carcere specializzato nelle pene corporali. Il regista lavora, come detto, di sottrazione, ci mostra solo questo individuo dall'esistenza banale mentre si alza, si veste, fa colazione e prende l'auto per andare al lavoro. Ma le sue mani, quei lividi sulle nocche, assumono un significato completamente nuovo quando accostate alle figure dei detenuti, i volti tumefatti, il corpo sanguinante.
McQueen sceglie coraggiosamente di introdurre il protagonista solo dopo venticinque minuti di film, nei quali si è concentrato su altri due detenuti, quasi a voler sottolineare quanto questa non sia solo la storia o la tragedia personale di Bobby Sands, ma di tanti altri ragazzi come lui. Il regista non li dipinge sotto una luce positiva, ma nemmeno negativa. Sceglie un'obiettività, un rigore clinico che però risulta ancora più efficace nel calare lo spettatore nell'inferno del carcere, e nelle vite di queste persone disposte a tutto, anche a morire, pur di raggiungere un ideale.
Hunger", è uscito il 27 aprile, è distribuito in Italia da BIM.
Scheda film
Titolo: Hunger
Titolo originale: Hunger
Durata: 96 minuti
Generi: Biografico, Dramma, Storico
Anno di produzione: 2008
Data di uscita: 27-04-2012
Distributore: Bim
Produttore:
Voto (*) :
Trama
Le ultime sei settimane di vita di Bobby Sands, terrorista dell'IRA che guidò i detenuti del carcere di Maze in uno sciopero della fame prolungato, per i diritti dei prigionieri Nota tratta da La Stampa, che non condividiamo assolutamente. Bobby è morto per la libertà dell'Irlanda e a 27 anni morire di fame sembra un po' dura).
Regia & cast
Regia: Steve McQueen
Cast: Michael Fassbender
Per saperne di più
Si può leggere il libro di Bobby Sands "Un giorno della mia vita" (Feltrinelli, 1996, prima edizione, pp.92-115), curato da Silvia Calamati.
Qualche pagina di Bobby:
SONO UN PRIGIONIERO POLITICO
1° marzo 1981 - Domenica
Sto qui, sulla soglia di un altro mondo palpitante. Possa Dio avere pietà della mia anima.
Sono pieno di tristezza perché so di aver spezzato il cuore della mia povera madre e perché la mia famiglia è stata colpita da un'angoscia insopportabile. Ma ho considerato tutte le possibilità ed ho cercato con tutti i mezzi di evitare ciò che è divenuto inevitabile: io ed i miei compagni vi siamo stati costretti da quattro anni e mezzo di vera e propria barbarie.
Sono un prigioniero politico. Sono un prigioniero politico perché sono l'effetto di una guerra perenne che il popolo irlandese oppresso combatte contro un regime straniero, schiacciante, non voluto, che rifiuta di andarsene dalla nostra terra.
Io difendo il diritto divino della nazione irlandese all'indipendenza sovrana, e credo in essa, così come credo nel diritto di ogni uomo e donna irlandese a difendere questo diritto con la rivoluzione armata. Questa è la ragione per cui sono carcerato, denudato, torturato.
Nella mia mente tormentata c'è al primo posto il pensiero che l'Irlanda non conoscerà mai pace fino a quando la presenza straniera ed oppressiva della Gran Bretagna non sarà schiacciata, permettendo a tutto il popolo irlandese di controllare, unito, i propri affari e di determinare il proprio destino come un popolo sovrano, libero nella mente e nel corpo, definito e distinto fisicamente, culturalmente ed economicamente.
Credo di essere soltanto uno dei molti sventurati irlandesi usciti da una generazione insorta per un insopprimibile desiderio di libertà. Sto morendo non soltanto per porre fine alla barbarie dei Blocchi H o per ottenere il giusto riconoscimento di prigioniero politico, ma soprattutto perché ogni nostra perdita, qui, è una perdita per la Repubblica e per tutti gli oppressi che sono profondamente fiero di chiamare la "generazione insorta".
NON CEDERE
12 marzo 1981 - Giovedì
Sono arrivato a comprendere (ogni giorno che passa li comprendo sempre meglio e con sempre maggior tristezza) l'orribile destino e le torture sopportate fino al limite estremo da Frank Stagg e da Michael Gaughan. Forse - anzi sì, senz'altro - io sono più fortunato, perché quei poveri compagni non avevano attorno né facce amiche, né compagni, e non ebbero neppure la consolazione finale di morire nella propria patria. Irlandesi soli, nelle mani orrende di un nemico vendicativo e spietato. Dio mio, quanto sono fortunato in confronto.
Mi ronzano in testa poesie, senza dubbio mediocri, poesie sullo sciopero della fame, su MacSwiney e su tutto ciò che questo sciopero della fame mi ha rimescolato dentro. La prostrazione lentamente avanza e se il cuore è attivo il corpo invece vuol fare il pigro. Così ho deciso di concentrare tutte le mie energie ed i miei pensieri per rafforzare la mia determinazione.
E' questa la cosa più importante. Nient'altro sembra aver valore, tranne il pensiero fisso, insistente, ammonitore: "Non cedere mai". Non importa quanto sia orribile, nero, doloroso, straziante, "non cedere mai", "non disperarti", "non abbandonare la speranza". Lascia che i bastardi ridano quanto vogliono di te, sghignazzino e beffeggino, lascia che persistano con le loro umiliazioni, brutalità, degradazioni, vendette, aggressività meschina, lascia che ridano, perché tutto ciò ora non ha più importanza e non merita risposta.
Questa è la mia ultima risposta a tutta l'atrocità umana che chiamiamo Blocchi H. Ma al contrario delle loro risate di scherno le nostre saranno risate di gioia per la vittoria del popolo; la nostra vendetta sarà la liberazione di tutti e la sconfitta finale degli oppressori della nostra vecchia patria.
SARA' ALLORA CHE VEDREMO SORGERE LA LUNA
Ultima pagina del Diario:17 marzo 1981 - Martedì
Oggi è la festa di San Patrizio e come al solito niente di nuovo. Sono stato a messa. Con i capelli tagliati stavo molto meglio. Non conoscevo il prete che ha detto la messa.
Gli inservienti distribuivano il cibo a tutti quelli che tornavano da messa. Hanno provato a darmi un piatto pieno. Me l'hanno messo sotto il naso, ma io ho tirato dritto come se non ci fossero.
Oggi ho ricevuto due giornali e, piacevole novità, c'era l'Irish News. Ad ogni modo ricevo tutte le notizie dai ragazzi.
Ho visto uno dei dottori questa mattina, un tipo sbarbato. Mi sfibra. Il mio peso è di 57,50 Kg. Nessuna lamentela.
Il direttore del carcere è venuto da me e mi ha detto aspramente: "Vedo che stai leggendo un libro breve. Meglio così. Se fosse lungo non riusciresti a finirlo". Ecco che gente sono. Maledetti! Non importa. E' stata una giornata lunga.
Pensavo allo sciopero della fame. La gente dice tante cose del corpo, ma non vi fidate. Io penso che ci sia davvero una specie di lotta. Prima il corpo non accetta la mancanza di cibo e soffre per la tentazione del cibo e per altri fattori che lo tormentano in continuazione. Il corpo reagisce, naturalmente, ma alla fine tutto ritorna alla considerazione primaria, cioè alla mente. La mente è la cosa più importante. Se non hai una mente forte per resistere a tutto non ce la fai. Ti manca ogni spirito combattivo. Ma da dove ha origine questa forza mentale? Forse dal desiderio di libertà, ma non è proprio certo che venga di lì. Se non riescono a distruggere il desiderio di libertà non possono stroncarti. Non mi stroncheranno perché il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese sono nel mio cuore. Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna.
E noi tutti- speriamo- di vedere sempre sorgere la luna per tutti i popoli del nostro bellissimo pianeta
Curiosità
Il regista, Steve Mac Queen ha esposto sue opere alla Biennale d'arte di Venezia e l'attore Fassbender ha vinto nella mostra del cinema 1968, la coppa volpi per la migliore interpretazione maschile. Evviva Venezia!
Maria de falco Marotta & Team