Immigrati, 105 in provincia, ma è possibile che ne arrivino altri

Anche questa mattina (il 30.4 - ndr) nella trasmissione “Omnibus” de La7 c'è stato un deciso intervento di fatto per l'accoglienza nei confronti di chi arriva dall'altra sponda del Mediterraneo. “Ma come, volete rimandare bambini, donne, sofferenti indietro ecc. ecc.”. Gli ha fatto osservare un altro partecipante al dibattito, non un estremista, ma una persona del tutto moderata, che c'è un problema serio perchè in Italia ne abbiamo già 500.000 e non sappiamo più dove mettere quelli che arrivano. Oltre a tutto 500.000 di cui in parte lavorano in nero, magari anche sfruttati, e poi talvolta c'è anche chi oltrepassa i limiti e porta energie fresche alla malavita.
Quando poi li registrassimo e quelli volessero andare in Germania c'è il facile rischio che i tedeschi li rimandino da dove sono venuti e cioè da dove sono stati certificati e cioè in Italia. A parte i costi ormai siamo oltre ogni limite. Francia e Spagna li hanno accolti a fucilate, noi per fortuna caricandoli sulle nostre navi, almeno quando si è giunti in tempo. Nei giorni scorsi uno dei cinque sindaci presenti in  Prefettura, Vaninetti, primo cittadino del Comune dove sono ospitati – al Bellevue – quasi tutti gli arrivati che ora hanno raggiunto quota 105, ha detto che non ci se la fa più. Ma situazione analoga la vivono gli altri amministratori e i gestori dei centri di accoglienza sparsi per tuta Italia. Ormai è diventata una solfa burocratica. Oggi ne sono arrivati 1152? Dato nel computer e poi tot a Puglia, tot ad Abruzzo, tot a Lombardia e così via. Poi bis dell'operazione regione per regione, poi prefettura per prefettura. Il Ministro dell'Interno, evidentemente sulla scorta di rapporti dei servizi, ha detto che sono in 600.000 in attesa di solcare il Mediterraneo. Noi diciamo che sono molti di più perchè quando in giro per il Continente africano si saprà, ma già ora, che tutti prima o poi ce le fanno a partire i 600mila diventeranno 700, 800 e così via. (A 800 ci siamo già. L'ha affermato in Parlamento il Direttore generale del settore immigrazione – ndr). Per giunta tutti mescolati. Profughi, perseguitati, persone in cerca di un futuro, anche avventurieri, di tutto insomma. E qui bisognerebbe cominciare a discriminare, ripetiamo, a discriminare. Al primo posto le donne incinta. Al secondo
Umanità. Certo. Mancherebbe altro. Ma umanità non a senso unico. Non solo da parte degli italiani che nel confronto con gli altri europei ne hanno sempre avuta e ne hanno da vendere.
Umanità anche da quelli che, di fatto, se ne stanno fregando a cominciare da quella specie di ectoplasma che è la baronessa inglese “Alto Rappresentante ecc. ecc.”, in altri termini Ministro degli Esteri dell'Europa (nel titolo non nell'attività abbastanza sconosciuta ai più, almeno ce ne fosse una!). Dicono che ci hanno dato soldi come se i soldi, pur necessari, fossero tutto. Ci hanno dato i soldi? Alla Ponzio Pilato.

In Valtellina siamo a 105 arrivati. Statisticamente siamo ancora lontani da una quota proporzionale per cui, andando avanti così le cose, ci sarebbe da prevederne ben altro che 105, come in Italia ben altri che 500.000. Nessun populismo, nessuna sottovalutazione dei problemi umani, nessuna mancanza di solidarietà ma semplicemente la doverosa constatazione che qualcosa deve essere fatto visto il trend continuo ed anzi crescente. Non solo, ma sempre più numerosi gli sfruttatori e i mercanti di carne umana che trovano la gallina dalle uova d'oro nell'organizzare i viaggi della speranza per chi si imbarca, talora della morte per gli imbarcati.
Sarebbe da usare una parola forte, complicità con loro, involontaria certissimamente, da parte di chi pur meritoriamente si prodiga nell'accoglienza.

C'è da fare qualcosa ma non si vede cosa visto come se la scaldano i partner europei. E allora in mancanza d'altro una soluzione potrebbe esserci. Una volta sbarcati, rifocillati, magari anche rivestiti e non registrati (onde evitare che ce li rimandino indietro) facciamoli salire su un bus con meta nei pressi di uno dei valichi di confine con Francia o Austria, o Slovenia da dove possano quindi entrare in Europa visto il regime di libera circolazione esistente – che non comprende la sponda sud del Mediterraneo -. Quanto a noi, come si diceva dianzi, finora ne abbiamo accolti 105. Non illudiamoci, ne arriveranno ancora, le strutture esistenti nelle zone più esposte sono a saturazione e quindi la ripartizione regione per regione e poi prefettura per prefettura è da mettere in conto in quanto inevitabile. Ma non si può continuare così.

Amarilli
 

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